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Gli artigiani di Venezia si raccontano in 10 documentari

Gli artigiani di Venezia si raccontano in 10 documentari
Merletto di Burano, particolare di una tovaglia da 12 degli anni '70

Presentati i primi 5 video de “Gli Artigiani di Sestiere”, progetto che incontra i protagonisti direttamente nei loro laboratori-botteghe

Promuovere e valorizzare i mestieri artigiani, le antiche tecniche tradizionali, i materiali e le competenze, attraverso un ecosistema dinamico che coinvolge artigiani, studenti, professionisti e cittadini. E, in tal modo, richiamare l’attenzione su attività manuali che fanno parte da secoli del tessuto sociale e culturale di Venezia. Diffondere la conoscenza dell’artigianato d’eccellenza veneziano è l’obiettivo a cui punta Maker Mile, iniziativa nata nel 2017 come progetto di mappatura e ricerca delle botteghe artigiane della città che, dal 2022, si è configurata come associazione culturale, avviando collaborazioni con l’Università di Coburg (Germania), CEPT (India), Universidade de Évora (Portogallo), Joshibi University (Giappone) e SFK International Art Education (Cina). “Il nostro è un approccio interdisciplinare, che include mostre, workshop, incontri, visite ispirazionali, pensate per aziende in cerca di nuove idee”, spiega Ilaria Marcatelli, fondatrice e direttrice creativa del progetto.

Alla scoperta de “Gli Artigiani di Sestiere”

Lo scorso anno, l’associazione ha vinto 2 concorsi: un bando europeo Pnrr, grazie al quale ha potuto realizzare un archivio digitale che documenta e preserva il sapere artigiano, e un bando di crowdfunding civico del Comune di Venezia. Questo, con il sostegno del Comune e dei cittadini, ha consentito di girare “Gli Artigiani di Sestiere”, 10 documentari dedicati ad altrettanti artigiani d’eccellenza della città. E sono proprio loro, gli artigiani di Venezia, incontrati nei loro laboratori-botteghe, a raccontarsi e a raccontare la propria arte alla videomaker Chiara Becattini.

Artigiani che hanno una lunga storia alle spalle come Sandra Maravecchio, 76 anni, merlettaia di Burano, custode di un’arte antica appresa da bambina seguendo l’esempio di sua madre, a sua volta istruita dalla nonna. Sandra si impegna a preservare questa tradizione e a trasmettere la sua passione alle nuove generazioni, come sta facendo con le sue nipoti, Federica e Ludovica.

La merlettaia Sandra Maravecchio

Marco Venier ha aperto la sua gioielleria a San Polo nel 1994 insieme con Davide Visentin, con l’obiettivo di proseguire la tradizione orafa veneziana creando pezzi complessi e raffinati che fondono influenze bizantine, arabe e occidentali in design sofisticati.

Gli orafi Marco Venier e Davide Visenti

L’austriaca Gabriele Gmeiner realizza calzature su misura nel suo laboratorio affacciato sul suggestivo campiello del Sol. Il suo è un lavoro di precisione che inizia con un’attenta misurazione dei piedi del cliente, sia da seduto che in piedi. Un paio delle sue scarpe richiede oltre 80 ore di lavoro manuale.

Gabriele Gmeiner, scarpe su misura

Laureato in astronomia, Piero Dri ha scelto di abbandonare la carriera accademica per dedicarsi all’arte del remer. Nella sua storica bottega, denominata “Il forcolaio matto”, costruisce interamente a mano remi e forcole, indispensabili alla vita “acquatica” di Venezia.

E ancora, il lumista Stefano Morasso, ideatore, negli anni ’80 dello scorso secolo, di un processo innovativo che permette di realizzare a lume anche oggetti soffiati, come calici e vasi, tradizionalmente appannaggio delle fornaci. Il suo stile unico combina tecniche antiche con un’estetica moderna.

