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Il Tempio Votivo del Lido di Venezia di nuovo aperto al pubblico

Il Tempio Votivo del Lido di Venezia di nuovo aperto al pubblico

Il suo nome ufficiale è “Chiesa di Santa Maria Immacolata”.
Per tutti è però il “Tempio Votivo” del Lido di Venezia. Un monumento che, conclusi i lavori di restauro, è stato ora riconsegnato alla cittadinanza.
Dell’isola, di Venezia, ma anche del resto d’Italia. Perché è un sacrario militare in cui riposano le spoglie di migliaia di nostri connazionali che hanno dato la vita al Paese nei due conflitti mondiali.

Benedizione del Patriarca Moraglia in occasione della cerimonia di riconsegna del Tempio Votivo

Un Tempio di pace

“A tutti loro – ha detto il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, nel breve momento di preghiera seguito alla cerimonia di riconsegna -noi dobbiamo ciò che sta alla base della nostra convivenza civile: la libertà. Il Tempio Votivo del Lido di Venezia – ha concluso il vescovo – possa continuare a splendere come un faro di pace. Questo luogo rimane nel nostro cuore, ma rimanga anche nelle nostre intelligenze”.

Taglio del nastro del sindaco Brugnaro con il prefetto Zappalorto

“Ci siamo impegnati – ha sottolineato il sindaco, Luigi Brugnaro – per far sì che i lavori venissero finiti nel tempo più breve possibile e siamo felici di poter oggi riconsegnare il Tempio alla cittadinanza. Quello odierno è un momento simbolico per ricordare la libertà e chissà che possa essere una grande occasione di pace. Ringrazio quindi tutte le associazioni d’arma che ricordano qui tutte le persone che hanno perso la vita per la nostra libertà. Il Tempio Votivo è un monumento, per me bellissimo, che ricorda l’unità del nostro Paese”.

La sala al primo piano sotto la cupola del Tempio Votivo

L’intervento di restauro

In 3 anni di lavori, con una spesa complessiva di 2 milioni (1,5 per il monumento e 500.000 euro per gli esterni), il Tempio Votivo è stato soggetto a un consolidamento strutturale, ma anche a una rivisitazione funzionale. Il risultato è frutto di un’ottima sinergia tra istituzioni. Il Comune è stato soggetto attuatore di un progetto partito dalla Regione, che ha inserito l’intervento tra quelli previsti per il centenario della grande guerra. E lo ha cofinanziato con il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

Il portale d’ingresso alla sala superiore del Tempio Votivo

Tra i molti interventi effettuati, sono state consolidate fondazioni e scalinata della parte superiore, dotata ora anche di un ascensore.

Ossari nella cripta del Tempio Votivo

La cripta ha visto un restauro conservativo delle pareti ed è stata studiata la miglior illuminazione, interna ed esterna, di tutti i luoghi, così come è stata garantita l’accessibilità con la rimozione delle barriere architettoniche. Sono stati inoltre recuperati o fatti ex novo tutti i percorsi pedonali, così come si sono recuperati pluviali e terrazze, porticati e spazi verdi esterni.
La cupola, invece, è stata impermeabilizzata e sottoposta a interventi strutturali. Il Tempio votivo, infine, è stato dotato di nuovi servizi igienici.

Parte esterna del primo piano del Tempio Votivo

Un “nuovo” spazio si apre al pubblico

In particolare, dopo oltre 50 anni, è stata riaperta al pubblico la parte superiore, immediatamente sotto la grande cupola. “Apriremo le porte – ha sottolineato l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Francesca Zaccariotto – a chiunque vorrà fare una visita. E gli spazi superiori diventeranno archivio documentale di guerra e luogo di esposizione di proposte per far capire alle generazioni future cos’è il Tempio e cos’è stata la guerra”.

La sala al secondo piano del Tempio Votivo

Sotto la cupola, ma al secondo piano, è stato poi recuperato uno spazio che, adesso, ospita dei video che raccontano la storia dell’edificio.

Il momento di preghiera nella cripta in occasione della riconsegna

La storia del Tempio Votivo: la costruzione

Anche se il primo progetto è del 1916, l’inizio della costruzione del Tempio risale al 1925. La prima pietra fu posata l’8 dicembre di quell’anno, con un’idea di carattere essenzialmente religioso. Con la crescita della popolazione del Lido, il Patriarca La Fontaine ritenne infatti che fosse diventata troppo piccola la chiesa di Santa Maria Elisabetta.

