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I giovani italiani preparati in educazione civica

I giovani italiani preparati in educazione civica

Da quanto emerge da un’indagine IEA ICCS condotta in 22 Paesi, hanno ottenuto un punteggio superiore alla media internazionale

Sono passati appena 4 anni dal 2019 quando, dopo trent’anni di assenza, nelle scuole è ritornata, tra le materie, Educazione Civica.
Che ora ha un altro nome,  Cittadinanza e Costituzione, e che ingloba anche nuovi fenomeni ( tra gli argomenti ci sono per esempio anche quelli legati al bullismo e al cyberbullismo), necessità (all’educazione alla legalità ) ed emergenze (all’educazione stradale).
A quattro anni di distanza, sull’efficacia della disciplina introdotta per la prima volta nelle scuole italiane nel 1958 da Aldo Moro, l’International Civic and Citizenship Education Study IEA ICCS ha fatto il punto, comparando i giovani tra i 13 e i 14 anni italiani ai coetanei di altri Paesi del mondo.

Lo studio IEA ICCS, il più ampio mai condotto a livello internazionale sull’educazione civica e alla cittadinanza

L’analisi ha riguardato, in Italia, 224 scuole, 2.400 insegnanti e circa 4.900 studenti.
La fotografia che ne è uscita dice molto sui giovani italiani, sul loro pensiero e sul confronto che hanno in famiglia.
I temi ai quali sono molto sensibili e attenti sono l’ambiente, l’uguaglianza di genere, il concetto di democrazia e dei diritti degli immigrati.
La politica, insieme alle questioni sociali, sono argomenti dei quali dibattono con i genitori. Lo fa uno studente su due.
Il 47% degli interpellati ha dichiarato che lo fa spesso. A livello internazionale, un terzo di loro ha detto di farlo almeno settimanalmente.

I giovani, la politica e l’informazione

Anche la partecipazione politica è superiore a quella media internazionale ma è stato manifestato un certo scetticismo nei confronti del sistema politico.
L’83% degli studenti coinvolti nello studio contro il 74% a livello internazionale si è detto d’accordo sul fatto che la democrazia “è ancora la migliore forma di governo per il proprio Paese” ma si registra un calo generale nella fiducia nel parlamento (- 13%).
La fonte più comune di informazione su questi temi tra gli studenti delle scuole medie è la televisione con il 50% che la utilizza almeno settimanalmente.
Seguono internet 29% e la lettura di giornali, compresi quelli online (21%), verso i quali tuttavia è emerso anche un calo di fiducia (-15%).

Risultati superiori alla media internazionale

Sul fronte dell’educazione civica, i giovani studenti italiani si sono dimostrati preparati.
Hanno infatti raggiunto un punteggio medio di 523, significativamente superiore alla media internazionale.
Il 70% di loro inoltre in una scala da A a D raggiunge almeno il livello B e solo l’1% il D.
In media, a livello internazionale, i dati evidenziano un generale aumento della conoscenza civica tra il 2009 e il 2016 e una significativa diminuzione di 13 punti tra il 2016 e il 2022.
In nessun Paese il punteggio medio è aumentato in quest’arco di tempo.
In Italia il punteggio medio degli studenti sul tema è caratterizzato da stabilità.
Nel confronto tra ragazze e ragazzi, le prime hanno una media del punteggio superiore in quasi tutti i Paesi.
In Italia il divario raggiunge i 27 punti, dato statisticamente rilevante.

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