Grazie al PNRR, gli Studi di Roma si rilanciano come capitale del cinema europeo: nuove infrastrutture, grandi produzioni internazionali, innovazione tecnologica e sostenibilità
Cinecittà torna protagonista.
Dopo anni di incertezze, la storica fabbrica dei sogni sta vivendo un momento di profonda rigenerazione, spinta da un investimento di 232 milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il progetto di rilancio da record, guidato dall’amministratrice delegata Manuela Cacciamani, ha già centrato tutti gli obiettivi fissati per giugno 2025, con il completamento di quattro teatri di posa e l’avanzamento dei lavori su altri cinque, inclusi quelli di nuova costruzione.
Con il traguardo fissato a giugno 2026, Cinecittà punta ad aumentare del 60% la capacità produttiva, raggiungendo quota 25 teatri operativi, oltre 21.000 metri quadrati di spazi dedicati alle riprese e 10 ettari di backlot.
Secondo Cacciamani non si tratta solo di un’espansione fisica ma di una ridefinizione del ruolo che Cinecittà può e vuole giocare nella scena audiovisiva globale.
Strutture all’avanguardia e set spettacolari
Tra i nuovi simboli di questa rinascita c’è il Teatro 22: un’enorme struttura alta 25 metri e con una superficie di 3.600 metri quadrati, pensata per accogliere le grandi produzioni internazionali.
Una delle prime in programma è La Passione di Cristo – Resurrection, che vedrà Mel Gibson tornare a dirigere proprio all’interno degli studi romani.
A questo si aggiungono una nuova piscina cinematografica da 2.000 metri quadrati per le riprese subacquee, un set outdoor permanente per eventi e live show, e una sala cinematografica da 550 posti.
Tecnologia e sostenibilità come leve strategiche
L’evoluzione di Cinecittà non si limita all’ampliamento degli spazi.
L’hub romano punta forte anche sulla virtual production, con un nuovo teatro dedicato alla produzione immersiva in tempo reale, già attivo nel Teatro 18.
Le sale di post-produzione saranno aggiornate con le più recenti tecnologie per audio e video, mentre viene rilanciato anche l’unico laboratorio europeo di sviluppo e stampa cinematografica analogica.
Parallelamente, si lavora a una transizione verde, grazie al progetto “Cinecittà REgeneration”, che ha l’obiettivo di rendere il sito carbon neutral, migliorando l’efficienza energetica, promuovendo l’economia circolare e installando impianti fotovoltaici.
L’Archivio Luce e il patrimonio digitale
Un’altra colonna del rilancio è la memoria del cinema italiano.
Il piano prevede la completa digitalizzazione dell’Archivio Luce, con l’obiettivo di rendere consultabili gratuitamente oltre 70.000 filmati e 3 milioni di fotografie.
Si tratta di una delle più grandi operazioni di valorizzazione del patrimonio audiovisivo pubblico in Europa, gestita attraverso portali online e piattaforme open access.
Un modello di business ispirato ai grandi studi americani
Alla base della trasformazione c’è un Piano Industriale 2025–2029 molto ambizioso, che punta a rafforzare la sostenibilità economica e organizzativa dell’azienda.
Secondo le previsioni, Cinecittà potrebbe quasi raddoppiare il proprio fatturato nei prossimi quattro anni, passando dagli attuali 26 milioni a oltre 51 milioni di euro. Anche il margine operativo e l’utile netto sono previsti in forte crescita, segnando un cambio di passo rispetto alle perdite degli anni precedenti.
Il piano si fonda su sei pilastri: qualità dei servizi, diversificazione dell’offerta, digitalizzazione, capitale umano, apertura internazionale e transizione ecologica. Una strategia che, secondo quanto riportato da Box Office Pro, punta a un modello di business ispirato ai grandi studi americani, ma con una forte impronta europea.
L’Italia torna protagonista
L’amministratrice Cacciamani ha sottolineato che Cinecittà non è solo un’infrastruttura produttiva, ma una vera piattaforma creativa. L’obiettivo è attrarre le grandi produzioni straniere, offrendo loro competenze tecniche d’eccellenza, set all’avanguardia e servizi integrati. Produzioni come quelle di Ridley Scott o HBO sono già passate di qui, e l’obiettivo è consolidare la posizione di Roma come capitale cinematografica del Mediterraneo.
Durante l’inaugurazione del nuovo Teatro 19, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha parlato di “un’eccellenza italiana che deve diventare motore di rilancio per tutto il comparto audiovisivo nazionale”, mentre il direttore generale Nicola Borrelli ha assicurato che il sistema di controlli sui fondi pubblici è già stato rafforzato.
L’effetto Cinecittà: filiera, streaming e occupazione
La rinascita di Cinecittà avrà effetti concreti sull’intera industria italiana.
Secondo i dati del Mic, ogni euro speso nella filiera cinematografica genera un impatto economico diretto e indiretto che può superare i 2,5 euro.
Gli studi romani, d’altra parte, con la loro espansione, promettono di diventare un punto di riferimento per tutta la filiera: maestranze, scuole di formazione, fornitori tecnici e professionisti del settore.
Inoltre, la nuova Cinecittà è pensata anche come partner strategico per le piattaforme di streaming.
Netflix, Amazon, Disney+ e Sky hanno già utilizzato gli studi per produzioni in Italia, e con l’arrivo di spazi più grandi e tecnologicamente avanzati, l’offerta diventa ancora più competitiva.
Il piano industriale include anche lo sviluppo di partnership con le università e le accademie di cinema, favorendo l’inserimento di giovani professionisti. Si prevede la creazione di oltre 1.500 nuovi posti di lavoro entro il 2026, molti dei quali legati a competenze digitali, effetti speciali, set virtuali e gestione dei contenuti.