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Figliuolo: giugno possibile mese di svolta

Figliuolo: giugno possibile mese di svolta

Il Piano vaccinale nazionale si prepara a superare il criterio delle fasce d’età.
“Quando avrò la programmazione dei vaccini in arrivo a giugno – ha spiegato il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, al termine del sopralluogo al centro vaccinale PalaExpo di Venezia – se sarà coerente con la mia stima, ovvero dai 20 milioni in su, una volta messi al sicuro gli over 80, i fragili e gli over 65, l’idea è quella di dare un via libera in maniera parallela e multipla. Andando cioè su tutte le classi d’età e aprendo ulteriori hub vaccinali, che sono quelli delle aziende. Siamo già in grado di metterne in campo circa 65 in Veneto, mentre saremo su oltre 1.000 sul piano nazionale”.

giugno la svolta?

Il commissario ha dunque definito giugno come un “mese di svolta, in cui dare una spallata definitiva e lasciarci dietro il periodo peggiore”. Figliuolo ha invece parlato di maggio come “mese di transizione”, con circa 17 milioni di dosi, una media di somministrazioni di oltre 500 mila al giorno, tra giovedì e venerdì, e l’avvio, da lunedì, delle prenotazioni per chi ha tra 40 e 49 anni.

“Al momento – ha confermato – stiamo andando avanti col Piano cadenzato a scalare, con alcuni focus a partire da over 80 e fragili. Perché questo, insieme alle misure di contenimento, ha dato dei frutti e dei benefici: come ha stimato la Fondazione Gimbe, l’ospedalizzazione è infatti caduta del 50% e di oltre il 45% sulle terapie intensive. Numeri importantissimi, che fan sì che la popolazione abbia fiducia e che a breve le classi produttive possano tornare a pieno ritmo. Sono molto confidente nel fatto che si possa raggiungere l’immunità di gregge nei tempi previsti”.

I vaccini: alcune precisazioni del commissario

“A giugno – ha proseguito il commissario – i vaccini arriveranno in maniera copiosa. E spero a breve di poter diramare il calendario ufficiale. Sia chiaro poi che noi non facciamo magazzino, ma la struttura commissariale procede con bilanciamenti provvisori, con il consenso delle Regioni interessate. È quanto già fatto ad esempio con Sicilia e Puglia, ma faremo ulteriori bilanciamenti su AstraZeneca”. Oggi, intanto, sono arrivati in Italia 2,1 milioni di dosi di Pfizer e domani 400 mila di AstraZeneca e 170 mila di Johnson & Johnson.

Quanto all’allungamento dei tempi per il richiamo dei vaccini a Rna messaggero, Figliuolo ha sottolineato che il passaggio da 21 a 42 giorni deriva da “studi scientifici, perché dopo 42 giorni si è ancora nella curva di effetto del farmaco e quindi cambia poco”. “Il periodo più lungo – ha concluso – dà però la possibilità, a parità di dosi, di vaccinare qualche milione di persone in più. Ecco perché il Cts ha ritenuto opportuna questa raccomandazione”. Al momento, tra 17,5 milioni di prime dosi e 7,5 cicli completi, l’Italia ha superato i 25 milioni di somministrazioni.

In Veneto la scienza di pari passo con l’organizzazione

Nella sua visita in Veneto, Figliuolo ha sottolineato anche “l’estrema virtuosità” della regione sul piano delle vaccinazioni: “Un Piano vaccinale è un insieme di scienza e organizzazione. E questa qui c’è e si è vista”.
Il 98% di vaccinati over 80 (su una media nazionale dell’88%) e dell’83% degli over 70 (rispetto al circa 75% italiano), la somministrazione costantemente sopra il 90% delle dosi ricevute e il mantenimento della media giornaliera sempre sopra il target di 40 mila vaccinazioni sono alcuni dei dati rimarcati dal commissario. “Con medici di medicina generale e farmacie, ritengo che il Veneto possa arrivare anche fino a 100 mila al giorno”, ha detto.

Il generale, riferendosi alla struttura veneziana del PalaExpo, ha poi sottolineato come “questo hub vaccinale è frutto del sistema-Paese, della sinergia tra privati imprenditori, Regione e Comune. E questo è importante, perché se si fa squadra si vince”. E, al riguardo, il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha confermato: “Le sinergie nazionali hanno trovato in questo territorio reale concretizzazione. Le buone pratiche vanno portate a livello nazionale. E non dimentichiamo che tutto questo è stato reso possibile grazie anche alla disponibilità e alla generosità delle persone del sistema di volontariato”.

Alberto Minazzi

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