Cresce l’allarme tra i consumatori, tra ipotesi e incognite geopolitiche. Assopetroli: nessuna dinamica speculativa
L’estate si preannuncia rovente. E non solo per le temperature.
A pochi giorni dall’escalation del conflitto in corso tra Israele e Iran e dall’attacco dei tre siti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti, l’impatto dei rialzi del petrolio sui listini delle pompe di benzina è già arrivato.
Un pieno di carburante costa oggi fino a 2 euro in più rispetto a sette giorni fa.
A lanciare l’allarme è l’Unione Nazionale Consumatori.
E se pure Assopetroli smentisce che siano in atto dinamiche speculative, il Garante per la sorveglianza dei prezzi recentemente rafforzato nei poteri dal Decreto Trasparenza, ha deciso di convocare mercoledì la Commissione di allerta rapida. Obiettivo: fare chiarezza su eventuali anomalie nei rincari, verificare la trasparenza dei meccanismi di formazione dei prezzi, e frenare il malcontento crescente tra cittadini e imprese.
Quanto costa la benzina
Secondo la rilevazione di Staffetta Quotidiana, i prezzi medi nazionali dei carburanti risultano oggi ai massimi da inizio aprile.
La benzina è a 1,748 €/litro al self service e a 1,887 €/litro in modalità “servito”, il diesel a 1,672 €/litro o a 1,808.
Ma la situazione si aggrava sulla rete autostradale, dove – segnala il Codacons – la verde in modalità servito supera i 2,3 euro al litro in diversi impianti.
Sulla A4 Milano-Brescia si arriva a 2,389 euro/litro per la benzina, 2,284 euro/litro per il gasolio.
Sulla A1 Milano-Napoli si toccano 2,349 euro/litro.
Anche al self service, denunciano i consumatori, in alcuni tratti come la A5 Quincinetto-Torino, i prezzi si avvicinano pericolosamente a 2 euro/litro.
Le cause: geopolitica e speculazione?
Il rincaro dei carburanti è una conseguenza diretta della crescente instabilità in Medio Oriente.
E presto si potrà registrare anche sui generi alimentari e sui più disparati prodotti e servizi per l’aumentato costo dei trasporti. E’ una catena inevitabile e oramai ben nota.
Tuttavia, il quadro si complica.
Assopetroli-Assoenergia infatti respinge le accuse di speculazione avanzate da consumatori.
“Alla luce degli ultimi numeri – spiega l’associazione – non emerge alcuna dinamica speculativa. Invece di alimentare polemiche infondate, è opportuno promuovere una cultura della mobilità consapevole”.
Di diverso avviso Codacons e Assoutenti che, sulla base di uno studio del Centro di formazione e ricerca sui consumi, parla chiaramente di fenomeni speculativi ingiustificati, evidenziando come la guerra in Iran venga usata come pretesto in assenza di blocchi alla produzione o alla logistica internazionale.
E se lo scenario dovesse peggiorare, con una chiusura dello stretto di Hormuz, le conseguenze sarebbero pesantissime: il petrolio potrebbe raggiungere i 100 dollari al barile, con la benzina a quota 2,024 euro/litro in media, secondo le stime degli analisti.
Verso l’estate: rischio stangata per le vacanze
I rincari arrivano proprio mentre milioni di italiani si preparano alle ferie estive.
“I rialzi dei listini a ridosso dell’estate rischiano di diventare una stangata sulle vacanze – avverte Codacons -. I costi per gli spostamenti sono destinati a salire sensibilmente, aggravando le spese per famiglie e imprese”.
La convocazione della Commissione di allerta rapida rappresenta un segnale politico forte.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy vuole chiarire se i rincari siano riconducibili esclusivamente al contesto internazionale o se vi siano strategie speculative da parte della filiera distributiva.