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In Italia, troppi bambini a rischio povertà ed esclusione sociale

In Italia, troppi bambini a rischio povertà ed esclusione sociale
@Save the Children, rapporto europeo “Garantire il futuro dei bambini”

Il rapporto di Save the Children: il nostro Paese al quinto posto nella classifica europea

Sono esattamente 2 milioni e 851 mila.
Sono i bambini italiani a rischio di povertà ed esclusione sociale. Senza contare che 1,382 milioni di bambini, nel 2021 (il 14,2%, con una punta del 16,1% nel Sud), vivevano in povertà assoluta e che già nel periodo tra il 2017 e il 2019 il livello di povertà minorile italiano era al di di sopra della media europea.
Numeri alti. Troppo. Anche perché il fenomeno resta in crescita.
Si è passati dal 27,1% del 2019, al 28,9% del 2020, fino al 29,7% del totale dei bambini residenti nel 2021 nel nostro Paese. Quasi 1 su 3. E l’Italia così si posiziona in Europa a un certamente non invidiabile quinto posto (su 14 Stati analizzati) tra le realtà dove questi rischi sono maggiori.
Lo sottolinea il nuovo rapporto europeo di Save the ChildrenGarantire il Futuro dei Bambini”, che fa il punto sull’attuazione del programma dell’Unione Europea “Garanzia Infanzia”, lanciato nel 2021 per assicurare l’accesso delle bambine e dei bambini a rischio a servizi educativi per la prima infanzia, assistenza sanitaria, alloggio adeguato e alimentazione sana.

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@Save the Children, rapporto europeo “Garantire il futuro dei bambini”

Un bambino su 4 a rischio in Europa. Il primato della Romania

Costo della vita, crisi climatica e conseguenze della pandemia vengono individuati, nelle premesse del report, come cause principali della contraddizione europea: una delle zone più ricche del mondo, ma che al tempo stesso vede a rischio di povertà 19,6 milioni di bambini, pari a 1 su 4.
Un numero aumentato di oltre 200 mila unità in un solo anno. E una media di 24,4% nei 27 Paesi dell’Unione.
La situazione più preoccupante nella prospettiva del futuro delle nuove generazioni, analizzata nelle diverse dimensioni della povertà infantile, è quella della Romania, con il 41,5% di bambini a rischio povertà ed esclusione sociale. Del resto, evidenzia Save the Children, nel 2022 il 40% delle famiglie rumene ha subito una diminuzione del proprio reddito, a fronte di un raddoppio delle spese.

La classifica europea

A precedere l’Italia sono anche la Spagna (33,4% di bambini a rischio, con il maggior incremento percentuale dal 2020 al 2021: +1,6%), la Bulgaria (33%) e la Grecia (32%).
La stessa Germania, ora al 23,5%, pari a 3,26 milioni di bambini, ha registrato una decisa accelerazione negli ultimi due anni, considerato che la quota di bambini a rischio era del 15,4% nel 2019.
Le percentuali più contenute, al contrario, sono quelle di Islanda (13,1%) e Finlandia (13,2%).

I focus della situazione italiana

Tra le cifre chiave indicate dal rapporto riguardo all’Italia, il fatto che il 48% dei bambini italiani non ha mai letto un libro, il 27,2% tra chi ha tra 3 a 17 anni non pratica mai attività sportiva e, con la pandemia, gli obesi tra 3 e 10 anni sono aumentati dal 32,6% al 34,5%.
La povertà alimentare colpisce del resto 1 bambino su 20 e l’accesso alla mensa scolastica è garantito a poco più di un 1 bambino su 2 nella scuola primaria.
In più, si sottolinea, la deprivazione abitativa condiziona benessere e salute del 55,7% dei minori in povertà relativa.

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Bambini a scuola

Anche l’incidenza della povertà energetica ha raggiunto, nel 2021, il 9,3% tra le famiglie con minori.
Già nella prima infanzia, inoltre, solo il 13,7% dei bambini accede agli asili nido pubblici e convenzionati.
Il tempo pieno è garantito solo all’38,1% degli studenti della scuola primaria e la dispersione scolastica riguarda più il 12,7% degli adolescenti.
La quota dei NEET, cioè chi ha tra 15 e 19 anni e non studia né lavora, è pari al 23,1%: la percentuale più alta nell’Unione, dove la media è del 13,1%, superiore di oltre il doppio rispetto ad altri Paesi come Germania o Francia.

L’evoluzione della povertà minorile in Italia negli ultimi anni

I bambini che vivono in Italia e sono considerati a rischio da Save the Children sono innanzitutto quelli con background migratorio (il 32,4% dei migranti vive in condizioni di povertà, contro il 7,2 degli italiani), ma anche i bambini provenienti da famiglie a basso reddito, i figli di famiglie monoparentali, i bambini provenienti da famiglie numerose e quelli che vivono in alcune aree specifiche all’interno del Paese. Il report si sofferma quindi sull’analisi dell’impatto di Covid, inflazione e cambiamenti climatici.

Riguardo il costo della vita, si rimarca che nel 2022 i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati più per le famiglie con minori capacità di spesa che per quelle benestanti (+12,1%, contro +7,2%).

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spesa

Infine, il rapporto fa notare che, in Italia, tra il 1981 e il 2020 la probabilità di eventi estremi in Italia è aumentata del 9%, con 1181 fenomeni meteorologici estremi registrati dal 2010 al 2021.
“Questi eventi – si legge – colpiscono in particolare le popolazioni a rischio di povertà e di esclusione sociale, compresi i bambini. Il cambiamento climatico influisce anche sul benessere educativo. La scarsa qualità dell’aria provoca 50.000 morti all’anno in Italia e nel 2020 quasi 2 milioni di bambini (il 21,3% del totale) vivevano in città inquinate”.

Le raccomandazioni di Save the Children al Governo italiano

Save the Children chiude la scheda sull’Italia avanzando una serie di raccomandazioni e richieste al nostro Governo. Per esempio, un aumento della spesa per l’istruzione ad almeno il 5% del pil; il sostegno ai Comuni per garantire il finanziamento con fondi pubblici dei nuovi posti nei servizi per l’infanzia e la gratuità dei servizi per i bambini più vulnerabili. Ancora, l’introduzione di un programma nazionale per le “Aree Educative Intensive” volto ad orientare le risorse finanziarie verso scuole e territori ad alta incidenza di povertà e dove i servizi sono limitati o inesistenti.

@Save the Children, rapporto europeo “Garantire il futuro dei bambini”

Si chiede poi di garantire l’istruzione a tempo pieno nelle scuole primarie ed espandere il tempo pieno nelle scuole secondarie, offrendo attività extracurriculari; garantire un pasto gratuito al giorno nelle scuole primarie; promuovere la pedagogia inclusiva e la formazione continua degli insegnanti; rendere le infrastrutture scolastiche più inclusive, verdi e compatibili con il digitale; promuovere competenze trasversali e verdi per affrontare e adattarsi ai cambiamenti climatici e per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro; investire negli istituti di istruzione terziaria.

Infine, insieme ad alcuni suggerimenti sul piano d’azione nazionale della “Garanzia minori” italiana, si raccomanda di definire un programma nazionale per collegare scuole e comunità su stili di vita sani per bambini e adolescenti, garantire un sistema sanitario di prossimità, integrato e multilivello, gratuito e accessibile a tutti i bambini e garantire l’assegnazione senza indugio di un pediatra in tutti i territori, fare una moratoria sugli sfratti per le famiglie con bambini e garantire la partecipazione dei bambini nei programmi di rigenerazione urbana e di edilizia sociale.

Alberto Minazzi

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Tag:  bambini