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Covid: ondata estiva, sale l'occupazione ospedaliera

Covid: ondata estiva, sale l'occupazione ospedaliera

L’analisi di Agenas: terapie intensive al 5%, reparti al 17%. Novità in arrivo per gli isolamenti

Quella dell’estate 2022 è ormai da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria nuova ondata di Covid diffusa e “guidata dalle varianti Omicron BA.4 e BA.5”.

Lo dichiara espressamente, nelle ultime considerazioni pubblicate, l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che manifesta preoccupazione e prevede un aumento anche del numero di decessi.

Perché, già adesso, non ci sono solo i dati sulla diffusione del contagio, ma anche quelli relativi all’occupazione di letti in ospedale. Infatti, ben 12 Paesi, secondo l’Ecdc, “hanno segnalato una tendenza all’aumento dei ricoveri in ospedale o dei pazienti in terapia intensiva”. Tra questi, anche l’Italia, come emerge dai dati dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

A quanto trapela da alcune indiscrezioni riportate da un’agenzia di stampa, il Governo starebbe nel frattempo pensando comunque di riscrivere le regole per l’isolamento dei positivi.

L’ondata estiva di Covid e gli ospedali

Agenas sottolinea l’andamento dei ricoverati per Covid attraverso un confronto dei dati con la situazione alla stessa data di luglio del 2021. Un anno fa, ricorda l’aggiornamento pubblicato dall’agenzia, basato sui dati della pandemia al 18 luglio, sia i reparti ordinari che le terapie intensive facevano segnare entrambi una percentuale di occupazione al 2%. Oggi, con una salita di un punto percentuale in sole 24 ore, si è arrivati rispettivamente al 5% e al 17%.

Nello specifico, sono 9 le regioni ad aver fatto segnare un aumento di posti occupati da malati Covid in area medica, mentre 11 sono stabili e solo in Basilicata (comunque al 26%) c’è stato un calo. Tra le regioni in aumento, spiccano l’Umbria, che ha toccato il 43%, la Calabria (34%) e la Valle d’Aosta (32%). Pur stabile, è al 28% la Sicilia, una delle 7 oltre quota 20% (ci sono anche Liguria, ferma al 25%, e Friuli Venezia Giulia, in salita fino al 23%).

Quanto alle rianimazioni, nessuna supera un’occupazione al 10%, con aumenti in Campania (ora al 7%), Emilia Romagna e Toscana (entrambe al 6%), Abruzzo e Provincia di Trento (3%). In calo, insieme alle Marche (al 4%), anche Umbria e Calabria, però ai vertici della percentuale di occupazione, rispettivamente al 9% e all’8% (quota toccata anche dal Lazio, stabile).

Isolamento: verso misure meno rigide?

L’agenzia di stampa Adnkronos Salute ha intanto pubblicato la notizia secondo cui al centro del confronto tra Governo e Regioni ci sarebbe anche la ridiscussione delle regole da osservare da parte di chi è in isolamento per Covid.

L’orientamento allo studio sarebbe quello di allentare le misure, introducendo la possibilità, in assenza di sintomi, di sottoporsi al tampone di fine isolamento già dopo 48 ore dalla scomparsa dei sintomi e comunque prima della fine periodo obbligatorio di isolamento di 7 giorni attualmente in vigore.

Il risultato negativo del test consentirebbe di riprendere a uscire liberamente fin da subito. Al vaglio anche la riduzione della durata massima dell’isolamento, da 21 a 10-15 giorni. Le novità dovrebbero arrivare in tempi ristretti, attraverso una nuova circolare del Ministero della Salute.

Le valutazioni dell’Ecdc

“I modelli epidemiologici condotti indicano che sia i tassi di notifica dei casi Covid sia i tassi di mortalità aumenteranno”. La valutazione è contenuta nelle “Considerazioni preliminari di salute pubblica per le strategie di vaccinazione anti-Covid nella seconda metà del 2022” dell’Ecdc.

“Attualmente – aggiunge l’agenzia europea – non ci sono evidenze di una maggiore gravità della malattia, ma l’aumento della trasmissione del virus nei gruppi di età più avanzata sta iniziando a provocare casi gravi”. Dal 26 giugno, prosegue l’Ecdc, “i tassi di notifica dei casi di Covid nell’Unione e nello Spazio economico europeo rimangono elevati e sono in aumento da 5 settimane. I contagi tra le persone di età pari o superiore a 65 anni sono cresciuti in 23 Paesi”.

Alberto Minazzi

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