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IO SCELGO IL VETRO DI MURANO

IO SCELGO IL VETRO DI MURANO

La designer giapponese Hiroko Ueki racconta la sua esperienza presso la Scuola del Vetro Abate Zanetti: «Il segreto sta nelle persone che si tramandano quest’arte antica» 

Il segreto di un’arte antica come quella del vetro soffiato di Murano sono le persone, quelle che di generazione in generazione si tramandano questo antico mestiere. Solo stando a contatto con loro si possono imparare le infinite possibilità artistiche che offre questa lavorazione». A dipingere con queste parole l’arte del vetro di Murano è la designer giapponese Hiroko Ueki. Giovane, intraprendente e determinata, grazie al mix di creatività giapponese e tecnica tradizionale del vetro soffiato è una professionista di fama conclamata e nel solo 2012 ha già 13 esposizioni personali programmate in tutto il Giappone. Ogni anno viene a Venezia in due diversi periodi. Per lei il caleidoscopico gemellaggio artistico che la lega all’isola di Murano dura ormai da oltre dieci anni e oggi si rinnova grazie alla Scuola del Vetro Abate Zanetti.
«Sono venuta alla Scuola del Vetro Abate Zanetti per lavorare con il maestro Giancarlo Signoretto e perché qui la struttura è ideale per realizzare determinati lavori. Cercavo qualcuno che mi permettesse di fondere la murrina con quanti più colori fosse possibile. In un certo senso volevo riprendere quanto facevo quando dipingevo a olio, la prima attività che mi ha avvicinato all’arte. Questo era il posto ideale per farlo. Qui c’è tutto il necessario e la struttura è perfetta per questo».
La Scuola del Vetro Abate Zanetti è infatti ora un luogo di ricerca e sperimentazione sui temi dell’avanguardia artistica e del design del vetro, oltre alla didattica più tradizionale del vetro; un luogo dove si realizzano eventi culturali e si crea una koinè vetraria che esalta la vocazione internazionale di Venezia. Quanto secondo lei è importante che esista una scuola che preservi e contribuisca a tramandare un’arte tanto antica quanto preziosa? «Se non fossi ancora designer oggi verrei certamente qui alla scuola del Vetro Abate Zanetti ad imparare la tecnica perché la fama di Murano nel mondo è impareggiabile e questo è il luogo ideale per apprendere le metodologie di lavoro, la storia e la cultura».
Necessità di conoscere che ha portato la designer Hiroko Ueki dal Giappone fino a qui attraversando alcune tappe intermedie. «Qui si può vivere un’esperienza unica al mondo. Il vetro soffiato per eccellenza è quello di Murano. Già lo conoscevo in Giappone, poi ne ho approfondito la conoscenza in Francia, dove ho svolto la mia prima esperienza artistica europea. Mio padre ha una galleria d’arte di vetro antico, grazie a lui ho conosciuto le diverse tradizioni di questo continente. Murano offre la possibilità di fondere la tradizione con l’innovazione. In questo modo anche una designer come me può metterci del suo. In un certo senso mi sembra di reinventare la tradizione veneziana. Alcune opere che ho creato qui, sono un vero e proprio mix di stile giapponese ispirato alla lavorazione della ceramica e arte tradizionale muranese».
Quali sono gli stimoli che un designer riscontra nel confrontarsi con il vetro? «Fare il designer del vetro è diverso da fare il designer in genere perché in questo caso si richiede una profonda conoscenza delle tecniche per dare tutte le opportune indicazioni in base alle innumerevoli opportunità che la lavorazione del vetro offre. Nel caso del vetro di Murano ogni fornace ha una diversa tecnica e questo mi ha incuriosito. Il primo lavoro che ho eseguito sono state delle scarpe in vetro, poi mi sono dedicata a fiori, pesci, animai e ora sto realizzando dei vasi. Un consiglio per chi si vuole avvicinare al mondo dell’arte e del design? Coltivare le varie arti perché contaminare l’una con l’altra offre la possibilità di immaginare sempre qualcosa di nuovo».
Quello tra Venezia e il Giappone è un legame antico e al tempo stesso un sentimento sempre attuale. Perché i giapponesi amano così tanto Venezia? «Perché è unica e perché è un mondo completamente diverso rispetto al Giappone, anche nel modo di vivere. Personalmente quando sono qui disegno moltissimo a differenza di quanto avviene quando sono nel mio Paese. Venezia e Murano sono per me vere e proprie fonti di grande ispirazione».
DI ANNA BARALDI

«cercavo qualcuno che mi permettesse di fondere la murrina con quanti più colori fosse possibile. In un certo senso volevo riprendere quanto facevo quando dipingevo a olio, la prima attività che mi ha avvicinato all’arte. Questo era il posto ideale per farlo»

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