Lo spazio dietro l’altare della cripta del Tempio Votivo

Fu anche il modo per adempiere al voto, fatto solennemente alla Vergine Nicopeja dal Patriarca a San Marco il giorno dell’Epifania del 1917 per chiedere la protezione di Venezia dai bombardamenti bellici. Voto che fu accolto, visto che la nostra città riuscì a passare incolume attraverso i bombardamenti delle truppe austro-ungariche.

Terrazze esterne al primo piano del Tempio Votivo

La struttura del Tempio Votivo

Progettato dall’architetto Giuseppe Torres, il Tempio richiese ben 17 anni per essere ultimato. La sistemazione della statua della Madonna (da pochi anni restaurata dopo il danneggiamento subito durante un temporale) sulla cupola centrale avvenne infatti solo nel 1942, dopo alcune interruzioni dei lavori, come quella del 1935.
Nel progetto, la parte superiore del Tempio avrebbe dovuto ospitare la nuova chiesa.

Il grande lampadario della cripta del Tempio Votivo

Quanto alla cripta-sacrario, questa è strutturata a forma di doppia esedra a pianta circolare e ha due ingressi, ricavati dalla scalinata di accesso al Tempio.
Il soffitto della cripta è sorretto al centro da colonne di marmo nero. Tra gli arredi, un lampadario in bronzo di fronte all’altare centrale, una grande croce di legno, tre grandi candelabri dorati e lastre di alabastro, con figure simboliche scolpite, che chiudono le finestre. I loculi dei caduti sono invece realizzati nelle pareti e nel corridoio della cripta.

La tomba di Romualdo Guicciardi

Il sacrario militare

L’idea di trasformare la cripta del Tempio in ossario militare partì, ancora in corso di costruzione, nel 1928. A giugno di quell’anno, fu infatti traslato e inumato al Lido il feretro del soldato Romualdo Guicciardi, considerato il primo morto di guerra per la difesa di Venezia. Guicciardi, infatti, fu ucciso nel 1915 a Campalto. La trasformazione avvenne nel 1930. Da allora, il Tempio raccoglie le spoglie di ben 3970 caduti delle due guerre mondiali. 2691 sono i soldati caduti nel primo conflitto, a cui si aggiungono 108 decorati al valore militare e 403 militi ignoti. Altri 449 (più 58 decorati, 110 ignoti e 43 ufficiali medaglia d’argento) quelli della seconda guerra.

Lastre di alabastro decorato sulle finestre della cripta

Dopo essere caduto nel dimenticatoio con la caduta del fascismo, il Tempio fu ceduto dal Patriarcato prima provvisoriamente al Commissariato generale onoranze ai caduti in guerra e, dal maggio 1960, al Ministero della Difesa. Il Tempio Votivo, come ricorda Flora Saverino (che ha dedicato nel 2004 la sua tesi di laurea al Tempio come “monumento di fede e patriottismo”), “racchiude nel suo seno parte di una storia importante per il nostro Paese”.

La croce lignea

I caduti e Nazario Sauro

I corpi dei caduti furono trasportati al Lido da numerosi cimiteri di guerra dismessi. Ovvero quelli di Venezia, Chioggia, Cava Zuccherina, Ca’ Gamba e Gamberale. I deceduti nella seconda guerra mondiale accolti nell’ossario erano invece stati inizialmente tumulati tra San Michele, Mirano e Battaglia Terme. Ma anche all’estero (Grecia, Albania e Jugoslavia).

La tomba di Nazario Sauro

L’eroe più famoso le cui spoglie riposano al Tempio Votivo è il comandante Nazario Sauro. Il patriota italiano, nato in Istria e fra le figure più importanti dell’irredentismo, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al valor militare. Impiccato a Pola dagli Austriaci il 10 agosto 1916, il suo corpo fu inizialmente sotterrato segretamente di notte in un’area sconsacrata presso un cimitero militare. Una volta individuato, prima di essere trasferito al Lido (nel 1947, insieme a quello di Giovanni Grion) il suo corpo fu ospitato dal cimitero di Marina di San Policarpo, a Pola.

Un commento su “Il Tempio Votivo del Lido di Venezia di nuovo aperto al pubblico

  1. Cristina Ricchiuto

    Bello, peccato che sia sempre chiuso!


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