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Gli strati di Padova: sbuca un tunnel sotterraneo segreto

Gli strati di Padova: sbuca un tunnel sotterraneo segreto

Con l’antica galleria, riaffiorano vecchie leggende metropolitane. E si ricostruisce un’ulteriore parte della storia della città

Il Castello di Padova non nacque con i Carraresi, ma prima e fu poi da loro ricostruito il 12 giugno 1374.
Tra il 1237 e il 1256, Ezzelino III da Romano fece edificare a Padova un castello come base per la difesa della cinta muraria duecentesca.
Le fortificazioni, una volta caduto il tiranno, furono abbandonate fino a quando la signoria dei Carraresi sulla stessa area fece riedificare il castello e dipingere le due torri a scacchi bianchi e rossi.
Oggi uno dei più importanti beni storici, architettonici, artistici e militari della città, è attualmente oggetto di restauro e bonifica sia per quanto riguarda la struttura, sia per gli affreschi che conserva dentro e fuori.
Ma i lavori in corso non hanno mancato di riservare sorprese.
Ultima, in ordine di tempo, la scoperta di un tunnel segreto durante i cantieri preparatori per i lavori che saranno eseguiti nel lato sud. E’ un tunnel voltato che corre sotto l’ala est del complesso fino a uno sbocco sul fiume Piovego, il cui  percorso è accessibile da un foro nel solaio di una stanza presso l’ingresso principale del castello.

Padova sotterranea

 

Il tunnel segreto dei Carraresi

Di questa nuova parte sotterranea non si conosceva l’esistenza. La galleria è lunga una cinquantina di metri, alta un paio e, secondo quanto dicono gli studiosi, è forse identificabile con quella di cui parla una leggenda metropolitana.
Ovvero il percorso sotterraneo che nel Medioevo i signori Carraresi percorrevano per passare sotto il fiume per andare a pregare nella Chiesa di San Michele e Arcangeli, demolita: l’attuale Oratorio è solo una Cappella della chiesa originaria  con un ampliamento ottocentesco neoromanico.
“La scoperta, avvenuta in seguito alle recenti ispezioni effettuate nel Castello dall’associazione ESCA Padova Sotterranea è davvero entusiasmante – commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio -. Ha un importante valore storico in quanto permette di rileggere anche la strategia difensiva della fortezza”.
Come spiega Andrea Colasio, la Chiesa era indicata come Chiesa della dinastia dei Carraresi quando alloggiavano al Castello.
Durante i lavori di restauro dell’Oratorio sono stati trovati una serie di locali ipogei che prospettano sul fiume, la cui funzione ancora non è stata individuata con certezza. Si ipotizza il loro utilizzo come cavane o in alternativa come catacombe vista la presenza certa del cimitero nell’area antistante la Chiesa.

L’assessore Andrea Colasio

“La scoperta del tunnel – precisa l’assessore – mette in evidenza la presenza di questi locali che fanno parte quindi di un sistema articolato di collegamenti e locali sotterranei, probabilmente superstiti di una rete ben più estesa. D’altronde il traghetto pensile , un grande percorso su arcate di cui ne sono sopravvissute solo due, collegava la Reggia di Piazza Capitaniato al Castello ed è ipotizzabile l’esistenza di una via al fiume ma anche alla terraferma“.
La parte finale della struttura è ancora tutta da scoprire perché coperta da detriti ma i lavori in corso permetteranno un confronto con pezzi di storia ancora inesplorata e che non mancheranno di rivelare novità.
Le opere di tutela del Castello  hanno l’obiettivo di farlo diventare un importante polo culturale cittadino, una volta completati i lavori, attraverso una serie di iniziative che lo interesseranno.

