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Allarme “super-gonorrea” in Europa

Allarme “super-gonorrea” in Europa

L’Ecdc sottolinea il +48% dei casi nel 2022, ma soprattutto la resistenza del batterio ad antibiotici e farmaci

Dopo la clamidia, ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, la gonorrea è la seconda infezione sessualmente trasmessa di tipo batterico più diffusa al mondo.
Eppure, come conferma un rapporto pubblicato dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il trend di aumento della diffusione in Europa desta preoccupazione.
Timori che si legano principalmente al fatto che, pur trattandosi di una infezione che si stima sia asintomatica per più del 50% delle donne e circa il 20% degli uomini, se non trattata la gonorrea può progredire, causando serie complicanze. E i ceppi del batterio riscontrati in Europa si sono dimostrati resistenti agli antibiotici.

gonorrea

La crescita della gonorrea in Europa

Il 2022, l’anno di riferimento nel report Ecdc, basato sugli ultimi dati del Programma europeo di sorveglianza antimicrobica gonococcica, ha fatto registrare numeri da record.
Nei 28 Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio economico europeo presi in considerazione, i casi segnalati sono stati infatti 70.881, con un +48% su base annua e il tasso più alto dal 2009, quando è iniziata la sorveglianza europea sulle infezioni sessualmente trasmissibili.
L’Ecdc sottolinea dunque “la necessità fondamentale di un monitoraggio continuo, per aggiornare le linee guida sul trattamento e le misure di controllo e garantire un uso prudente dei farmaci” e di “rafforzare le iniziative di sanità pubblica volte a prevenire la diffusione della gonorrea, compreso un maggiore accesso ai servizi diagnostici”, promuovendo anche “la cooperazione internazionale per contribuire al monitoraggio e al controllo della diffusione di ceppi resistenti”.

Il tema della prevenzione è quello su cui battono anche gli esperti, al fine di frenare la diffusione della gonorrea e mitigare il rischio di resistenza antimicrobica.
I consigli, in tal senso, sono: praticare sesso sicuro, sottoporsi a test per la diagnosi delle infezioni sessualmente trasmissibili, evitare il “fai da te” nell’assunzione di antibiotici, non consumando cioè farmaci non necessari e non interrompendo quelli prescritti, ripetere i test per verificare il successo della cura.

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La super-gonorrea resistente agli antibiotici

Proprio l’uso non corretto dei farmaci ha sicuramente favorito la antibiotico-resistenza dei batteri.
Sempre l’Ecdc sottolinea che, su 4.396 campioni prelevati da pazienti con diagnosi di gonorrea, analizzati nel 2022 da 23 Paesi, spiccano “2 isolati di Neisseria gonorrhoeae resistenti al ceftriaxone, l’antibiotico raccomandato per il trattamento della gonorrea. Questi ceppi batterici hanno mostrato anche un’ampia resistenza ai farmaci e una resistenza multifarmaco”.
Ne consegue dunque una ulteriore limitazione delle opzioni terapeutiche. Altro dato ritenuto particolarmente preoccupante in tal senso è l’aumento dal 14,2% al 25,6%, tra il 2021 e il 2022, della percentuale di isolati resistenti all’azitromicina, farmaco spesso utilizzato con il ceftriaxone per trattare la gonorrea. E, nello stesso periodo “anche la resistenza alla ciprofloxacina è cresciuta, dal 62,8% al 65,9%”, mentre resta bassa (0,3%) la resistenza a cefixime.

“I ceppi gonococcici resistenti a cefixime e ceftriaxone – sottolinea però l’Ecdc – si stanno diffondendo a livello internazionale”. Dunque, si conclude che “sebbene la maggior parte delle infezioni da gonorrea nell’Ue/See rimangano curabili con gli antibiotici attualmente raccomandati, le tendenze crescenti di antibiotico-resistenza sono preoccupanti. L’aumento dei ceppi resistenti può compromettere l’efficacia delle opzioni terapeutiche esistenti, ponendo una sfida significativa per la salute pubblica fino a quando non saranno disponibili nuovi farmaci”.

La gonorrea: cosa c’è da sapere

La trasmissione del batterio Neisseria gonorrhoeae avviene attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale, sia esso vaginale, anale o orale. Le manifestazioni cliniche, quando rilevabili, compaiono entro un periodo tra 1 e 7 giorni dall’infezione. Negli uomini, la gonorrea si manifesta con un’uretrite con secrezioni abbondanti, dense e di colore giallo-verdastro, bruciori e difficoltà a urinare.

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Nelle donne, la manifestazione clinica principale è un’uretrite, con bruciori e difficoltà a urinare, oppure una cervicite con secrezione giallo-verdastra, dolore durante o dopo i rapporti sessuali, prurito vaginale e/o difficoltà a urinare.

Una donna che contrae la gonorrea in gravidanza può inoltre, durante il parto, trasmettere al nascituro l’infezione provocando in questo una congiuntivite neonatale, che nei Paesi industrializzati è per fortuna praticamente scomparsa grazie alla profilassi antibiotica eseguita di routine.
Tra le possibili complicanze di una gonorrea non trattata, nelle donne la principale è la malattia infiammatoria pelvica, che comprende diversi quadri clinici quali, endometrite, salpingite, annessite, febbre, dolore pelvico cronico, dolore durante o dopo i rapporti sessuali, ascessi interni, sterilità.
L’epididimite, invece, è una delle complicanze tipiche dell’uomo, che si manifesta con dolore scrotale monolaterale e gonfiore e può portare all’infertilità.
Gli affetti da gonorrea hanno inoltre maggiori probabilità di trasmettere o acquisire l’Hiv.

Alberto Minazzi

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Tag:  batteri