Dalle Alpi arrivano 19 storie di rinascita: turismo dolce, agricoltura e cultura contro la crisi ambientale e l’abbandono
“La nostra Penisola custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane: luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo”.
Il quadro dipinto da Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, spiega perché, dal 2002, l’associazione ambientalista ha deciso di assegnare alle migliori esperienze alpine di valorizzazione in chiave sostenibile del territorio le “bandiere verdi” che “ci raccontano come in questi territori ci sia una risposta concreta a tutto questo”.
19 nuove “bandiere verdi” (ma 9 “bandiere nere”)
Le bandiere verdi raccontano insomma un fermento in corso, che punta su innovazione e sostenibilità ambientale, tra turismo dolce, agricoltura e progetti socioculturali, vedendovi un volano di sviluppo per i territori montani, in grado anche di incentivare un ritorno abitativo a fronte del progressivo spopolamento dei borghi. La consegna dei nuovi 19 vessilli da parte di Legambiente, che hanno raggiunto così quota 302 in 23 anni, è avvenuta in occasione del IX summit nazionale delle bandiere verdi a Orta San Giulio, nel Novarese, nell’ambito del convegno “Comunità in transizione: dai frammenti alla visione”.
“Le bandiere verdi – sottolinea Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendesse sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte. Dalle storie che premiamo emerge il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove”. Al tempo stesso, Legambiente ha assegnato però anche 9 “bandiere nere” (8 in Italia e 1 in Austria) a interventi che sull’arco alpino hanno un approccio poco sostenibile nei confronti della montagna.
Le bandiere verdi del 2025: i progetti socioculturali
A differenza delle “bandiere blu” destinate alle spiagge, a essere premiate con quelle verdi non sono solo le località.
Si va dalle comunità locali ai singoli cittadini, da associazioni e cooperative ad amministrazioni e aree protette. A livello regionale, a spiccare, nel 2025, sono Piemonte e Friuli Venezia Giulia, con 4 bandiere, seguite da Lombardia e Veneto a quota 3. I riconoscimenti pongono al centro 3 ambiti chiave: turismo dolce; pratiche legate ad agricoltura, silvicoltura e pastorizia; progetti socioculturali. La maggior parte delle nuove bandiere verdi, 9, appartengono a questa categoria. Si va dalla cooperativa di comunità “Viso a viso” di Ostana (CN) al gruppo ambientalista Nosc Cunfin della Val Gardena (BZ), dal dominio civico di Clavais a Ovaro (UD) all’associazione Casa Alexander Langer e all’associazione culturale di ricerca “Progetto lince Italia” di Tarvisio, sempre nell’Udinese. E poi i promotori del programma Alpha Skills di Morbegno (SO), l’associazione EQuiStiamo Aps e comitato per la difesa del torrente Vanoi, tra Belluno e Trento, la cooperativa sociale Cadore delle Dolomiti bellunesi e il comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi sull’Altopiano di Pinè, in Trentino.
Turismo e agricoltura: 10 nuove bandiere verdi
Le restanti 10 nuove bandiere verdi sono equamente divise tra le iniziative legate al turismo sostenibile e quelle che coinvolgono l’agricoltura pastorale e forestale. Tra le prime figurano il rifugio alpino Vallorch e l’associazione Lupi, Gufi e Civette, presidio di educazione ambientale e sostenibilità nel Cansiglio bellunese, il Consorzio turistico del Pinerolese (TO), il Parco naturale regionale del Beigua, a Varazze (SV), l’associazione Oplon, formata da giovani impegnati nella rivitalizzazione del territorio della pordenonese Val Tramontina, e la sottosezione Cai di Valle di Scalve (BG) per la realizzazione del progetto “La Via Decia – Il cammino dei boschi di ferro”. C’è invece anche una pastora e scrittrice, l’aostana Marzia Verona, tra le 5 nuove bandiere verdi legate all’agricoltura. Le altre sono state assegnate all’azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine di Sondrio, alla comunità di supporto all’agricoltura “Cresco” della cuneese Val Varaita, alla torinese “AsFo La Serra” e all’Amministrazione separata beni di uso civico di Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga, in Trentino.
Alberto Minazzi