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Covid. 2 anni di pandemia, Zaia: la Sanità deve cambiare

Covid. 2 anni di pandemia, Zaia: la Sanità deve cambiare

“Mai avrei pensato, dopo 24 mesi, di ritrovarci qui a fare il bilancio del coronavirus”.
Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha inaugurato la conferenza stampa con cui ha ripercorso i 2 anni di pandemia nel giorno del secondo anniversario di quello che ha definito il D-Day. Ovvero l’annuncio dei primi 2 ricoveri per Covid all’ospedale di Schiavonia, nel Padovano.
“Stiamo vivendo in real time una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità – ha ricordato Zaia- Quasi 14 milioni di persone hanno perso la vita. Non si può fare un bilancio positivo. Siamo l’8° regione in Italia per mortalità e insieme quella che ha avuto meno morti tra le più colpite. Questo virus ha avuto un comportamento inspiegabile e spero che tutto il materiale raccolto serva a fare chiarezza su qualsiasi quesito posto”.

Zaia: “L’insegnamento? La sanità deve cambiare”

Una certezza, dopo aver vissuto questa tragica esperienza, però c’è. “Questo Paese – ha detto il presidente Zaia – ha l’obbligo morale di cambiare radicalmente la sanità pubblica. Il decreto ministeriale che stabilisce il numero dei posti letto per abitante va modificato. Bisogna poi investire sui professionisti, non solo in merito alle assunzioni ma anche agli stipendi. Bisogna passare da una sanità analogica a una digitale, fortemente orientata sull’intelligenza artificiale.  Ci vuole molta più prevenzione, ma soprattutto più territorio, con una sanità sempre più iperspecialistica”.
Una “tirata d’orecchie” è arrivata anche agli esperti (che hanno detto tutto e il contrario di tutto) e all’OMS, che non ha detto fin dal primo giorno che la via maestra era usare le mascherine, all’inizio consigliate solo per i sintomatici.

La pandemia: i primi giorni

Da qui, il cronoracconto di un biennio che ha preso il via dalla dichiarazione di epidemia mondiale dell’Oms del 30 gennaio 2020, poi il già citato D-Day e il decesso di Adriano Trevisan di Vo Euganeo, primo morto ufficiale d’Italia per il Covid.
E le prime decisioni impopolari del Veneto: lo screening con tamponi di tutta la popolazione di Vo’, la chiusura dell’ospedale di Schiavonia, le tende riscaldate fuori dagli ospedali, la zona rossa di Vo, la chiusura anticipata del Carnevale di Venezia.

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La zona rossa, il lockdown e il testing

Zaia ha ricordato la prima zona rossa, del 1 marzo 2020, per Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, il lockdown indetto il 9 marzo e durato fino al 4 maggio 2020, i 50 milioni di euro raccolti sul conto corrente con le offerte dei Veneti.
È dal 14 marzo 2020 che è iniziata la campagna di tamponi on the road in Veneto, dal giorno successivo l’apertura dei Covid Hospital dedicati, l’evoluzione dei test: dal primo pungidito del 29 marzo, al primo antigenico presentato dal professor Rigoli il 13 luglio e il primo fai da te al mondo del 2 ottobre sempre del 2020.

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Dalla seconda ondata a oggi

Il 13 ottobre 2020 inizia quindi la seconda ondata, “la più pesante” per Zaia.
Il seguente 3 novembre viene istituito il coprifuoco ed esordisce il sistema a fasce colorate, fino al Natale in zona rossa, ma anche al Vax Day del 27 dicembre 2020.
A febbraio 2021 arrivano i monoclonali, il 29 aprile i primi test salivari.
Il Veneto lancia il 9 settembre 2021 il progetto di scuole sentinella e il 16 dicembre inizia la vaccinazione anche dei bambini da 5 a 11 anni.
Infine, il 7 gennaio 2022, è la volta delle nuove pillole antivirali.

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I numeri

Questo lungo percorso ha lasciato in eredità anche dei numeri, ricordati da Zaia.
Il giorno con più isolati (294.389) è stato il 21 gennaio 2022, il tetto di ricoveri (3896) e delle terapie intensive (401) il 3 gennaio 2021.
Il 24 gennaio 2022 è stato il giorno in cui sono stati effettuati più test: 201.482. E, a oggi, il 93,2% dei Veneti ha effettuato almeno un tampone.
Il tetto dei positivi nelle 24 ore (25.166) si è registrato il 18 gennaio 2022, quello degli ingressi in terapia intensiva (63) il 29 dicembre 2020.
Il giorno con più morti (122) è stato il 4 gennaio 2021, quello con più somministrazioni di vaccino il 15 gennaio 2022 (56.767) e oggi le dosi inoculate sono oltre 10,7 milioni.
I ricoveri totali 40.988, i positivi oltre 1,3 milioni e i tamponi più di 27,4 milioni.

Alberto Minazzi

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