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Attenti all’ameba: “mangia” il cervello

Attenti all’ameba: “mangia” il cervello

Torna negli Usa l’allarme per il microscopico organismo presente nelle acque dolci

Al momento, per fortuna, non risulta che il problema interessi l’Italia.
Ma si tratta di un pericolo reale, che può portare anche alla morte. E un decesso, in effetti, in Florida è stato registrato, a febbraio (anche se è stato comunicato solo ora). Parliamo della “naegleria fowleri”, nome scientifico di una microscopica ameba che, se raggiunge il cervello, può causare infezioni letali come la meningoencefalite amebica primaria.
Il caso di Charlotte, sulla costa sud-occidentale dello stato americano, riguardo al quale il Dipartimento della Salute della Florida ha avviato un’indagine epidemiologica per capire le circostanze specifiche che hanno causato l’infezione, si lega probabilmente all’uso dell’acqua di rubinetto per effettuare lavaggi nasali.
Il parassita infatti vive nell’ambiente e prolifera nell’acqua con una temperatura dai 26 gradi in su. Se inalato, è in grado di raggiungere il cervello attraverso i nervi olfattivi.

ameba

Oltre all’acqua di rubinetto, è dunque consigliata la massima attenzione anche in chi effettua bagni in acqua dolce calda, come quella di alcuni laghi e fiumi.
Un precedente caso, sempre in Florida, si era verificato in un 13enne proprio dopo un tuffo in un lago, nel 2020. Nello stesso anno, le autorità del Texas invitarono invece la popolazione a sospendere temporaneamente l’uso dell’acqua di rubinetto.
Per i lavaggi nasali, in ogni caso, il consiglio delle utorità sanitarie americane è quello di utilizzare l’acqua distillata o, perlomeno, di bollire l’acqua di rubinetto per almeno un minuto e quindi di raffreddarla prima dell’uso. I sintomi dell’infezione, che si presentano dopo qualche giorno dall’esposizione all’acqua contaminata, variano dal mal di testa alla febbre, dalla nausea al vomito e poi disorientamento, torcicollo, perdita di equilibrio, fino al manifestarsi di convulsioni e allucinazioni. In questi casi, il consiglio per chi sospetta di aver avuto un possibile contatto con l’ameba è quello di rivolgersi subito alle strutture sanitarie.

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Tag:  acqua