In arrivo altre 5 video storie

Questi primi 5 video, inclusi nella mini-serie di documentari dedicata ai mestieri che mantengono viva l’anima artigiana della città definendone l’identità culturale, sono stati presentati al pubblico nel corso di una serata illustrativa organizzata al “Combo”, ex convento dei Crociferi in campo dei Gesuiti. A breve, in data e location ancora da definirsi, saranno proposti altri 5 video.

Tra i protagonisti, Francesco e Paolo Zanon, ovvero i titolari dell’officina fabbrile Zanon, fondata dal padre Gino nel 1942 a Sant’Alvise: un ampio spazio, al contempo laboratorio e archivio, che racconta la collaborazione con l’architetto Carlo Scarpa, durata oltre 3 decenni.

Le conterie, ovvero le perline di vetro che la Serenissima spediva in tutto il mondo, usandole talvolta come valuta di scambio, rappresentarono un’ancora di salvezza per l’industria del vetro veneziana durante i periodi di crisi economica. E sono realizzate proprio utlizzando le conterie (insieme a perle rare, alcune risalenti alla fine dell’Ottocento, perle a lume e a canna tirata), i gioielli dell’impiraressa moderna Marisa Convento, con laboratorio a Bottega Cini, non lontano da Punta della Dogana. Marisa è vicepresidente del Comitato per la Salvaguardia delle Perle di Vetro Veneziane che ha fatto ottenere alle tecniche di lavorazione delle perle di vetro il riconoscimento Unesco nel 2020.

L’impiraressa Marisa Convento

In Corte Botera, a Castello troviamo la bottega del liutaio Riccardo Guaraldi. L’esperienza nel restauro di strumenti settecenteschi, maturata durante gli anni trascorsi nei laboratori di alcuni dei più grandi maestri liutai, gli consente di replicare con precisione le qualità tonali dei violini d’epoca. La scelta dei materiali è un elemento centrale nel lavoro di Riccardo, che seleziona i legni valutandone proprietà acustiche come elasticità, peso e capacità di trasmettere il suono. Ogni aspetto dello strumento è progettato con cura: da scelta dei materiali alle proporzioni matematiche che ne definiscono la struttura, alla curvatura precisa dell’arco per garantire una resa sonora ottimale.

Originaria del Brasile e cresciuta in Cile, giunta a Venezia per studiare allo Iuav, la ceramista e insegnante di ceramica Daniela Levera, fa parte del consiglio direttivo de ‘I Bochaleri’, l’Associazione ceramisti veneziani impegnata in prima linea nel promuovere la ceramica nel contesto culturale della città. Nel suo laboratorio al Lido lavora principalmente la porcellana creando pezzi che incarnano sia bellezza che funzionalità, con un’attenzione particolare all’uso di materiali riciclati.

Nel chiostro dei Santi Cosma e Damiano, sull’isola della Giudecca, il beneventano Fernando Masone realizza a mano fogli di carta che danno vita a oggetti tridimensionali, sculture, bassorilievi, quaderni, paralumi e altre creazioni che uniscono estetica e funzionalità. Il processo inizia dal cotone, che viene ridotto in polpa e lavorato secondo un’antica tradizione cinese. La polpa è poi modellata in fogli, drenata e pressata utilizzando una delle due presse tradizionali del laboratorio, una progettata dallo stesso Fernando e una, storica, preziosa eredità della Biblioteca Marciana.

Marino Menegazzo al lavoro nel laboratorio Mario Berta Battiloro

Nell’archivio Maker Mile dedicato alle eccellenze dell’artigianato veneziano (ulteriori informazioni sulla piattaforma: www.makermile.it) figura anche Marino Menegazzo, titolare di Mario Berta Battiloro. Fondato nel 1926 da Mario Berta, il laboratorio che produceva la famosa foglia d’oro, una tecnica introdotta a Venezia dai Bizantini nel XI secolo, è stato definitivamente chiuso nel gennaio del 2025 ed i macchinari trasferiti al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, con l’intento di preservare la memoria di quest’arte, nella speranza che la storia della battitura dell’oro non venga mai dimenticata.

La foglia d’oro di Mario Berta Battiloro

Claudia Meschini

 

 

 

 

 

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