Il Castello Carrarese ieri e oggi, uno scrigno di tesori

Il Castello Carrarese rappresenta dunque un punto di riferimento che lega passato e presente di Padova ed è attualmente oggetto di particolare cura.
“Ancora oggi – continua Andrea Colasio – purtroppo molti padovani non ne conoscono l’esistenza  e la ricchezza di arte che nonostante le devastazioni conserva. Vi è un parallelo tra la dinastia dei Carraresi e il Castello, entrambi cancellati dalla storia della città, che hanno contribuito a farne una delle capitali della cultura europea del 1300. Padova nel 1320 aveva 41 mila abitanti  e un tumultuoso sviluppo terminato con la dominazione di Venezia  con un declino politico, economico e culturale che li ha fatti scendere a 17 mila nel 1430. Il castello quindi, insieme ai siti UNESCO dell’Urbs Picta rappresenta la testimonianza del suo fervore culturale. Le politiche di valorizzazione del Castello quale grande museo e polo culturale in abbinata ai cicli affrescati di cui la città è ricchissima restituiscono la giusta fama di Padova come grande luogo d’arte“.

Tutto il nuovo Castello trecentesco costruito alla morte di Ezzelino III era decorato dentro e fuori e i restauri degli ultimi dieci anni hanno permesso di riportare alla luce tracce visibili di vivo colore rosso e di bianco negli angoli più nascosti della Specola, sede dell’osservatorio Astronomico di Padova, che su quel Castello fu edificata. A confermare la paternità dei Carraresi è stato il ritrovamento nel 1810 di un pozzo nel cortile all’interno della parte del castello che era stata trasformata in carcere. Su una delle pietre che lo formavano era scolpita la data, 12 giugno 1374, e il nome Francesco settimo dei Carrara, principe di Padova, costruttore dell’edificio.
Tuttavia, già prima della venuta di Ezzelino, in quello stesso luogo esisteva una struttura fortificata formata da un piccolo solido recinto, a protezione di una alta e solida torre, la Torlonga, ancora oggi esistente e più volte riscostruita. Successivamente fu inglobata nel castello di Ezzelino e in quello carrarese e infine trasformata in specola astronomica.

Il Progetto Padova Sotterranea

Anche Padova, come Treviso e altre città in Italia, è dunque costruita su più livelli.
Il Progetto Padova Sotterranea, nato su iniziativa del Comitato Mura e del Gruppo speleologico del CAI della Sezione di Padova, porta alla scoperta di ambienti che fanno parte della sua storia. Riguarda strutture e monumenti costruiti in un lungo arco temporale dalla Padova romana a quella veneziana, soprattutto le mura veneziane.
“Padova Sotterranea è una continua scoperta – conclude Andrea Colasio -. Pensiamo ai locali sotterranei di Porta Portello , alle casematte del Bastione della Gatta e del Bastione, del Portello Nuovo e del bastione Piccolo e il ponte romano interrato di Via Altinate.  Abbiamo le mura cinquecentesche veneziane che sono ricche di cannoniere e stiamo adottando una politica di restauro e riutilizzo come sede del Museo delle Mura, coordinato dal Comitato Mura,  che grazie a un percorso a tappe apre una serie di porte, tra le quali Savonarola e Liviana e di bastioni. Le scolaresche sono entusiaste perché permette di comprendere la natura delle fortificazioni  e come esse abbiano contrassegnato lo sviluppo della città.  Le mura, che sono il più grande monumento della città, oggi sono riscoperte come una grande attrazione storico-culturale , oltre che come oasi naturale”.
Sotto il Palazzo della Ragione è possibile trovare testimonianza di come era strutturata la città in quel punto molto tempo fa. Il palazzo, eretto nel 1218, in tempi recenti, nel 1991 e 1992, con i lavori di restauro ha rivelato gli strati sui quali è costruita Padova.

Padova sotterranea
Palazzo della Ragione

La struttura sotterranea è costituita da due gallerie longitudinali che si intersecano con un’altra galleria trasversale. Da qui è possibile vedere i resti di abitazioni romane e medievali che vennero abbattute per costruire il palazzo. Un mondo antico che è possibile esplorare attraverso visite guidate organizzate dall’Associazione Arcadia.
I lavori del team di “Padova Sotterranea” e molti volontari che sostengono il progetto proseguono dal 2008. L’iniziativa vuole indagare tutti gli ambienti ipogei cittadini, molti dei quali ad oggi inesplorati. Di questi in anni di attività ne sono stati visitati 32 del centro storico.

Silvia Bolognini

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