Quando ancora non c’era la fotografia, Internet o gli smartphone pronti a immortalare ogni singolo momento, c’erano loro: i carnet de voyage.
Molto in voga fra gli aristocratici europei durante il Grand Tour, i diari (o taccuini) di viaggio sono dei veri e propri racconti sotto forma di disegni e/o piccole descrizioni, pensieri, appunti o poesie che accompagnano ancora oggi un nutrito gruppo di appassionati viaggiatori.
Persone che in valigia, oltre agli effetti personali, infilano sempre anche un bloc-notes, matite e colori.
Matite in viaggio, la passione per il disegno in una mostra al Candiani
E’ stata inaugurata il 17 ottobre, all’Auditorium del Centro Culturale Candiani di Mestre, la decima edizione della mostra Matite in viaggio: carnet, disegni e parole.
L’esposizione è l’occasione per valorizzare la cultura del viaggio, le sensazioni e le emozioni di ciascun viaggiatore impresse attraverso il disegno e la scrittura. Ottantacinque le opere selezionate dall’associazione “Matite in viaggio”, che ogni anno si fa promotrice dell’omonimo bando sul sito matiteinviaggio.it.
Tra le novità di quest’anno l’aggiunta di una sezione del tutto inedita, un’appendice intitolata Un tappeto per viaggiare, trovare il mondo dentro casa nostra, nata dall’esperienza nuova e straniante del lockdown che ha difatti azzerato temporaneamente la nostra mobilità: scoprirsi viaggiatori dentro le mura di casa è difficile ma non impossibile, specie con in mano una matita e un foglio di carta.
Dalla Francia all’Italia, i taccuini di viaggio
Il disegno è stato per secoli l’esclusivo mezzo di documentazione visiva della realtà ma solo nei secoli più recenti, con l’avvento del turismo d’élite, si è trasformato in un vero e proprio documento di viaggio.
Una realtà che Giovanni Cocco, fondatore e ideatore di “Matite in Viaggio” (MIV) e da sempre disegnatore per diletto, ha scoperto quasi per caso nel 2008.
«Venni a conoscenza della Biennale du Carnet de Voyage grazie a un amico che mi parlò di una manifestazione che si svolge a Clermont-Ferrand (capoluogo dell’Alvernia Rodano Alpi, regione centrale francese, ndr) e che ospita centinaia di espositori provenienti da tutto il mondo – racconta Cocco – Mandai i miei disegni, venni accettato ed esposi per cinque anni consecutivi ».
Da lì, l’idea di fondare anche in Italia, nel 2011, un’associazione omologa a “Il faut vaut aller“ (promotrice dei Carnet de Voyage), “Matite in Viaggio” appunto, che mantiene i rapporti con i tanti appassionati del settore in tutta Europa e organizza periodicamente mostre, corsi di disegno e viaggi di piacere.
Le sezioni della mostra: dall’importanza dell’acqua alla scoperta dei vini francesi
Un’esposizione, quella ospitata al Centro Candiani fino al 1 novembre prossimo, che non pone limiti alla fantasia dei partecipanti né sui soggetti da ritrarre (animali, paesaggi, scene di vita quotidiana), né sulle relative tecniche (bianco e nero, a colori, acquerello, ecc).
Spazio alla soggettività dunque, con la possibilità di confrontarsi su ulteriori tre temi messi a disposizione:
– Un tappeto per viaggiare: disegni e riflessioni su un ipotetico viaggio, del corpo o della mente, di ciascuno di noi durante il lockdown;
– Acqua, fonte e pienezza di vita: disegni e parole sul tema dell’acqua, elemento imprescindibile e vitale di cui spesso si sottovaluta l’importanza;
– La civiltà del vino in Italia, in Europa, nel mondo: disegni che in origine dovevano collegarsi al viaggio a Bordeaux alla scoperta dei pregiati vini d’oltralpe, organizzato da MIV per la tarda primavera ma saltato a causa dell’emergenza Covid. Le opere sono comunque pervenute da viaggiatori che si sono recati autonomamente in Francia o in qualunque altra città, in Italia o all’estero, come spiega Cocco: «l’importante è che il soggetto raffigurato sia pertinente al tema assegnato, il vino in questo caso».
Il premio Antonio Cocco
Dedicato al fratello del fondatore di “Matite in Viaggio”, prematuramente scomparso durante la guerra del Vietnam nel 1954 mentre combatteva la battaglia finale di Dien Bien Phu con la Legione Straniera, il premio “Antonio Cocco” viene assegnato ogni anno a un taccuino di viaggio, un documento irripetibile e intimamente legato al suo autore. Il vincitore riceverà un premio di 500 euro e una copia del taccuino di ogni partecipante verrà donata all’Archivio Diaristico di Pieve S. Stefano (AR), importante centro di raccolta di diari, memorie, epistolari degli italiani e che conserva più di ottomila storie di vita.
Un ponte nel segno del ricordo di un giovane di vent’anni che amava disegnare e un modo originalissimo di conoscere la storia attraverso le memorie dei protagonisti.