La perdita dei flussi turistici internazionali è molto più di un rischio, nella stagione estiva 2021, per le località balneari italiane. Lo sottolineano i primi dati reali sulle prenotazioni, come quelli che arrivano da Federalberghi Spiagge Venete, e lo confermano altre indagini, come quella di Federbalneari Alberghi.
I dati delle spiagge venete
I dati dei software gestionali di hotel e campeggi del Veneto vengono raccolti in automatico dal sistema di rilevazione della piattaforma “HBenchmark”. «E a oggi non sono positivi. Abbiamo già dimostrato di poterli sovvertire, ma servono risposte e tempi certi» commenta Alberto Maschio, consigliere del direttivo nazionale di Federalberghi e coordinatore di Federalberghi Spiagge Venete, che rappresenta 722 hotel, per circa 60 mila posti letto, e occupa circa 13 mila lavoratori.
La media di occupazione già acquisita dalle strutture della costa veneta, da metà maggio a metà settembre, è del 16,2%, con un picco del 26% per il ponte del 2 giugno e le festività del Corpus Domini.
A superare il 20% sono anche le due settimane centrali di luglio, soprattutto per gli alberghi a 4 stelle (che registrano una media del 17,4% sull’intero periodo). I 3 stelle fanno registrare invece un’occupazione media del 15%.
Cresce il peso dei turisti italiani
Pur restando la Germania, con il 27,6% del totale (con punte tra il 44 e il 45% a maggio e settembre) la prima nazione di provenienza dei turisti diretti sulle spiagge venete (ma si registra un -9,1%), proporzionalmente aumenta il peso dei turisti italiani, con una crescita di +4,9 punti percentuali (24,9% la media dell’intera estate, mentre ad agosto il peso è del 30%). Basti l’esempio del prossimo week-end, il primo in zona gialla per il Veneto: l’occupazione delle strutture è al 10%, con la quasi totale assenza del mercato estero.
Ma anche il dato suddiviso per località conferma la tendenza. «A Caorle – sottolinea Maschio – il peso dei turisti italiani è più alto. E questo si traduce in un’occupazione acquisita più elevata in tutti i mesi presi in considerazione, con la punta del 30% a luglio. E se Jesolo, dove incide di più il pendolarismo, si posiziona a metà strada, Bibione, che ha più flussi provenienti dall’estero, non si spinge mai oltre il 16%».
La situazione in Italia
La tendenza verso un’estate con un turismo prevalentemente italiano è comunque comune a tutto il territorio nazionale. «Le stesse difficoltà del Veneto – spiega il consigliere nazionale di Federalberghi – le ho riscontrate anche confrontandomi con i colleghi di altre parti del Paese. Le possibili differenze si legano alla composizione della clientela. Soprattutto al sud, dove vanno in vacanza in proporzione più italiani, le percentuali di occupazione possono essere leggermente migliori».
E’ questa, secondo Federbalneari Alberghi, la situazione della Sardegna, in pole position sulle altre regioni dove ci sarebbero “ottimi segnali di prenotazioni domestiche per i mesi di luglio e agosto”.
Dare certezze al turismo straniero
A incidere sull’attrattività nei confronti dei turisti stranieri sono principalmente le incertezze legate alla pandemia. Il coprifuoco alle 22 e il non ancora definito iter per arrivare al green pass vaccinale sono indicati da tutti gli operatori del settore come i principali nodi da risolvere al più presto, per dare il via a un’inversione di tendenza nelle prenotazioni dall’estero. Federalberghi Spiagge Venete evidenzia come, negli ultimi 6 giorni, ci sia stato un calo, con diverse disdette. Ma il tempo per recuperare, aggiunge Maschio, c’è, considerando che «lo scorso anno il 64% delle prenotazioni era arrivato dopo il 15 luglio».
