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Flower sommelier: un esperto per conoscere il gusto dei fiori

Flower sommelier: un esperto per conoscere il gusto dei fiori

Unisce scienza del gusto e coltivazione bio: è il “flower sommelier”, figura pionieristica nel panorama food. L’idea è di due giovani imprenditori che trasformano i fiori eduli in un’esperienza da assaporare, ascoltare e raccontare

Pensando ai fiori, le prime sensazioni che scattano nel nostro cervello sono quelle visive e olfattive. In realtà, oltre a bellezza, colori e profumo, diversi fiori possono essere mangiati e hanno molto da offrire anche dal punto di vista del gusto, tra sapori classici e sorprendenti sensazioni. La begonia, per esempio, ricorda il limone. Il nasturzio, invece, è inaspettatamente piccante.

Un viaggio sensoriale all’interno del quale, da poco meno di un anno, ci può guidare una inedita figura di esperto creata, integrando le rispettive conoscenze, da due giovani imprenditori di Frascati: il “flower sommelier”.

Fiori eduli: dalla coltivazione alla degustazione

“È difficile averne la certezza; ma, a quanto mi risulta, questa figura professionale sembra essere nata per la prima volta proprio all’interno della nostra azienda e dunque penso che si possa davvero parlare di una novità mondiale”, ci dice Michelangelo Ciuccoli, titolare, con la compagna di origine francese Amélie Cheliout, dell’azienda agricola “Nature Concrete”. “Cercando in rete – prosegue – ho trovato un altro “flower sommelier”, ma è esperto di allestimenti, non di fiori alimentari”. Michelangelo ed Amélie, invece, da 4 anni coltivano fiori eduli destinati inizialmente solo ai rifornimenti per la ristorazione, che li utilizzava poi per le decorazioni e il consumo alimentare. “Ovviamente – riprende Ciuccoli – li facevamo assaggiare agli chef anche prima. Ma è solo da luglio del 2024 che abbiamo lanciato il servizio di degustazione di fiori per eventi, principalmente matrimoni, che è in sostanza la vera novità”.

Quando cucina e floricultura si incontrano

La proposta del “Flower Bar” è stata l’evoluzione naturale dell’idea di dedicarsi ai fiori “da mangiare”, che ha costituito il punto di incontro tra i due ragazzi. “Amélie – racconta Michelangelo – ha sempre vissuto fin da bambina in campagna ed è sempre stata, per istinto, appassionata di fiori, scegliendo non a caso poi la strada della formazione in campo biologico, avvicinandosi sempre più alla natura. L’ambiente in cui è cresciuta ha dunque sicuramente assecondato la sua passione. Ma non dovete immaginare che, in tavola, i suoi genitori portassero sempre fiori da mangiare: lei lo faceva da piccola più che altro per curiosità e dunque possiamo parlare di un mix di condizioni favorevoli”.

A tutto ciò si è quindi unito un altro fattore della vita: l’incontro con Ciuccoli, laureato in Scienze e cultura della gastronomia e della ristorazione all’Università di Padova, che, anche dopo un periodo di tirocinio all’Hard Rock Cafè di Venezia, ha coinvolto la compagna nella passione per il cibo.

Michelangelo Ciuccoli ed Amélie Cheliout, titolari dell’azienda agricola “Nature Concrete”

Il sommelier dei fiori

Il passo successivo, come detto, è arrivato però dopo 3 anni dall’avvio dell’attività dell’azienda. “Il tutto – ricorda Michelangelo Ciuccoli – è partito dalla richiesta di una coppia, che ci seguiva dall’inizio della nostra produzione, di avere una fornitura di fiori eduli da far assaggiare agli invitati al loro matrimonio”. In realtà, però, in quell’occasione l’assaggio avvenne in piena autonomia. “Non avevamo – aggiunge – ancora l’idea di diventare “sommelier”, ma abbiamo da subito pensato che era un peccato non aver potuto mettere a disposizione la nostra esperienza nel campo della coltivazione e dell’analisi sensoriale dei fiori per rendere gli assaggi più interessanti, anche dal punto di vista del racconto esperienziale. Pian piano, comunque, abbiamo sempre più preso coscienza di ciò che potevamo dare, abbiamo iniziato a gettare le basi per questo sviluppo e, dalla prima fornitura, abbiamo deciso di sviluppare il servizio guidato di degustazione di fiori in occasione di eventi”.

I fiori: gusto e sensazioni per il palato

Mangiare un fiore, del resto, offre stimoli che vanno anche al di là del semplice sapore percepito dalle nostre papille gustative. E, anzi, l’esperto vede proprio in questo mix di gusto e sensazioni l’aspetto interessante. “Sono tantissimi – rimarca – i fiori che si possono mangiare e non tutti hanno un”identità particolare dal punto di vista del gusto. Può essere caratteristico il profumo. Oppure la cosiddetta “texture”, ovvero la sensazione tattile da cui deriva la percezione del cibo in bocca”. Al riguardo, l’esempio più calzante è quello della viola, che, sia pur priva di gusto, avendo petali vellutati , attraverso la sensazione di “liscio” crea sensazioni simili a quelle prodotte da un fungo. Al contrario, l’acmelia viene chiamata “fiore elettrico” in quanto, contenendo un anestetico naturale come lo spilantolo, unito a limonene e mentolo, produce l’impressione simile a quella di una piccola scossa elettrica sulla lingua.

L’evoluzione di un’attività innovativa

Fin dall’inizio, l’attività di Amélie e Michelangelo ha raccolto riscontri molto positivi, spingendo i giovani imprenditori a sviluppare meglio il concetto, come attraverso la collaborazione con una grossa impresa di catering che opera nella zona dei Castelli Romani, che ha consentito di ottimizzare il prodotto per il mondo dei matrimoni. Un’ulteriore fondamentale spinta è quindi arrivata, tra settembre e ottobre 2024, dal risultato ottenuto attraverso alla partecipazione alla fiera “Roma Sposa”, con la decina di prenotazioni raccolte in un solo weekend. Nel frattempo, il prodotto è stato sviluppato anche in altre direzioni, per esempio proponendo una degustazione abbinata fiori/vini.

“Stiamo provando – conclude Ciuccoli – a capire bene la nostra strada. Ci piacerebbe continuare aumentando gli eventi, proponendo nel contempo il Flower Bar anche in ristoranti e hotel di un certo livello, che offrono contesti e pubblici adatti per le degustazioni e l’ascolto del racconto che le accompagna. Si sta anche aprendo uno spiraglio sul fronte del franchising, attraverso lo sviluppo di corsi di formazione dedicati agli studenti, per insegnare loro, nel nostro nome, la coltivazione e l’attività di flower sommelier. Probabilmente, dunque, nei prossimi mesi o nei prossimi anni, potremo annunciare qualche novità”.

Alberto Minazzi

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Tag:  Cucina, fiori