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Auto a motore termico anche dopo il 2035

Auto a motore termico anche dopo il 2035

Lo ha deciso la Commissione Ue: le case automobilistiche dovranno compensare il 10% di emissioni residue tollerate attraverso strategie specifiche

C’era già la data, il 2035, e il futuro delle auto a motore termico in Europa sembrava dunque segnato. Tra 10 anni, cioè, sarebbe dovuto scattare il divieto totale alla vendita di nuovi veicoli spinti dai tradizionali (e altamente inquinanti) motori a combustione interna. Ma la Commissione Europea ha fatto marcia indietro. Lo stop dunque non ci sarà, sostituito da un pacchetto di misure che alleggeriscono quello che era diventato il simbolo della severità del “Green Deal“. Ci riferiamo, cioè, alle iniziative prese dalla stessa Commissione con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.

Non solo elettricità e idrogeno nel futuro delle auto

L’Esecutivo dell’Unione Europea ha riscritto la norma sulle emissioni. La nuova soglia di riduzione delle emissioni rispetto ai livelli del 2021 dal 100% previsto in precedenza è stata portata al 90%. Una decisione che, di fatto, lascia spazio anche dopo il 2035 per la commercializzazione di veicoli dotati di motori termici, ibridi plug-in e con range extender. Per rendere operativa la novità, servirà adesso il via libera dei Governi dei 27 Stati membri e dell’Europarlamento. In ogni caso, con la decisione della Commissione Ue varata a Strasburgo viene superata l’idea di una transizione limitata solo a veicoli elettrici puri o a idrogeno.

Strategie di compensazione per le case automobilistiche

Per compensare il 10% di emissioni residue tollerate, le case automobilistiche dovranno accumulare “crediti” mediante specifiche strategie. Queste riguardano la produzione con acciaio a basso tenore di carbonio fabbricato nell’Unione Europea e l’adozione di carburanti sostenibili, quali i carburanti sintetici e-fuel e i biocarburanti non alimentari (ovvero quelli che, ad esempio, si ottengono da rifiuti agricoli o olio da cucina usato). L’utilizzo di biocarburanti di origine alimentare rimane escluso dalle possibilità. Le stime europee prevedono che, con questa decisione, il 30-35% del mercato dopo il 2035 sarà coperto da veicoli non pienamente elettrici, senza tuttavia perdere di vista l’obiettivo della decarbonizzazione per il settore automobilistico.

auto elettriche
Auto elettriche ph Joenomias Menno de Jong

“Super crediti” per E-car fino a 4,2 metri

Oltre all’abbassamento della soglia di emissioni, Bruxelles introduce altre flessibilità per favorire la transizione e stimolare la domanda di veicoli elettrici di piccole dimensioni prodotti in Ue. E’ concessa un’estensione temporale di 3 anni, dal 2030 al 2032, per adeguarsi ai nuovi limiti di taglio delle emissioni. E l’obiettivo di riduzione delle emissioni per i furgoni entro il 2030 passa dal 50 al 40%. La Commissione ha inoltre introdotto una nuova categoria di veicoli nell’ambito dell’iniziativa “small affordable cars” che comprende veicoli elettrici fino a 4,2 metri di lunghezza. Questi beneficeranno di vincoli normativi congelati per una decina di anni e, se prodotti nell’Unione, potranno essere usati come “super crediti” a beneficio delle case automobilistiche che li producono a prezzi accessibili per raggiungere gli obiettivi di flotta, oltre a incentivare la diffusione nel mercato di un maggior numero di modelli di veicoli elettrici di ridotte dimensioni.

Altre misure, dalle batterie alle flotte aziendali

A sostegno della filiera delle batterie interamente prodotte nel continente ci sono 1,8 miliardi di euro, di cui 1,5 con prestiti senza interessi già il prossimo anno. Nel “pacchetto Automotive” vi è anche una specifica misura che riguarda le flotte aziendali, che rappresentano circa il 60% delle vendite di auto nuove in Europa. La Commissione ha stabilito per ogni Paese membro obiettivi obbligatori per sostenere l’adozione di veicoli a zero e basse emissioni da parte delle grandi aziende.

rivoluzione elettrica

L’Italia, secondo quanto proposto, dovrà garantire una quota minima di veicoli aziendali a emissioni zero del 45% dal 2030 e dell’80% a partire dal 2025. Le modalità di raggiungimento di quanto richiesto rimangono libere per ciascun Stato. Non manca un pacchetto di norme per semplificare gli oneri amministrativi e ridurre i costi per i produttori europei, con risparmi quantificati in circa 706 milioni di euro all’anno. La Commissione intende anche semplificare i test di omologazione e proseguire nell’aggiornamento e armonizzazione delle norme sull’etichettatura delle automobili per rendere le informazioni chiare e complete al momento dell’acquisto.

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