Tra i vulcani spenti dei Colli Euganei e i resti di pesci fossili del Cretaceo, Cava Bomba torna a raccontare milioni di anni di storia naturale e secoli di lavoro umano
C’è un luogo, in provincia di Padova, che rappresenta una delle testimonianze più significative del suo patrimonio geologico e naturalistico.
Si tratta del Museo Cava Bomba di Cinto Euganeo, ritornato visitabile dopo una lunga chiusura.
La sua riapertura non è solo un fatto locale: il Museo conserva una delle più complete raccolte geopaleontologiche regionali, è un centro di educazione ambientale e un raro esempio di archeologia industriale recuperata e valorizzata.
Per il Veneto, rappresenta la memoria di un territorio che ha saputo trasformare la propria identità — da area estrattiva a luogo di cultura e ricerca.
Per l’Italia, Cava Bomba è un modello di come i siti produttivi dismessi possano rinascere come presidi scientifici, didattici e turistici.
Un rinnovato spazio culturale
Il Museo si trova all’interno della fornace omonima, che ha questo nome per la presenza di una sorgente nelle vicinanze, detta Bomba, costruita nel 1882 in un’antica cava di trachite ai piedi del Monte Cinto.
Custodisce collezioni di valore scientifico che documentano l’evoluzione geologica del territorio euganeo, dalla sua origine vulcanica all’epoca contemporanea.
Nei suoi spazi sono presenti tre sezioni espositive.
La principale è quella geologica, nella quale si racconta la genesi vulcanica dei Colli Euganei attraverso le ere geologiche che l’hanno accompagnata.
La sezione mineralogica presenta una collezione di minerali provenienti da diverse aree del pianeta e offre l’opportunità di conoscere la varietà geologica della Terra e di contestualizzare il patrimonio euganeo in una prospettiva globale.
L’area esterna invece ospita un’esposizione dedicata alle tecniche estrattive e alla lavorazione artigianale dei materiali lapidei, documentando l’antica tradizione dell’arte della pietra che per secoli ha caratterizzato l’economia e la cultura dei Colli Euganei.
Le novità della nuova gestione
Il Museo è ora gestito dalla Cooperativa sociale Scatola Cultura, che dall’agosto 2024 gestisce anche Villa Beatrice d’Este a Baone, poco distante da Cava Bomba. Sono diverse le novità che riguardano la rivitalizzazione degli spazi espositivi.
A partire dall’apertura del Museo, che rispetto al passato si può ora visitare anche in autunno e in inverno, nei fine settimana: sabato dalle 14 alle 18, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18.
Sarà inoltre allestita una nuova sala immersiva dedicata alle sorgenti romane del cosiddetto Buso dea Casara.
È prevista anche la realizzazione di una app dedicata, pannelli informativi bilingue (italiano/inglese), una nuova guida e brochure aggiornate, oltre a proposte didattiche per le scuole.
Dalle cave al museo: la rinascita di un luogo simbolo
L’attuale museo sorge dove un tempo si produceva calce viva, ricavata dalla cottura del calcare locale nelle grandi fornaci a legna. L’attività estrattiva di Cava Bomba — iniziata nell’Ottocento e cessata negli anni Sessanta — lasciò in eredità un complesso di tre forni circolari e numerosi manufatti che oggi raccontano un passato di lavoro intenso e sapienza artigiana.
Proprio queste fornaci, restaurate e riconvertite, costituiscono oggi il cuore del museo e ne conservano la memoria industriale.
Fu però una scoperta paleontologica a cambiare per sempre il destino del sito: nel 1974, in una cava vicina, vennero ritrovati fossili di pesci risalenti al Cretaceo superiore. Quei reperti, insieme alle successive collezioni, spinsero la Provincia di Padova a istituire un museo dedicato alla geologia e paleontologia dei Colli Euganei, inaugurato pochi anni dopo.
Da allora, Cava Bomba è diventata un punto di riferimento per studiosi, scuole e visitatori.
Un paesaggio che racconta milioni di anni
I Colli Euganei sono un unicum nel panorama italiano: rilievi di origine vulcanica sorti tra 35 e 30 milioni di anni fa nel cuore della pianura veneta. Le loro rocce — trachiti, basalti, calcari e marne — raccontano una storia che passa dal mare all’eruzione, dai fondali oceanici alle colline verdi di oggi.
In quest’area, geologia e storia umana si intrecciano: dalle cave di pietra trachitica usata per pavimentare Venezia, alle terme di Abano e Montegrotto, fino alle fornaci di calce come Cava Bomba che hanno alimentato per decenni edilizia e agricoltura.
Il futuro tra educazione e turismo sostenibile
La nuova gestione punta su laboratori didattici, percorsi per le scuole e collaborazioni con università e centri di ricerca per approfondire la conoscenza del patrimonio geologico dei Colli Euganei.
Accanto alla dimensione educativa, si vuole rafforzare anche l’offerta turistica, con itinerari che colleghino il museo ad altre mete del Parco Regionale dei Colli Euganei, tra natura, ville storiche e borghi medievali.