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Gallerie dell'Accademia: la nuova stagione

Gallerie dell'Accademia: la nuova stagione
Archivio fotografico GAve - “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia” Ph: Matteo De Fina

“In queste sale totalmente risistemate, la grande scuola pittorica veneta, che ha nelle Gallerie il suo monumento, può essere fruibile sotto una nuova luce, che rende accessibile quelle qualità cromatiche che fin dalle fonti sono state individuate come sua specifica caratteristica”.
Dopo anni di restauri volti a raddoppiare gli spazi espositivi, ad abbattere le barriere archittettoniche e ad avviare il progetto “Grandi Gallerie”, all’Accademia si tirano le prime somme.
A fine agosto è stato riconsegnato anche il primo piano e il direttore  Elia Manieri non ha dubbi: è finalmente cominciata una nuova stagione.

Il flusso dei visitatori di settembre mantiene alto il trend ma sono attesi i picchi delle ultime quattro giornate di visite gratuite previste per l’anno 2019:

  • 21-22 settembre 2019 per le Giornate Europee del Patrimonio
  • 21 novembre 2019 per la Festa della Madonna della Salute
  •  3 dicembre 2019 per la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità

Il nuovo percorso

Ad attendere il pubblico è un  nuovo percorso del Cinquecento veneziano.  Un allestimento delle sale VI-XI del primo piano, pensato per valorizzare visivamente capolavori universalmente conosciuti come la Tempesta di Giorgione o Nuda, che il pittore di Castelfranco affrescò per il Fondaco dei Tedeschi. E poi ancora le opere di Bellini, Bosch, Lotto, Tiziano, Tintoretto e tutti gli altri, per rendere più chiara e comprensibile quella che è stata l’evoluzione dell’arte veneta.
Le sale sono state restaurate sia dal punto di vista architettonico che impiantistico e quindi riallestite per superare la ristrettezza degli spazi e la collocazione obbligatoria di alcune opere, sofferti sin dal primo progetto scientifico di allestimento del 1894 curato dal museologo Giulio Cantalamessa.  Per dare spazio e respiro a questa nutrita collezione, è stato prima fatto un ampliamento al piano terra per collocare le opere dal Seicento all’Ottocento, esposte in precedenza nei saloni del primo piano.
Inoltre la visita viene arricchita da dispositivi didattici in due lingue, disposti su tre livelli di approfondimento: il pannello introduttivo sul totem, la scheda mobile di sala, le didascalie “parlanti” per tutte le opere esposte.

Le nuove sale delle Gallerie

L’itinerario inizia con la sala VIa, che è preambolo con i dipinti della bottega di Giovanni Bellini, punto di riferimento imprescindibile di quasi tutti gli artisti che si ritrovarono ad operare a Venezia tra il Quattrocento e il Cinquecento.

Archivio fotografico GAve – “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Ph: KarmenCorak

La sala VIb invece sfodera l’importante ciclo belliniano della Scuola Grande di San Marco, organizzato in maniera coerente rispetto alla sua rappresentazione nella collocazione originale.

Archivio fotografico GAve – “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Ph: Matteo De Fina

La sala VII è dedicata all’olandese Hieronymus Bosch con le sue celeberrime “Visioni dell’Aldilà” e il “Trittico degli Eremiti”, quest’ultimo proveniente presumibilmente dalla ricca raccolta Grimani (del letterato cardinal Domenico), che mette in luce come a Venezia il collezionismo guardasse interessato anche alle opere degli autori nordeuropei.

Nella sala VIII, la Tempesta di Giorgione è accostata alla Vecchia e al Concerto (opera questa concessa in comodato dalla collezione Mattioli), dipinti che si trovano documentati nella raccolta della famiglia Vendramin ancora nel Cinquecento.

Archivio fotografico GAve – “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”
Ph: Matteo De Fina

Accanto all’affresco Nuda, vengono posizionati i dipinti esordienti di quelli che furono i più famosi allievi di Giorgione: Tiziano e Sebastiano del Piombo.
Un passaggio del testimone che sancisce l’entrata di Venezia nel Rinascimento.
La sala IX rappresenta il panorama artistico veneziano della prima metà del Cinquecento, con la Sacra conversazione di Palma il Vecchio e il raffinato Ritratto di gentiluomo di Lorenzo Lotto, scoperto questo nel 1923 nel palazzo di rappresentanza trevigiano dei conti Rovero e acquisito dallo Stato nel 1930.
I grandi saloni che seguono sono invece dedicati esclusivamente all’incanto dei grandi protagonisti dell’arte veneta del Cinquecento, con Veronese (sala X), Tintoretto e Tiziano (sala XI).

Le Gallerie dell’Accademia

Nate nel 1766, quando la Repubblica di Venezia fondò in città un’Accademia di pittori e scultori, le Gallerie ospitano i capolavori di cinque secoli di arte. Ospitano una straordinaria collezione di dipinti veneziani che  vanno dal 1200 bizantino attraverso il gotico fino a raggiungere gli artisti del Rinascimento come Bellini, Carpaccio, Giorgione, Veronese, Tintoretto e Tiziano fino a Giambattista Tiepolo e i vedutisti del 1600, Canaletto, Guardi, Bellotto, Longhi. Tutti artisti che hanno influenzato la storia della pittura europea. Nella “Sala delle Riduzioni accademiche” è possibile vedere anche l’Uomo Vitruviano di Leonardo.

 

 

 

 

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