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Italiani, popolo di navigatori e di follower

Italiani, popolo di navigatori e di follower

Un sondaggio sottolinea il rapporto delle varie generazioni con il mondo online. Il 76% degli italiani segue almeno un influencer attivo sulle piattaforme. Per la GenZ i social sono un mondo reale

È l’evoluzione della società. Per tacere di “santi e poeti”, gli italiani restano un popolo di navigatori.
Ma sul web. E, in particolare, un popolo di follower dei principali influencer che operano nel mondo social.
Una realtà, quella delle varie piattaforme, che è considerata un vero e proprio “mondo” vicino al reale soprattutto per i più giovani: la “Gen Z” dei nati dal 1995 al 2010, che però guarda soprattutto contenuti senza crearne di propri.
Sono solo alcune delle considerazioni sul rapporto con i canali di moderna comunicazione online che emergono dal sondaggio realizzato dalla società di ricerche Eumetra e dal Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Pavia, che ha coinvolto un campione di 2 mila persone tra i 15 e i 65 anni, suddivise per fascia d’età, per far emergere le diversità tra generazioni.

Italiani, un popolo di follower

Pur con percentuali diverse, in generale si può però dire che gli influencer trovano terreno fertile tra tutti gli italiani.
Il 76% della popolazione tra 16 e 65 anni, pari a circa 28 milioni di persone, ne segue infatti almeno uno e 21 milioni più di uno.
A variare sono i social network più amati. I più giovani preferiscono Youtube, Instagram e Tiktok.
I Millennials (nati tra il 1984 e il 1994) dedicano più tempo a Instagram, Telegram e Facebook.
Mentre la Gen X (1965-84) e i Boomers (1945-64) si concentra su Facebook ed è in difficoltà con social evoluti come Tiktok.

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tik tok

Differenze si riscontrano anche sul numero di argomenti seguiti: la Gen Z si collega per almeno 4 tematiche, con il numero che scende al crescere dell’età.
Cucina e alimentazione sono gli argomenti più seguiti, dal 28% del campione, seguiti da viaggi e musica (al 24%). Ma spesso, in particolare tra i giovani, si segue la persona, più che il tema.
Un aspetto che emerge anche dalle motivazioni: argomenti e leggerezza sono i principali per chi ha da 30 anni in su; il divertimento è importante quanto il seguire una persona famosa, cercando anche di interagire (32% per la Gen Z contro il 19% dei Boomer) per i più giovani. Che dunque considerano il mondo social alla stregua di un luogo autentico.

Influencer e peso della credibilità

Altra conseguenza di questo atteggiamento, lo stop al following quando l’influencer perde credibilità o viene coinvolto in uno scandalo, che è molto più comune (14% contro 2%) tra la Gen Z rispetto agli over 60. Che, in un contesto in cui il 64% del campione chiede autenticità nei contenuti, è al contrario maggiormente (43% contro 12% tra i Millennials) in grado di identificare i messaggi meno credibili.
Dal sondaggio emerge anche una non perfetta identità tra conoscenza del nome dell’influencer ed effettivo seguito.
Un esempio? Di Chiara Ferragni e Fedez, conosciuti praticamente da tutti, sono follower solo il 44%. Benedetta Rossi, invece, è seguita dal 93% di chi sa chi è.

Quanto al peso dei messaggi degli influencer sugli acquisti concreti, i settori in cui il nesso è più diretto sono quelli di bellezza e makeup (con più dell’80% dei Boomers che effettua acquisti), abbigliamento (tra i preferiti per i Millennials), cucina, tecnologia, cinema (al top per la Gen X) e serie tv e videogiochi (le due categorie che registrano più acquisti tra i Gen Z).
Infine, il divario legato all’età è di nuovo evidente nell’analisi delle collaborazioni tra influencer e brand, che vede scetticismo in generale solo tra il 16% del campione.
Se i più anziani si fidano principalmente del marchio, la maggioranza assoluta (51%) dei ragazzi più giovani è convinta dal consiglio dell’influencer.

Alberto Minazzi

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