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Invalsi: uno studente su due non comprende ciò che legge

Invalsi: uno studente su due non comprende ciò che legge

Si accentua il divario tra Nord e Sud Italia. Valditara: “Non possiamo più accettare che il Paese sia diviso in due”

I giovanissimi finiscono le scuole senza comprendere cosa hanno letto.
E’ questa la fotografia che l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) ha effettuato a seguito delle prove 2023. Queste hanno coinvolto oltre 12mila scuole e più di 1 milione di allievi della scuola primaria (classi II e V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e oltre 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado.
Un ragazzo su due non comprende ciò che legge e il divario tra Nord e Sud del Paese si accentua, con risultati che sono negativi nel Mezzogiorno e accendono un faro su formazione e opportunità lavorative.
Su questo tema è intervenuto anche il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara che ha sottolineato come “i dati fotografano una spaccatura del Paese e non possiamo più accettare che l’Italia sia divisa in due”.
I numeri del report evidenziano infatti scarse competenze in matematica e inglese già dalla scuola primaria con 10 e 5 punti in meno da parte di alcune regioni del sud rispetto a quelle del nord.

Le regioni con le peggiori performance

Questo trend aumenta nella scuola secondaria poiché al Sud si registra un’alta percentuale di assenze che, come sottolinea il ministro Valditara “nel 2019 è stata di 15 giorni all’anno in più rispetto a quelle del Nord, che per 13 anni significa perdere quasi un anno scolastico: non è così banale”
Secondo Invalsi in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, ci sono più allievi con risultati bassi: attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55/-60% in Matematica, al 55/60% in Inglese-listening (non raggiungono l’A2) al 35/40% in Inglese reading: 2 alunni su 3 non comprendono ciò che leggono.
E se alle scuole medie il calo degli anni 2019 e 2021 sembra essersi fermato, alle elementari un bambino su tre non sa la matematica. Indicatore questo che nella scuola primaria si sono registrati valori più bassi rispetto agli anni precedenti (con le sole eccezioni di italiano e matematica nella classe II)

I dati nazionali: va meglio rispetto al passato solo l’inglese

Su scala nazionale, i risultati in linea con le Indicazioni nazionali, riguardano Italiano il 62% (+1 punto percentuale rispetto al 2022, ma uguale al 2021), in Matematica il 56% (invariato rispetto al 2021 e al 2022), in Inglese-reading (A2) 80% (+2 punti percentuali rispetto al 2022 e +4 punti percentuali rispetto al 2021) in Inglese-listening (A2): 62% (+3 punti percentuali rispetto al 2022, +5 punti percentuali rispetto al 2021 e +11 punti rispetto al 2018, anno di inizio della rilevazione).

Dispersione scolastica e futuro

L’effetto long Covid si fa sentire certamente tra i giovanissimi ma anche il modo di vivere, che si ripercuote sui risultati scolastici.
La dispersione scolastica è un tema centrale non solo per chi abbandona gli studi ma anche per tutti quegli studenti che, pur terminando gli studi, non hanno sviluppato le competenze necessarie , il che li porta poi ad avere una maggiore difficoltà nell’inserimento nel mondo del lavoro.

Valentina Rossi

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