Ambiente +

I funghi-killer si spostano a nord: rischio infezioni in Europa

I funghi-killer si spostano a nord: rischio infezioni in Europa

Il cambiamento climatico espande il regno dei patogeni fungini come l’Aspergillus, con milioni di europei che potrebbero diventare vulnerabili a infezioni polmonari anche letali entro fine secolo

Uno dei modi, meno conosciuti rispetto alle insidie portate da virus e parassiti, in cui i cambiamenti climatici incidono sulla salute è legato alle modifiche prodotte negli habitat di varie forme di vita, mutandone la distribuzione globale. Tra queste rientrano i funghi, tra i quali non mancano quelli da considerare dei veri e propri agenti patogeni in grado di infettare l’uomo anche in forma grave. È il caso di alcuni funghi filamentosi della specie Aspergillus, che, con l’aumento delle temperature, stanno spostando sempre più a Nord le proprie nicchie ecologiche e di conseguenza la loro diffusione, con un possibile impatto importante in particolare in Europa. Sembrerebbero infatti destinati ad aumentare di circa 10 milioni entro fine secolo gli abitanti del Vecchio Continente a rischio di queste infezioni, come sostiene un articolo in pre-print pubblicato sulla rivista Research Square, in cui si descrivono i risultati degli studi sul tema condotti all’Università di Manchester.

funghi-killer

I funghi-killer e l’aspergillosi

L’inalazione delle spore microscopiche rilasciate nell’aria dai funghi Aspergillus è un fenomeno assolutamente normale. Come premette lo stesso studio, si stima che ognuno di noi ne inali diverse centinaia ogni giorno, ma il sistema immunitario innato è in grado di eliminarle quando, per le loro minuscole dimensioni, raggiungono gli alveoli polmonari. I problemi si presentano quando il sistema immunitario della persona sia compromesso o si verifichi un’esposizione a un numero elevato di spore.

Le spore possono così stabilirsi e crescere nelle cavità preesistenti nel polmone, provocando la malattia chiamata aspergillosi polmonare cronica, il cui impatto è stimato in 1,8 milioni di nuovi casi e 340 mila decessi ogni anno in tutto il mondo. La situazione diventa ancor più seria se il sistema immunitario non riesce a impedire alle spore di entrare nel flusso sanguigno, provocando in tal modo l’aspergillosi invasiva, che viene sviluppata annualmente da 2,1 milioni di persone, con 1,8 milioni di morti, visto che questa infezione polmonare, se non trattata, può tradursi in una progressiva insufficienza respiratoria letale.

funghi-killer

Come cambia la diffusione delle specie di Aspergillus

Sono diverse le specie di funghi Aspergillus più comunemente associate alle infezioni da aspergillosi negli esseri umani e animali. Tra queste, nell’emisfero settentrionale la maggior parte è riconducibile all’Aspergillus fumigatus, non a caso aggiunto dell’Oms alla lista dei patogeni fungini prioritari. Questa specie, più comune nei climi temperati, assieme agli Aspergillus “flavus” e “niger” (che invece dominano nelle regioni più calde) è stata oggetto dello studio in cui si è provato a stimare l’impatto dei cambiamenti nel contesto di 3 possibili scenari climatici futuri. E la conclusione è stata che, in particolare in caso di forte riscaldamento, per tutte e 3 le specie i dati suggeriscono uno spostamento verso nord dell’idoneità ambientale per la loro diffusione. Un aspetto, quest’ultimo, con il quale, sulla base di una revisione della letteratura scientifica, i ricercatori hanno dimostrato una correlazione con la prevalenza clinica dell’aspergillosi invasiva. E c’è anche il rischio che, insieme all’alterazione della distribuzione, il cambiamento del clima possa rendere patogene anche altre specie di Aspergillus.

Aspergillus “flavus”

Funghi, dai climi caldi verso Nord

In concreto, l’aumento dell’Aspergillus fumigatus in Europa nello scenario climatico peggiore teorizzato per il prossimo secolo dall’Intergovernmental Panel on Climate Change, quello con livelli di emissioni molto alte, potrebbe arrivare al +77,5%, aumentando di circa 9 milioni le persone a rischio infezione. Ma anche il “flavus” sembra destinato a crescere del +16%, in questo caso esponendo un altro milione di europei.
Nella mappa di habitat adatti o meno alla proliferazione fino al 2100 elaborata nello studio, si può notare anche che alcune regioni dell’emisfero meridionale, tra cui l’Africa e l’Australia, diventeranno troppo calde e dunque inadatte per queste specie di fungo. L’Aspergillus flavus, però, troverà un contesto ideale anche in nuove parti della Cina settentrionale, della Russia, fino a Scandinavia ed Alaska.
Fumigatus” si spingerà sempre più verso il Polo Nord, mentre sono previste poche modifiche per “niger”, che comunque già oggi trova climi adatti in molte regioni del mondo. E se, quantifica lo studio, attualmente 846 milioni, 1,98 miliardi e 905 milioni di persone vivono in habitat adatti rispettivamente per “flavus”, “fumigatus” e “niger”, generalmente meno persone vivranno comunque in un habitat adatto a tutti e 3 i funghi.

I funghi: un’insidia da non sottovalutare

La conclusione generale è comunque è che i patogeni fungini sembrano in grado di avere in futuro un impatto sulla maggior parte delle aree mondiali, con un aumento delle infezioni che potrebbe avvenire attraverso un aumento sia della gamma di specie attualmente patogene che della termotolleranza delle specie fungine, consentendo a un numero più elevato di queste di sopravvivere alla temperatura corporea dei mammiferi. L’attenzione deve insomma restare elevata, anche perché i funghi possono infettare, tra gli altri esseri viventi, anche le piante, rendendo le colture non sicure attraverso la produzione di microtossine. Inoltre, i farnaci utilizzati per la cura dell’aspergillosi vengono impiegati anche nei pesticidi agricoli, con un aumento dei pazienti infetti che hanno sviluppato una resistenza alle cure dopo l’esposizione ambientale.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.