Economia +

Gas: è di nuovo impennata dei prezzi. Un nuovo decreto

Gas: è di nuovo impennata dei prezzi. Un nuovo decreto

La situazione internazionale impatta ancora sul costo del gas. Si va verso la proroga del mercato tutelato ma non solo. Oggi il Cdm

Ancora un inverno a rischio.
Non solo la guerra in Ucraina ma anche il conflitto in corso tra Israele e Hamas farà sentire il suo effetto sul caro bollette.
Nonostante la settimana sia iniziata con una notizia positiva (all’apertura dei mercati, la quotazione al megawatt/ora, sul mercato di riferimento di Amsterdam, ha fatto segnare un netto calo, del -5,6%, attestando il prezzo a 48,25 euro) e benché gli stoccaggi nei depositi siano pieni per oltre il 90% di scorte di metano, acquistato oltretutto in una fase in cui i prezzi erano decisamente vantaggiosi, il timore che si possa ripetere una situazione di difficoltà è fondato.
Ed è per per questo che il Governo, nella riunione odierna del Consiglio dei ministri, dovrebbe approvare un nuovo decreto-legge sulla sicurezza energetica, che, per fronteggiare i possibili rischi, introdurrà alcune misure, a partire dalla proroga del mercato tutelato.

gas

L’impatto della situazione geopolitica sul prezzo del gas

Nonostante la frenata odierna sui mercati internazionali, è bastata una settimana di tensione in Medio Oriente per far schizzare le quotazioni del gas.
Le associazioni dei consumatori quantificano gli aumenti: in 7 giorni, tra il 34% e il 40%, passando da 38 a oltre 50 euro al megawatt/ora.
Un incremento che, secondo il Codacons, “se traslato sulla voce approvvigionamento materia prima energia”, determinerebbe una spesa aggiuntiva di 355 euro l’anno per ogni famiglia con contratto sul mercato tutelato. La bolletta media del gas, prosegue l’analisi del Codacons, potrebbe salire di 210 euro, attestandosi a 1.537 per nucleo.
Considerando anche l’impatto del gas sulla bolletta elettrica, si arriverebbe inoltre a un incremento rispetto agli attuali prezzi del +17% sul costo complessivo delle forniture energetiche, toccando mediamente i 2.446 euro annui per famiglia.
Perché si ritengono inevitabili i rincari anche sul mercato libero: non solo per le offerte a prezzo variabile, ma anche con possibili ritocchi per quelle a prezzo fisso.
L’impatto sarebbe ancor maggiore per Assoutenti: nell’ipotesi di prezzi costanti, il rincaro potrebbe essere pari a 247 euro, arrivando a 1.574 euro annui per nucleo familiare. Anche perché la situazione geopolitica è in fermento anche in Azerbaigian e l’Algeria, a cui l’Italia si è affidata per sostituire le forniture russe, è ora schierata a favore della Palestina. Per tacere, fuori dalle questioni politiche, dei problemi tecnici sul gasdotto tra Estonia e Finlandia.

gas

Le mosse del Governo italiano

In un’intervista in onda su “In mezz’ora” di Rai 3, il vicepremier Antonio Tajani ha dichiarato che il Governo è “pronto a reagire” nel caso di un’impennata del prezzo del gas.
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha inoltre confermato che l’Italia è tra i Paesi che chiederanno il rinnovo per un anno a livello europeo del price cap, che fissa in 180 euro al megawatt/ora il prezzo massimo del gas.
Maggiori dettagli sulla strategia dell’Esecutivo in materia energetica si conosceranno comunque una volta approvato il testo del nuovo decreto legge che, in bozza, prevede di far slittare oltre, rispetto alla scadenza fissata del 10 gennaio, il passaggio di tutti gli utenti al mercato libero dell’energia.
Ai clienti in regime tutelato, secondo la bozza, dovrebbe essere concessa una ulteriore finestra tra 6 e 12 mesi per scegliere il nuovo operatore.
Non sarà comunque l’unica misura. Si parla anche dell’istituzione di un nuovo servizio per la fornitura di elettricità a prezzi calmierati ai clienti vulnerabili e dell’introduzione di nuove norme sugli impianti eolici in piattaforme offshore, sulla ricerca di gas sul territorio italiano e sui rigassificatori, puntando ad aumentare rispetto al 4% (pari a 3,3 miliardi di metri cubi su un totale di 76 miliardi di domanda nazionale) la quota di gas legata alla produzione interna.

gasDel 96% di gas importato, continuano i dati di Proxigas, l’associazione di riferimento del settore, nel 2021 l’86,5% è arrivato via gasdotto e il restante via nave come gas naturale liquefatto, da riportare allo stato gassoso nelle apposite strutture. Al riguardo, l’Italia ha aggiunto nel 2023 ai primi 3 rigassificatori (Porto Viro in provincia di Rovigo, Panigaglia in provincia di La Spezia e la nave Olt al largo di Livorno) una nave destinata al porto di Piombino, mentre un’altra dovrebbe diventare operativa a Ravenna dall’autunno 2024.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  gas