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La famiglia nell'arte e nella storia di Venezia

La famiglia nell'arte e nella storia di Venezia
Lotto - Ritratto famiglia Della Volta

Nei secoli ha rappresentato molto più di un luogo d’accoglienza. E nella storia è stata anche un marchio da esibire. A volte un fardello da portare.
Nel bene e nel male, ricca e nobile oppure povera, ciò che resta al centro delle nostre comunità è la famiglia.
Nella giornata mondiale dedicata, ripercorrere le testimonianze artistiche della famiglia attraverso opere che hanno sviluppato il tema di questo nucleo rimasto identico nonostante nel tempo siano mutati i rapporti e i ruoli al suo interno, significa dare un valore diverso a ciò che normalmente guardiamo dando spesso per scontato.

L’Alta Società e il ritratto di famiglia

Per ritrarre la nostra famiglia, oggi ci basta un click con la fotocamera del cellulare.
Fino a un secolo fa, questo non era possibile. Anzi, il ritratto rappresentava uno status sociale che raccontava di una certa fortuna familiare in termini economici.
Per una “foto” di famiglia si doveva pagare un pittore, commissionare il lavoro e posare per ore sperando che il risultato soddisfacesse l’aspettativa.
Era una questione decisamente complessa.
Potendo pochi permettersi un lusso di questo tipo, ciò che è giunto fino a noi è per lo più il racconto di una società ricca e ben vestita.

I Sagredo e i Michiel nel tratto del Longhi

Un maestro in questo stile tra i pittori fu sicuramente Pietro Longhi.
Con la sua abilità di immortalare sulla tela le scenette di vita della società veneziana, ci ha tramandato moltissime immagini di famiglie veneziane dai nomi altisonanti per il glorioso passato ma che, nel ‘700 avevano decisamente ridimensionato il loro status.

Pietro Longhi – Famiglia Sagredo

Il Ritratto della famiglia Sagredo (1752 circa), quello de La famiglia Michiel (1780) e Famiglia Patrizia (1752 circa) ci permettono di capire alcune peculiarità del secolo.
Possiamo notare come la madre, un po’ per il volume dei vestiti un po’ per il suo ruolo principale nella casa, sia sempre posta al centro, mentre la figura del padre varia.
Spesso, oltre ai vari figli, fratelli e sorelle che vengono disposti in primo piano, c’è sempre il dipinto di un antenato famoso o di un elemento importante come il blasone di famiglia.

Longhi – Famiglia Nobile

I poveri in pillole

E le famiglie povere?
Un dipinto non era certo alla portata dei cittadini comuni. Poiché, oltre ad essere molto costoso, un ritratto di famiglia avrebbe costretto i suoi componenti a giorni di posa (e quindi di inattività lavorativa) le testimonianze di famiglie povere del tempo sono molto ridotte. Tuttavia i pittori ne hanno inseriti alcuni esempi come elemento di contestualizzazione per altre opere.
Ecco perché spesso troviamo queste immagini inserite in dipinti che raccontano storie completamente diverse.

Nel dipinto Presentazione di Maria al Tempio, realizzata da Tiziano, della Sala dell’Albergo alle Gallerie dell’Accademia, vediamo 3 esempi di povertà familiare.


Partendo da sinistra troviamo una donna che chiede l’elemosina con il figlio in braccio che si dimena, troviamo i genitori di Maria che si rincuorano vedendo la figlia così calma e vediamo la famiglia dello stesso Tiziano ritratta nell’opera su un balcone.
Questo succede anche nel dipinto Ritratto di famiglia del Museo Correr, dove Cesare Vecellio (cugino di Tiziano), oltre al nucleo di una famiglia non specificata, inserisce anche tutti gli elementi della sevitù che di fatto hanno un ruolo così presente nella vita dei nobili da essere considerati parte effettiva del nucleo familiare.

Una famiglia che evolve

Dall’idea familiare arrivata dall’Ottocento e dai secoli precedenti fino a oggi, sono cambiate molte cose.
Oggi la famiglia ha delle componenti di affettività che prima, seppur presenti, erano decisamente secondarie.
Il ‘900, con le sue battaglie per i diritti e con una società immerse in continue riforme, ha dato il via a nuove forme di famiglia, meno legate alla classica concezione.
È, infatti, dilagata l’idea di famiglie composte da un solo genitore, cosa che fino agli inizi del secolo scorso sarebbe stata impensabile.
È il caso del Ritratto di famiglia  di Pegeen Vail alla Peggy Guggenheim Collection. Un dipinto degli ultimi anni ’50 in cui lei ritrae la sua idea di famiglia.

Pegeen Vail – Ritratto di Famiglia

Cresciuta dalla madre divorziata e separata anch’essa dal marito proprio in quegli anni, ha messo su carta la propria forma familiare: una madre con tre figli e nessuna figura paterna.

La famiglia in arte

Storicamente il figlio riprendeva spesso il lavoro paterno, ereditandone la bottega. Questo è successo per secoli in tutti gli ambiti del lavoro, anche nel mondo dell’arte.
Venezia può raccontare grandi testimonianze di questo fatto: dai Robusti, dove il figlio Domenico riprende il lavoro di Tintoretto Padre e lo continua nel tempo, passando per i Tiepolo con il padre Giambattista e i figli Giandomenico e Lorenzo, tutti pittori, fino alla famiglia Fortuny, che testimonia nel suo palazzo in sestiere San Marco le abilità dei vari componenti del proprio nucleo.

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Tag:  arte