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Elettricità: cali e bonus. Ma non per tutti

Elettricità: cali e bonus. Ma non per tutti

L’aggiornamento di Arera: -55,3% per gli utenti del mercato tutelato, anche se tornano gli oneri di sistema. Intanto, ecco come cambierà il Superbonus

Da aprile, per i prossimi 3 mesi l’energia elettrica costerà meno della metà rispetto a quanto pagato dagli utenti del mercato tutelato nelle bollette di gennaio, febbraio e marzo 2023. Il costo di un kilowatt ora, infatti, passa da 41 a 23,75 centesimi, tasse incluse, con un calo del -55,3%.
Lo ha stabilito, nel suo aggiornamento periodico, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), che ha anche rafforzato il sistema di bonus, con l’innalzamento della soglia di Isee per le famiglie numerose.
Sono però al tempo stesso molti coloro che si troveranno a pagare di più, per il ritorno della voce relativa agli oneri di sistema tra quelle inserite nella bolletta della luce.
Nel frattempo, su un altro fronte che riguarda da vicino numerosi italiani, quello cioè del Superbonus per l’efficientamento energetico degli edifici, è ormai praticamente definito il nuovo quadro normativo. Nel testo approvato con voto di fiducia alla Camera sono numerose le novità, a partire dalla conferma dello stop allo sconto in fattura.

Kilowatt/ora meno caro. Una frenata per l’inflazione?

La decisione dell’importante taglio al costo dell’elettricità presa da Arera, che si applica a tutti gli utenti, non solo residenziali, del mercato tutelato, si collega soprattutto alla considerazione che i prodotti energetici, a partire dal gas, materia prima più utilizzata per la produzione di energia elettrica, hanno fatto registrare un -72% nelle quotazioni all’ingrosso rispetto al primo trimestre 2023.
Il -55,3%, sottolinea però la stessa Autorità, non consentirà di riassorbire tutti gli aumenti registrati nell’ultimo anno, tant’è che una famiglia-tipo, tra luglio 2022 e giugno 2023, spenderà 1.267 euro: il 33,7% in più di quanto sborsato per l’elettricità nello stesso periodo tra 2021 e 2022.
Si stima comunque che la riduzione dei costi dell’energia potrà determinare una frenata dell’inflazione (come avvenuto ad esempio in Spagna e Germania) che, per la Bce, potrebbe aver raggiunto il picco.

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Bollette della luce: un risparmio da 793 euro l’anno

Come ha calcolato Assoutenti, pur ancora con un +14% rispetto al secondo trimestre 2021, il calo delle bollette determinerà un risparmio medio, su base annua, di 793 euro (da 1.434 a 641 euro) per una famiglia-tipo che consuma 2.700 kwh l’anno con un’utenza sul mercato tutelato. E questo nonostante l’aumento dei costi di commercializzazione riconosciuti da Arera alle compagnie e, soprattutto, nonostante il ritorno in bolletta degli oneri di sistema.
Questa voce di costo, che avrà un peso stimato dall’associazione attorno agli 82 euro annui, resta infatti sterilizzata ora solo per le bollette del gas metano, al momento fino al 30 giugno.
Lo stop alla sospensione del contributo chiesto agli utenti delle forniture elettriche per esempio per il sostegno alle energie rinnovabili si tradurrà invece in un aumento di 3 centesimi al kilowatt/ora. Che graverà interamente sulle tasche di chi si rifornisce sul mercato libero.

Bonus sociale energia: allargata la platea dei fruitori

Nella delibera, attuando il decreto bollette appena approvato dal Governo, Arera ha inoltre rafforzato i bonus sociali per aiutare i nuclei familiari meno abbienti, ma anche quelli numerosi, a pagare le bollette.
Accanto alla soglia di reddito Isee “standard” da 15 mila euro, potranno infatti beneficiarne anche le famiglie con almeno 4 figli e un Isee di massimo 30 mila euro, anziché 20 mila come in precedenza.
L’assegnazione del bonus sociale energia non richiede nessuna domanda specifica, visto che il contributo viene erogato direttamente all’interno della bolletta, ma le famiglie aventi diritto devono aver comunque presentato la Dichiarazione sostitutiva unica che consente di ottenere la certificazione relativa all’Isee. L’indicatore ha infatti una validità di 12 mesi, coincidenti con l’anno solare, e dunque chi non l’ha ancora fatto deve rinnovarlo anche per il 2023.

Superbonus: confermato lo stop allo sconto in fattura

Al tema delle bollette si ricollega anche quello dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio, al centro della discussa misura del Superbonus 110%.
La retromarcia, rispetto al sistema in vigore, è confermata ora dal voto a Montecitorio, a cui seguirà a breve quello in Senato.
In particolare, la Camera ha confermato lo spartiacque del 16 febbraio per poter usufruire della modalità dello sconto in fattura e della cessione del credito per godere del beneficio.

Il testo approvato dai deputati contiene però anche una serie di altre novità. Tra queste, il periodo in cui si possono detrarre dal reddito i costi sostenuti passa da 4 a 10 anni; per rientrare nel regime precedente sarà sufficiente una doppia certificazione per chi ha acquistato caldaie, infissi e pompe di calore prima del 16 febbraio anche se non li ha ancora fatti installare; il tempo per concludere i lavori nelle villette è prorogato di 6 mesi, fino al 30 settembre, sempre che il 30% sia stato completato entro settembre 2022.

Superbonus: il tema dei crediti

Lo stop alla possibilità di effettuare i lavori senza alcun esborso attraverso il meccanismo della cessione del credito (che resta ancora possibile per la rimozione delle barriere architettoniche e per gli immobili danneggiati dai terremoti e dall’alluvione nelle Marche, oltre che per le riqualificazioni urbane e per Iacp, onlus e cooperative di abitazione) è stata decisa per limitare le frodi e contenere i costi per le casse pubbliche.
Resta però aperto il tema dell’arretrato, con circa 118 miliardi di crediti che non sono stati assorbiti dal sistema bancario.
Al riguardo, la comunicazione della cessione delle spese relative al 2022 potrà avvenire fino al 30 novembre, superando la scadenza del 31 marzo a fronte del pagamento di una sanzione di 250 euro.
Con un allentamento della responsabilità in solido, le cessioni tra banche e assicurazioni diventano inoltre più semplici. E le banche che hanno esaurito gli spazi fiscali potranno smaltire fino al 10% dei crediti scontati attraverso una compensazione con Buoni del Tesoro con emissione dal 2028.

Alberto Minazzi

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