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IL COLPO DI FRUSTA

IL COLPO DI FRUSTA
medico

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Come riconoscere e cosa fare in caso di traumi cervicali in ambito sportivo e non.

Il tratto cervicale è uno dei punti più delicati e vulnerabili del corpo umano. E’ composto da sette vertebre che sostengono il capo e permettono di compiere movimenti di rotazione, flessione ed estensione della testa sul collo. La sindrome cervicale ha più cause, con sintomatologia che interessa strutture ossee, nervose, muscolari, vascolari e legamentose. Le cause hanno origine diversa: esito distorsivo (più comunemente noto colpo di frusta), artrosi, sindromi muscolari (torcicollo), posture, sovraccarico  muscolare (attività fisica), stress. Nelle varie discipline sportive si è visto che una intensa attività fisica genera problemi che sono ripetitivi in alcuni tipi di sport. Alcuni traumi sono prevedibili e prevenuti con particolari attenzioni (soprattutto grazie ad un allenamento adeguato e allo stretching), altri sono accidentali e necessitano di trattamento specifico. I traumi più frequenti a carico del tratto cervicale si ritrovano con più frequenza nel calcio, football americano, rugby, ippica, lotta libera, pallacanestro, boxe, tiro con l’arco, sci e ginnastica artistica. L’evento traumatico più frequente è il trauma distorsivo, detto appunto anche colpo di frusta, che si manifesta con meccanismo moderato di intensità in flessione o estensione oppure grave per violenza di flessione o estensione della testa.
I segni clinici sono descritti come dolore vivo al rachide cervicale con possibile coinvolgimento anche degli arti superiori, della regione interscapolare e del capo, limitazione articolare del rachide con blocco articolare, cefalea e vertigine ricorrente indipendente dalle posture, segni neurologici centrali e periferici. Una radiografia (rx) al rachide cervicale è la metodica diagnostica di primo impiego. La sintomatologia è caratterizzata da eventi che si manifestano subito dopo il trauma come algie cervico-dorsali diffuse con limitazione dei movimenti di flesso-estensione e di rotazione della testa associata a cefalea. Nei giorni successivi al trauma comincia a manifestarsi vertigine provocata dai movimenti della testa o ai cambi di postura spesso associata a nausea e/o vomito. Talvolta si associano anche flash visivi transitori con ronzii.
Per quanto concerne la terapia, il riposo articolare è fondamentale specie nei primi giorni dal trauma con uso del collare ortopedico, da utilizzare il più possibile durante la giornata o perlomeno durante gli spostamenti. E’ consigliabile comunque la dismissione del collare il prima possibile per evitare la cronicizzazione del trauma per messa a riposo prolungata di strutture mio-tendinee. La terapia fisica da utilizzare anche nel 2°/ 3° giorno dal trauma si avvale di endotermia capacitiva e resistiva con condensatore (Tecar® terapia) più veicolatori transdermici con farmaco. Utile l’uso di farmaci, per breve periodo, antinfiammatori e mio rilassanti. La fase successiva si avvale di uso di metodiche classiche come massoterapia e chinesi vertebrale. L’uso del LASER, US, TENS è utile ma di secondo impiego. Utile anche associare per circa 40/60 giorni la terapia agopunturale.
DI  ALESSANDRO PASTORE*
*MEDICO DELLO SPORT E MEDICO SOCIALE REYER
 

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