Tra i settori a cui si applicherà l’aliquota anche farmaci e auto, non il vino. Palazzo Chigi: “Finalmente un quadro chiaro, ma ancora non punto d’arrivo”
L’intesa politica, tra i presidenti Ursula von der Leyen e Donald Trump, il 27 luglio. La sua formalizzazione, in una dichiarazione congiunta, il 21 agosto. Adesso, dunque, è ufficiale: ai dazi da applicare alle esportazioni dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti si applicherà un tetto massimo e onnicomprensivo del 15%. Una regola generale con poche eccezioni. Una, comunque positiva, riguarda i settori già soggetti a dazi superiori a questa soglia prima delle decisioni del presidente Usa, per i quali è previsto espressamente che non saranno soggetti a dazi aggiuntivi. L’altra, per ora negativa, sull’esclusione dall’applicazione del tetto di alcuni settori, tra i quali spicca quello che comprende vino, alcolici e birra, particolarmente rilevante per l’expo italiano. “Purtroppo – ha spiegato il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic – non siamo riusciti a far rientrare nel quadro questo settore. Almeno, non ancora”.
La dichiarazione congiunta: solo un punto di partenza
Nel testo, ha evidenziato lo stesso Sefcovic, è infatti inserito un paragrafo in cui si afferma che “entrambe le parti, gli Stati Uniti e l’Unione Europea, sono pronte a valutare altri settori in cui potremo abbassare i dazi in futuro”. Concetto che viene ripreso anche nella nota di commento pubblicata da Palazzo Chigi, dopo aver sottolineato che il documento appena sottoscritto “fornisce finalmente al mondo imprenditoriale un quadro del contesto delle relazioni commerciali transatlantiche”. “Non si tratta ancora – sottolinea il Governo italiano, confermando che resterà impegnato nei prossimi mesi, insieme alla Commissione Europea e agli altri Paesi membri, per incrementare i settori merceologici esenti, a partire da agroalimentare, acciaio e alluminio – di un punto di arrivo ideale o finale, ma alcuni punti fermi importanti sono stati già raggiunti, a partire dall’aver evitato una guerra commerciale e dall’aver posto le basi per relazioni commerciali mutualmente vantaggiose”. Soddisfazione condivisa anche con i vertici Ue, come la presidente della Commissione von der Leyen, che ha evidenziato come l’accordo commerciale “apporta benefici ai nostri cittadini e alle nostre aziende e rafforza le relazioni transatlantiche”. “Garantisce prevedibilità e stabilità ai legami economici transatlantici e alle imprese europee”, ha rimarcato il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, in un post su “X”.
I principali contenuti degli accordi Usa-Ue sui dazi
L’accordo quadro è stato definito, nell’annuncio ufficiale del suo raggiungimento, “una dimostrazione concreta del nostro impegno a favore di un commercio e di investimenti equi, equilibrati e reciprocamente vantaggiosi”, gettando “basi solide” che si attende daranno “nuovo slancio alla reindustrializzazione delle nostre economie”. Un “primo passo” verso la risoluzione degli “squilibri commerciali” che contribuirà a “liberare tutto il potenziale del nostro potere economico combinato”. Tra i punti fondamentali ritenuti “di particolare importanza” dal nostro Esecutivo c’è “il carattere onnicomprensivo della tariffa orizzontale del 15%”, che si applicherà, tra gli altri, anche a settori come l’auto, gravato al momento da tariffe fino al 27,5% e per il quale il taglio all’aliquota diventerà operativo, con retroattività dal 1° agosto, dopo l’abbattimento da parte di Bruxelles dei dazi su tutti i prodotti industriali americani, atteso già entro fine mese. Ma anche altri strategici, come farmaceutici, semiconduttori e legname, “tuttora sotto indagine da parte statunitense”. Palazzo Chigi evidenzia anche “l’esenzione per settori quali aeronautica, farmaci generici, princìpi attivi e precursori chimici”.
Tra partite aperte e impegni europei
Oltre agli alcolici, non è stata invece inserita nella dichiarazione nessuna esenzione per acciaio e alluminio, a cui gli Usa intendono applicare un’aliquota al 25%. Dal canto europeo, sono state invece tenute fuori dai negoziati commerciali le questioni relative alle norme sul digitale, riguardo alle quali gli Stati Uniti chiedevano un alleggerimento di quanto previsto da Digital Market Act e Digital Service Act. Sefcovic ha spiegato che se ne discuterà, anche se “per essere molto chiari, l’autonomia normativa è assolutamente importante”. È stato al contrario concesso da Bruxelles un accesso preferenziale ai mercati europei per molti prodotti ittici e agricoli statunitensi, come carne di maiale, latticini e frutta a guscio. Ed è stato confermato l’impegno Ue a investire negli Usa 750 miliardi di dollari tra gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti dell’energia nucleare entro il 2028, 40 miliardi in chip per l’intelligenza artificiale per i data center e fino a 600 miliardi in settori strategici, oltre ad aumentare l’approvvigionamento di equipaggiamenti militari prodotti oltre oceano.
Alberto Minazzi