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Pandemia e insonnia: alcuni consigli per dormire meglio

Pandemia e insonnia: alcuni consigli per dormire meglio

Non rientrano tra i sintomi “ufficiali” dell’infezione da coronavirus. Ma ormai è appurato che, subito dopo l’ansia (alla quale l’insonnia si collega strettamente), i disturbi del sonno sono una delle principali conseguenze a livello mentale correlate al Covid.
Basandosi su diversi studi effettuati dall’inizio dell’emergenza-coronavirus, la Fondazione Veronesi sottolinea che almeno metà degli Italiani nell’ultimo periodo hanno iniziato a dormire peggio.
Lo testimonia anche il fatto che le vendite di alcuni sonniferi sarebbero aumentate fino al 40%.
E, secondo uno studio canadese, non basterà la fine della pandemia per rimettere immediatamente le cose a posto, visto che l’insonnia tende a diventare cronica.

Insonnia e Covid

I temi sono stati approfonditi nel corso dell’ultimo congresso della Società italiana di neurologia dal presidente dell’Associazione italiana medicina del sonno, Giuseppe Plazzi.
La principale causa di questa correlazione, individua Plazzi, è legata ai forzatamente mutati ritmi di vita, tanto più quando ci si trova in isolamento forzato. Si fatica quindi ad addormentarsi, ci si sveglia spesso durante la notte, si moltiplicano gli incubi. E questo, tra le conseguenze, oltre alla maggior affaticabilità e irritabilità, alla difficoltà di concentrazione, a mal di testa e sintomi gastrointestinali, può provocare anche un aumento di peso e una resistenza all’insulina.

sonno

Lo studio dell’Università di Parma

Plazzi, direttore del centro per lo studio e la cura dei disturbi del sonno all’ospedale Bellaria di Bologna, ha partecipato, in questa prospettiva, a uno studio coordinato dall’Università di Parma, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers of Psychology. Dall’indagine svolta in occasione del lockdown su oltre 6.000 persone tra 18 e 82 anni, il 55,3% ha dichiarato di soffrire di disturbi del sonno, con tra l’altro una tendenza a dormire maggiormente nelle ore diurne. Un fenomeno che ha riguardato tutte le fasce della popolazione, bambini compresi, con un rischio maggiore per le donne.

L’insonnia in Italia

L’allarme lanciato dall’Associazione italiana medicina del sonno è condiviso anche dall’Associazione europea disturbi da attacchi di panico. L’aumento dei disturbi del sonno legati alla pandemia, secondo Eurodap, è attorno al 40%. Gli insonni, in Italia, sarebbero circa 12 mila. E la stima dell’aumento degli acquisti di prodotti che favoriscono il sonno, effettuata da Federsalus, parla di un +28,8% da gennaio. Vi sono poi i risultati di una ricerca condotta da Bioequilibrium su un campione di 843 persone: l’83% afferma di sentirsi stanco durante il giorno, il 75% di avere difficoltà a rilassarsi e il 63% di dormire meno di 7 ore a notte.
Da gennaio a maggio 2020, le ricerche su Google con oggetto l’insonnia sono aumentate del 58% rispetto allo stesso periodo del 2019, toccando quota 2,77 milioni. Lo sottolinea uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine.

insonnia

I consigli per dormire meglio

Non è però obbligatorio ricorrere a farmaci, per guarire dall’insonnia. Anche al di là di rimedi naturali come melatonina, passiflora, valeriana o tiglio, gli esperti segnalano che ci sono infatti delle buone pratiche che aiutano la cosiddetta “igiene del sonno”.
Una routine fissa degli orari in cui si va a letto e ci si sveglia, ad esempio, stabilizza il nostro orologio biologico. È poi meglio cenare almeno un paio d’ore prima di coricarsi: un pasto leggero, senza grassi o spezie. Sempre un paio d’ore prima di andare a letto può conciliare un sonno profondo l’attività fisica o un bagno caldo. Per il relax mentale consigliati anche gli automassaggi alla testa, l’ascolto di musica rilassante o la classica tisana.

Il sonno e la sua importanza

Si calcola che un uomo dorma per il 30% della sua esistenza.
Una fase, dunque, fondamentale della nostra vita, che ha portato, negli ultimi anni, all’approfondimento delle conoscenze della cosiddetta “medicina del sonno” e al sempre più diffuso sviluppo di centri dedicati alle problematiche correlate. Oltre all’insonnia, una problematica assai diffusa, anche se riconosciuta solo in minima parte (si parla di circa 600 mila persone rispetto a un totale stimato di 12 milioni di possibili interessati), è quella delle apnee notturne. Un fenomeno più frequente nelle persone sovrappeso, i maschi dopo i 40 anni e le donne dopo i 50, che però non risparmia nessuna fascia d’età. E che può essere evidenziato solo con esami specifici.

Alberto Minazzi

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