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ELEGANTE PASSIONE

ELEGANTE PASSIONE

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Le difficoltà hanno esaltato lo spirito Reyer. Risultato: playoff sfiorati in Legadue e finale scudetto femminile. Grazie anche ad un pubblico che l’Italia ci invidia.
Prendete una stagione come quella appena conclusa. Snervante, densa, intensa. E raddoppiatela: maschile più femminile. Raddoppiate la passione e il dispendio. Raddoppiate le attese e le emozioni. Raddoppiate i dolori, ma soprattutto le gioie. Essere reyerino è diventato impegnativo. Anche perché di scontato, la scorsa stagione ha avuto ben poco. Tanto trascinante la partenza delle ragazze, quanto ingarbugliata quella degli uomini. Tanto in discesa la squadra di Riga a metà del cammino, quanto al decollo quella di Bizzozi. Infine, meritatamente, ad un passo dal tricolore le prime. Inaspettatamente vicini ai playoff i secondi.
NON RITORNO.
Eppure un momento di svolta comune c’è stato. E ha una data precisa. Anzi due: 7 e 8 marzo 2009. In meno di 24 ore la stagione della Reyer è sul punto di non ritorno. La sera di sabato 7 la squadra di Riga esce a capo chino dal PalaMokador di Faenza. Non potrà difendere la Coppa Italia conquistata un anno prima. E nel frattempo Taranto e Schio stanno mettendo le mani sul campionato. Il giorno successivo, gli uomini di Bizzozi ospitano Pistoia. Dopo la sconfitta interna con Veroli, la sfida con i toscani diventa un drammatico dentro-fuori. La partita è l’apoteosi della sofferenza reyerina. La rimonta di Pistoia si compie con due tiri liberi a un secondo dalla fine. A segno. Si piomba all’ultimo posto.
DULCIS IN FUNDO.
Eppure è proprio nell’arco di quelle maledette 24 ore che l’annata reyerina cambia corso. Nel momento di maggior sofferenza le due squadre trovano la forza morale per reagire. O più semplicemente iniziano a raccogliere il frutto del loro lavoro. Ed ecco che la squadra maschile mette in fila cinque vittorie in sei partite, compresa quella sul campo di Jesi, dove di fatto si assicura la permanenza in Legadue. Immediata è anche la reazione delle ragazze, che sul parquet di Parma riscattano subito la delusione di coppa e aprono una serie di quattro successi consecutivi. I playoff iniziano di rincorsa. Prima il 2-0 sul Geas, poi la serie mozzafiato con Schio. Le energie cominciano ad evaporare. Ma c’è ancora tempo per un’indimenticabile vittoria in gara-1 di finale contro Taranto.
FAVORITI? NO GRAZIE.
Non è da Reyer partire favoriti. Non ha mai portato bene in tutta la sua lunga storia. Le stagioni più attese si sono spesso risolte in bruschi risvegli. Non è da Reyer forse nemmeno rispettare i pronostici. E se proprio bisogna farlo, si trova sempre il percorso più difficile, la combinazione meno scontata. Chi avrebbe scommesso sulla salvezza in Legadue, dopo le débacle interne con Roseto e Pistoia? Chi avrebbe immaginato una Reyer in finale scudetto, dopo gli stenti di inizio anno e gli infortuni di Giauro e Sottana? Se non c’è modo di soffrire, la Reyer lo trova. Ed è per questo, forse, che è tanto amata dai suoi tifosi.
COSTANTE TALIERCIO.
In una stagione dalle geometrie variabili, la vera costante è stata proprio il pubblico del Taliercio. Un afflusso continuo durante tutta la stagione, con un’impennata finale. Una media di oltre 2500 spettatori ufficiali a partita nel maschile (5° posto a pari merito con Jesi) e nettamente sopra la media complessiva del torneo di 2300. Un risultato importante considerando le sei sconfitte interne e il campionato di bassa classifica. Il paragone con gli ultimi campionati di A2 disputati al Taliercio negli anni ‘90 è eloquente: allora le medie raramente superavano i 1500 spettatori e si andava oltre solo nei finali di stagione, se fortunati. Nel femminile lo zoccolo duro dei 1000/1500 spettatori è lievitato fino ai 3000 delle partite di finale. Il fatto poi, che buona parte dei due pubblici si sovrapponga, rafforza questi dati e dà la misura della fedeltà degli appassionati orogranata, molti dei quali hanno assistito a oltre 30 partite interne nell’arco di sette mesi. UNA NUOVA ATMOSFERA. Lo si era percepito già durante l’ultima stagione di B. Ma quest’anno l’impressione è stata ancora più netta: al Taliercio si respira un’atmosfera del tutto particolare. Sarà per la presenza di tantissime famiglie sugli spalti. Sarà per il clima euforico, mai isterico e lo stile elegante. Sarà per il tifo caldo e mai irrispettoso dell’avversario. Sarà per la presenza fissa di tanti gloriosi ex giocatori reyerini di lunga data, da Geroli a Vianello, da Zamarin a Silvestrin. Sarà per i frequenti passaggi delle massime cariche cestistiche, da Meneghin, a Recalcati, a Ticchi. Ma è soprattutto l’insieme di tutti questi elementi che sta facendo diventare la casa orogranata un punto di riferimento per la pallacanestro di vertice. Un luogo di ritrovo fondamentale per la vita della città. Un pubblico competente, esigente e disciplinato come testimonia la vittoria della Coppa Disciplina della LegaDue. Un pubblico per lo più composto da giovani di livello socio-culturale medio alto che vivono l’evento sportivo con la giusta passione e senza isterismi.
OGGI É GIÁ DOMANI.
Ha definito il Taliercio una bomboniera anche il nuovo allenatore del maschile, Sandro Dell’Agnello, primo bagliore della stagione che sorge. Erediterà una squadra salva anche grazie alla professionalità di Stefano Bizzozi, chiamato a gestire una situazione delicata, in un ruolo non suo. Non bisogna dimenticarlo. E sul fronte femminile la “novità” è rappresentata dal passaggio di Eugenio Dalmasson sulla panchina delle ragazze orogranata. L’ex coach della Reyer maschile ha passato la seconda parte della stagione scorsa a studiare da vicino la galassia “basket rosa” ed ora è pronto per questa nuova avventura. Ma non sarà facile anche dimenticare, né descrivere, l’apertura della Misericordia di poche settimane fa. Mai tuffo nel passato è stato tanto avveniristico. Il futuro della Reyer è appena cominciato.
DI ALESSANDRO TOMASUTTI
 

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