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La criminalità liquida che si insinua tra le pieghe del sistema

La criminalità liquida che si insinua tra le pieghe del sistema

Già da febbraio 2020, quando ha iniziato a prospettarsi la minaccia del Covid-19, sono iniziate le prime anomalie nelle infiltrazioni della criminalità nel sistema economico.
Prima le riconversioni di imprese alla produzione o all’intermediazione nel commercio di materiale sanitario, a partire dalle mascherine.
Poi le truffe per ricevere sostegni economici anche al di fuori dei requisiti.
“La crisi ha reso ancor più visibile la capacità della criminalità di essere “liquida”, cioè mutevole e dinamica, incidendo in misura rilevante sulle tendenze e sui comportamenti criminali, con nuove minacce e nuovi rischi.
Ma l’emergenza ha dimostrato che anche lo Stato è in grado di dare risposte pronte” ha sottolineato Claudio Clemente, direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, presentando il Rapporto Annuale 2020.

Criminalità economica e pandemia

Il giro d’affari sospetto legato alla pandemia su cui la Uif ha ricevuto segnalazioni ammonta a 8,3 miliardi di euro. Sono state 2.277 le operazioni effettuate nel 2020, soprattutto in Lazio (18,7% del totale) e Lombardia (14,4%), su cui è stata concentrata l’attenzione.
Un fenomeno che è continuato anche nel 2021, visto che da gennaio maggio sono arrivate altre 1.796 segnalazioni, per complessivi 1,86 miliardi. Le misure di distanziamento hanno contribuito anche a un significativo spostamento dell’operatività su canali telematici esponendo una platea più ampia di utenti a forme di truffa mascherate con l’offerta di prodotti finanziari o con il commercio online.

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Un Paese a rischio

L’impatto globale della pandemia e i piani di risposta all’emergenza predisposti dai Governi hanno inoltre accresciuto in tutto il mondo i rischi di corruzione.
“L’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica – ha spiegato Clemente – hanno enfatizzato le minacce, già individuate nell’Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo, a cui è particolarmente esposto il nostro Paese: criminalità organizzata, corruzione, evasione fiscale”.

La risposta dello Stato

In questi mesi, però, le autorità preposte hanno maturato un importante bagaglio che non dovrà essere disperso.
“Le sfide imposte dall’emergenza – ha rimarcato nel suo intervento di presentazione il direttore dell’Uif – hanno indotto ad accelerare la revisione del quadro europeo di prevenzione. Aumentare l’efficacia dell’apparato di prevenzione è essenziale per perseguire contemporaneamente due obiettivi, entrambi non rinunciabili: da una parte impedire che le risorse messe in gioco per sostenere la salute e l’economia e del Paese finiscano in mani criminali e dall’altra evitare di ostacolare l’accesso agli aiuti da parte delle imprese e delle famiglie in difficoltà con presidi eccessivamente gravosi”.

“È un’esperienza – ha quindi concluso Clemente – che non deve essere dimenticata con il ritorno a un’apparente normalità; le attività criminali innescate dalla pandemia non si esauriranno con il riassorbimento dell’emergenza sanitaria ma, se non adeguatamente fronteggiate, continueranno a gravare sul nostro futuro, trovando ulteriori importanti opportunità anche nei nuovi interventi pubblici”.

L’attività della Uif contro la criminalità

Nel 2020, dunque, la Unità di Informazione Finanziaria ha registrato una forte espansione in tutti gli ambiti.
È proseguito l’aumento delle segnalazioni di operazioni sospette, che hanno superato le 113.000 unità, +7% rispetto al 2019. Una crescita continuata a inizio 2021, con un incremento su base annua superiore al 30% rispetto al periodo gennaio-maggio dello scorso anno.
Circa il 18% del flusso segnaletico è potenzialmente riconducibile ad attività della criminalità organizzata. Le imprese più esposte a rischi di contatti di questo tipo sono state così mappate.
La debolezza finanziaria di famiglie e imprese accresce infatti il rischio di usura, anche come strumento per l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende.

Le segnalazioni relative al finanziamento del terrorismo sono invece diminuite di circa un terzo rispetto al 2019, toccando quota 513. Ed è calato complessivamente di circa l’11% il flusso segnaletico dei prestatori dei servizi di gioco: -47% per le attività su rete fisica, -59% per le case da gioco, mentre cresce l’online (+67%).

Riciclaggio e contanti

Circa un quinto delle segnalazioni ha riguardato violazioni della normativa fiscale, in particolare attraverso false fatturazioni legate a possibili attività di riciclaggio.
Le segnalazioni antiriciclaggio correlate al contesto pandemico sono state poco meno di 2.300 nel 2020 per 8,3 miliardi di euro. Quelle di inizio 2021 sono state invece quasi 1.800, per circa 1,9 miliardi di euro.
I rischi di riciclaggio sono acuiti da un ricorso al contante che permane ancora elevato nonostante la contrazione rilevata nel 2020. Le comunicazioni oggettive al riguardo registrano 41 milioni di operazioni per 215 miliardi di euro complessivi. I versamenti rappresentano oltre il 90 per cento delle operazioni e dell’importo. E il comparto delle carte di pagamento ha rafforzato la sua rilevanza.

Crescono transazioni in oro e interesse per criptovalute

L’utilizzo del contante registrato nelle comunicazioni ha subito una drastica flessione in corrispondenza della prima fase della pandemia mostrando, durante il lockdown di marzo e aprile del 2020, una diminuzione del 40,5 per cento rispetto al bimestre precedente. Calano anche i bonifici.
Più che raddoppiate invece le transazioni in oro con l’estero, così come l’interesse per le criptovalute, con le segnalazioni passate dalle circa 500 del 2018 alle oltre 1.800 del 2020.

Conclusioni e prospettive

“L’emergenza sanitaria – ha analizzato Clemente – si è riflessa nella più grave crisi economica dal dopoguerra. Ora, con l’avanzare del programma vaccinale, il miglioramento delle cure e le politiche di sostegno all’economia, si intravede l’uscita dalla situazione di emergenza. Siamo convinti, però, che un mero ritorno al passato non sia auspicabile. È il momento, questo, di progettare il futuro”.

In tal senso, nel settore, sono già in corso innovativi progetti, anche in ambito informatico. Ma il tutto va inserito in una più ampia strategia complessiva. “Non sarà facile – conclude il direttore dell’Uif – affrontare le nuove minacce senza ridurre l’attenzione nei confronti di quelle da tempo presenti nel nostro sistema. Ma la pandemia ci ha mostrato che siamo in grado di ripensare la nostra azione istituzionale, rendendola sempre più efficace, estesa e pervasiva”.

Alberto Minazzi

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