Gli scaglioni diventano tre e la nuova soglia per la detrazione sul lavoro dipendente sale a 1.955 euro per chi ha redditi fino a 15 mila euro
Con l’approvazione del Dl Irpef in Senato, si va verso la definitiva archiviazione del sistema a quattro scaglioni.
Il decreto, da convertire in legge entro il 22 giugno, passa ora all’esame della Camera.
Sarà così introdotta una semplificazione che ridisegna il panorama fiscale.
Le nuove aliquote si articolano su tre livelli: 23% per redditi fino a 28 mila euro, 35% per la fascia 28-50 mila euro e 43% oltre i 50 mila euro. L’innalzamento della detrazione per lavoro dipendente passa invece da 1.880 a 1.955 euro per redditi fino a 15 mila euro e viene introdotto un meccanismo correttivo per il trattamento integrativo che evita l’esclusione di alcuni beneficiari.
Taglio Irpef per il ceto medio e la stretta sui familiari a carico
La novità riguarda in particolare il taglio dell’Irpef per il ceto medio per la quale si stima servano tra 2,5 e 4 miliardi di euro.
I lavoratori con redditi tra 20 mila e 40 mila euro beneficiano di una detrazione aggiuntiva di 1.000 euro che decresce progressivamente fino ad azzerarsi a 40 mila. Il sostituto d’imposta applicherà questi benefici automaticamente, gestendo i conguagli attraverso compensazioni tra debiti e crediti. Novità riguardano anche le detrazioni per carichi di famiglia: la detrazione per figli viene ora limitata alla fascia 21-30 salvo disabilità, estendendosi anche a figli affiliati e figli del coniuge deceduto conviventi. Per gli altri familiari la detrazione si applica solo agli ascendenti conviventi escludendo generi, nuore, suoceri e fratelli.
Il riordino delle detrazioni
La nuova soglia riguardo il lavoro dipendente arriva a 1.955 euro per i redditi fino a 15 mila. Per evitare però che l’incremento della detrazione escluda dal “bonus 100 euro” è previsto un correttivo: chi guadagna fino a 20 mila euro riceverà una somma aggiuntiva che non concorre alla formazione del reddito.
Dal 1 gennaio 2025 per chi ha reddito superiore a 75 mila euro sono fissati alcuni limiti per la fruizione delle detrazioni.
Questi si basano su un meccanismo di calcolo fondato su due parametri, vale a dire il reddito complessivo e il numero di figli fiscalmente a carico. In sostanza si prevede una riduzione progressiva all’aumentare del reddito, dell’ammontare massimo degli oneri e delle spese detraibili, assieme a una maggiore tutela per le famiglie numerose o con figli con disabilità accertata.
Tuttavia, come osserva L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, se la stabilizzazione del taglio del cuneo e l’accorpamento delle aliquote Irpef da un lato danno maggiore stabilità al sistema, dall’altro aumenta la sensibilità dell’imposta personale sul reddito all’inflazione soprattutto per i lavoratori dipendenti. In base alle stime ottenute con il modello di microsimulazione nel passaggio dal regime 2022 al 2025, il maggior prelievo associato a due punti percentuali di inflazione è stato più alto di circa 370 milioni, +13%.