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Amore romantico: cosa succede quando scocca la scintilla

Amore romantico: cosa succede quando scocca la scintilla

Uno studio australiano approfondisce il ruolo del sistema di attivazione comportamentale nelle modifiche dell’attività celebrale quando ci si innamora

L’amore? “È una questione di chimica”, come cantavano Ditonellapiaga e Rettore nel brano presentato a Sanremo 2022?
Certo, perché nel processo di innamoramento giocano un ruolo fondamentale sostanze come i ferormoni e l’ossitocina.
Ma per svelare uno dei grandi misteri della vita umana non ci si può limitare a semplici questioni da laboratorio. E la ricerca che indaga sui meccanismi che contribuiscono all’amore romantico è davvero ancora agli inizi.
Anche perché, nella scelta che facciamo di una persona rispetto a un’altra, altrettanto (se non ancor più) importanti sono i fattori psicologici.

Il ruolo del cervello

E lo stesso cervello, che poi a sua volta viene quasi offuscato dall’amore, interviene in maniera determinante.
Su come lo faccia, attraverso quello che viene definito “sistema di attivazione comportamentale” (o Bas), ha ora indagato un team di ricercatori australiani, giunto a elaborare anche una “scala” per misurare questo influsso.
“Lo studio – spiega Philip Kavanagh, autore dello studio con Adam Bode – dimostra che l‘amore romantico è legato a cambiamenti nel comportamento e nelle emozioni. Il modo in cui le persone care assumono un’importanza particolare è dovuto alla combinazione dell’ossitocina con la dopamina. In sostanza, l’amore attiva nel cervello i percorsi associati ai sentimenti positivi”.

amore romantico
immagine di repertorio

La scala Bas-Slo: un nuovo mezzo di valutazione

La ricerca pubblicata sulla rivista Behavioural Sciences, si intitola “Amore romantico e sensibilità del sistema di attivazione comportamentale verso una persona cara” e si basa su due studi.
Nel primo, i ricercatori hanno intervistato 1556 giovani adulti in coppia che hanno dichiarato di essere innamorati per provare ad approfondire i meccanismi che contribuiscono alla nascita di un amore.
In particolare, si è puntato sul sistema biopsicologico di attivazione comportamentale, che aveva già dimostrato di svolgere un ruolo in diversi risultati motivazionali.

Attraverso l’ indagine sul possibile ruolo del Bas nell’amore romantico, si è così arrivati, modificando ogni elemento della scala Bas per riferirlo alla persona amata o alla relazione con essa, allo sviluppo e alla convalida di una nuova scala, chiamata Bas-Slo. Le risposte fornite dai giovani sono state valutate su una scala da 1 a 4. E si è creato in questo modo un nuovo mezzo per valutare la sensibilità Bas verso una persona cara e valutare quindi la sua associazione con l’intensità dell’amore.

amore romantico
immagine di repertorio

L’applicazione della scala alle coppie insieme da 2 anni o meno

Si è quindi passati al secondo studio, che ha coinvolto un sottocampione di 812 giovani adulti innamorati da 23 mesi o meno. “Due anni – motiva la scelta lo studio – sono un periodo di tempo probabile in cui gli individui sperimentano un amore romantico nella fase iniziale piuttosto che un amore romantico a lungo termine”.
Attraverso una regressione lineare gerarchica sono state così identificate le associazioni della scala Bas-Slo con l’intensità dell’amore romantico. E la scala è risultata spiegare l’8,89% della variazione di questa intensità.
È stata dunque confermata l’ipotesi di partenza, secondo cui la sensibilità Bas verso una persona cara si associ positivamente all’intensità dell’amore.
“I risultati dello Studio 2 – prosegue lo studio – sono importanti perché dimostrano che la scala Bas-Slo può essere utile per indagare sull’amore romantico”. E suggeriscono che in futuro potremmo essere in grado di identificare le componenti uniche dell’amore romantico causate dal Bas e il suo stato di sensibilità verso una persona cara.

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Le prospettive

“Fatta salva ulteriore validazione e test – affermano i ricercatori – la scala Bas-Slo potrebbe essere utile in futuri studi psicologici e di neuroimaging”. Per esempio, la scala potrebbe essere utilizzata per prevedere le caratteristiche individuali dell’intensità dell’amore romantico o per indagare aspetti di legami di coppia stabiliti e relazioni caratterizzate dal mantenimento del legame di coppia e non caratterizzati dalla presenza di formazione di legami di coppia e amore romantico. O analizzare le differenze tra uomini e donne nell’approccio all’amore.
In abbinamento a una risonanza magnetica funzionale, poi, l’utilizzo della scala potrebbe aiutare a identificare le componenti neurobiologiche della Bas e il loro contributo all’amore romantico.
I ricercatori ammettono però le limitazioni dello studio: “Il campione è costituito interamente da giovani adulti nei primi 2 anni di amore. Di conseguenza, non è rappresentativo né dell’intera popolazione umana né dell’intero spettro dell’amore romantico”.
Servirà quindi un’indagine a livello mondiale per individuare 4 diverse tipologie di amanti romantici.

La sensibilità Bas e l’evoluzione dell’amore nella storia

Il fatto che lo studio abbia confermato come la sensibilità Bas verso una persona cara sia un fenomeno reale e che lo stato di amore romantico sia associato alla sensibilità Bas verso una persona cara, secondo i ricercatori “ha implicazioni per la comprensione dei meccanismi e della storia evolutiva dell’amore romantico”.
Precedenti studi hanno suggerito che l’ossitocina agisce sui percorsi motivazionali per aumentare la rilevanza di specifici stimoli sociali. E questo, negli esseri umani, può avvenire nell’area tegmentale ventrale (Vta), un gruppo di neuroni del cervello.

La conoscenza delle strutture neurali associate alla sensibilità Bas, la loro sovrapposizione con le strutture associate all’amore romantico e la nuova scala forniscono allora i mezzi per misurare specifici meccanismi bio-psicologici che probabilmente contribuiscono all’amore romantico. Si pensa, ricorda Bode, che l’amore romantico sia emerso per la prima volta circa 5 milioni di anni fa. “Il Bas – conclude quindi lo studio – è evolutivamente vecchio e l’amore romantico ha utilizzato questo sistema in un modo nuovo”.

Alberto Minazzi

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Tag:  amore, cervello