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BARBABIETOLE IN SALSA PULP

BARBABIETOLE IN SALSA PULP


La realtà territoriale metropolitana descritta attraverso racconti e romanzi noir, thriller, hard-boiled, spy, historical, adventure, horror e pulp: questo il comune denominatore che lega scrittori, creativi e iniziative dall’associazione padovana Sugarpulp
Organizzano meeting culturali, spritz letterari, scuole di lettura e scrittura creativa e a settembre di ogni anno pure un festival per dare voce, anima e cuore alla loro grande passione: la narrativa pulp-noir. Sono i creativi dell’associazione “Sugarpulp”: un nome, un programma. Il riferimento è alla “polpa di zucchero” delle barbabietole, prodotto tipico del territorio veneto e della Bassa Padovana, insomma «del nostro Texas» precisa il vicepresidente Andrea Andreetta. Perché questo iperattivo gruppo di “giovani” quarantenni e non solo – nasce nel 2009 dall’idea di Matteo Righetto e Matteo Strukul con l’intento di raccontare la nostra realtà territoriale attraverso racconti e romanzi noir, thriller, hard-boiled, spy, historical, adventure, horror e pulp. Sugarpulp infatti affonda le proprie radici nella natura fiera e selvaggia del Nordest, una terra epica, per certi aspetti ancora legata alle tradizioni arcaiche, e che tuttavia ha saputo assecondare i processi di una modernizzazione necessaria ma anche impietosamente perseguita.
«Sugarpulp – sottolineano i fondatori nel manifesto dell’associazione – è narrazione a duecento all’ora, è un modo di scrivere che mescola il linguaggio cinematografico della sceneggiatura con i profumi di sangue e zucchero della Bassa, dei campi di mais, delle case coloniche, le osterie, i colli, gli ippodromi, il mito della Romea e del Delta. Perché Sugarpulp non accetta le storie di riflessione, i solipsismi, le contemplazioni dell’ombelico, ma vuole mandare a memoria la lezione americana della spettacolarizzazione della scrittura, prendendo a modello le nuove avanguardie di una new wave a stelle e strisce che annovera nelle sue fila autori di grande successo come Cormack McCarthy, Joe Lansdale, Victor Gischler, Elmore Leonard. Sono solo alcuni esempi, certo, ma i modelli citati costituiscono il calco di un imperativo: creare una narrativa giovane, fresca, veloce, che racconti storie slabbrate, rabbiose, piene di humour nero e dissociazioni mentali».
È certo che i fondatori hanno ben chiari idee e obiettivi, tanto che, benchè di recente costituzione, l’associazione vanta già un centinaio di iscritti, cui si aggiunge lo staff composto da forze appassionate. Uomini e donne dai venti ai quarant’anni e più che nella vita fanno gli insegnanti, i ghost writer, si occupano di comunicazione e, alcuni fanno pure gli scrittori. Un team fervente che promuove e organizza di tutto di più: si parte dagli “sugar spritz” in quel di Padova e non solo dove potrebbe succedere di scambiare due parole con noti scrittori padovani e di andare a cena con Massimo Carlotto e Massimiliano Santarossa o semplicemente di trovare un vecchio amico e parlare di un progetto chiuso in soffitta ormai da tempo, come un romanzo, una sceneggiatura, un fumetto, un corto. Ma non basta. Passando per blog, e-book, le attività si moltiplicano per culminare nella scuola twain, un progetto didattico gratuito per studenti ed ispirato alle esperienze degli scrittori Dave Eggers, Nick Hornby e prima ancora a quelle di Gianni Rodari e Marco Lodoli in Italia o nello Sugarpulp Festival.
Kermesse , quest’ultima, in programma il 28, 29 e 30 settembre a Padova. «Anche quest’anno – come il precedente – dice Andreetta – vede la partecipazione di nomi internazionali con sei big ed una quarantina di autori che per tre giorni vengono coinvolti in dibattiti, conferenze, tavole rotonde, momenti di confronto e crescita. Insomma appuntamenti che rivelano soprattutto tanta voglia di cultura partecipata. Il movimento Sugarpulp – prosegue – è trasversale per cui anche quest’anno una grande fetta è dedicata al comics con sceneggiatori e disegnatori di grande richiamo». Insomma tante idee, progetti, attività che potrebbero far pensare che nel Nordest italiano, qualcosa di grande cominci a nascere. E chissà che l’associazione non scopra il nuovo Lansdale italiano, un maestro in campo letterario, soprattutto nelle trame che riguardano il ciclo delle avventure dell’insolita coppia Hap Collins e Leonard Pine (le cui vicende si svolgono appunto in Texas, territorio tanto apprezzato dagli scrittori del movimento culturale padovano). O che in campo cinematografico, inventino il pulp “made in Padova”, genere definitivamente consacrato con il film Pulp Fiction, di Quentin Tarantino (che non nega di essersi ispirato a Dario Argento, regista italianissimo). Del resto, il noir-pulp, categoria letteraria/cinematografica che propone vicende dai contenuti forti, abbondanti di crimini violenti, efferatezze e situazioni macabre, trova proprio a Padova un editore specializzato, Meridiano Zero, che ha il merito di avere diffuso talenti, soprattutto stranieri, in tutta Italia. Un territorio fertile, dunque, per le speranze letterarie nostrane. Se son barbabietole… sanguineranno.

DI CATERINA COLUCCI

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