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Torino con i “Brividi”: inizia l’Eurovision Song Contest 2022

Torino con i “Brividi”: inizia l’Eurovision Song Contest 2022
Eurovision Song Contest logo projected on the Mole Antonelliana. The 66th edition will be held in Turin in May 2022. Turin, Italy - January 2022

Esibizione, nella serata finale, dei Måneskin, che presenteranno il loro ultimo singolo

L’attesa sta per finire: dopo 31 anni, dal 10 maggio l’Eurovision Song Contest torna in Italia.
Sul palco del ParaOlimpico di Torino andranno in scena le due semifinali, il 10 e il 12 maggio, e il gran finale, sabato 14 maggio, per incoronare la migliore canzone europea di questa 66° edizione.
Un record, questo, riconosciuto dal Guinness dei Primati come manifestazione canora più longeva al mondo, la cui maternità è dovuta in piccola parte a Sergio Pugliese, che nel lontano 1956 suggerì di ricalcare le orme del nostro Festival di Sanremo.
A chiudere il cerchio, durante la serata finale, l’esibizione dei Måneskin.
La band romana (dal nome danese), vittoriosa l’anno scorso ad Amsterdam con la loro hit, Zitti e buoni, che ha aperto loro i palchi di Rolling Stones, Coachella e del loro primo tour mondiale, presenterà il suo ultimo singolo, Supermodel.

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Damiano David, frontman dei Maneskin

L’Italia sul palco del ParaOlimpico

A ereditare la rappresentanza italiana tocca quest’anno al duo Mahmood e Blanco, vincitori lo scorso febbraio a Sanremo con Brividi e tra i favoriti anche per la vittoria europea cantata in casa. Una possibile ‘doppietta’ riuscita solo alla Svizzera nella prima edizione, a Israele nel 1979 e all’Irlanda per ben due anni di fila: 1993 e 1994.
Proprio l’Irlanda è l’unica nazione a vantare una tripletta di vittorie, grazie nell’ordine a Linda Martin, Niamh Kavanagh e la coppia Paul Harrington – Charlie McGettigan. Non è casuale il primato irlandese nell’Albo d’oro della competizione con sette successi, inseguita dalla Svezia con sei e da Paesi Bassi, Regno Unito, Lussemburgo e Francia con cinque.
L’Italia, con una eventuale vittoria, raggiungerebbe la solitaria Israele a quota quattro.

Dalla prima vittoria di Gigliola Cinquetti

Non è stata particolarmente fortunata la relazione tra Italia e l’Eurovision: se la nostra nazione è infatti tra i fondatori della competizione, ha dovuto suo malgrado aspettare il 1964 per il primo successo con la sedicenne Gigliola Cinquetti (che sarà presente alla finale), grazie al brano Non ho l’età.

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Mike Bongiorno e una giovane Gigliola Cinquetti, vincitrice di Sanremo e dell’Eurovision nel 1964

L’anno seguente, come da regolamento, la competizione si è svolta negli studi Rai di Napoli (trionfo lussemburghese). La doppietta è arrivata ‘solo’ nel 1990: Toto Cotugno sbanca la Vatroslav Lisinski Hall di Zagabria, all’indomani della caduta del Muro di Berlino, con il brano Insieme.
Infine, l’agognata tripletta ad opera dei Måneskin: in mezzo, una serie di brucianti piazzamenti con Raphael Gualazzi (2011) e Mahmood (2019) al secondo posto e una costante presenza nella top ten.
L’Eurovision Song Contest in Italia sta ricevendo negli ultimi anni una crescente attenzione mediatica: questo perché prima del 2011 la nostra nazione non si è presentata per ben 13 anni alla competizione.
Il fatto risale al 1997: una serie di incomprensioni tra la Rai e l’UER (l’Unione europea di radiodiffusione, organizzatrice dell’evento) vide come ultimi partecipanti nel secondo millennio i Jalisse, arrivati quarti con Fiumi di parole (e dati per strafavoriti).

I favoriti di Torino 2022

La competizione si svolgerà, come da regolamente in vigore dal 2008, in tre serate: nelle prime due semifinali si esibiranno rispettivamente 17 e 18 cantanti in gara.
Di questi, dieci per ogni serata passeranno alla serata finale, che vedrà l’entrata in gara dei cinque paesi finalisti di diritto: Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia, per un totale di 25 canzoni in competizione.
Insieme ai nostri Mahmood e Blanco, gli altri favoriti sono Svezia (Cornelia Jacobs, Hold me closer) e Ucraina (Kalush Orchestra, Stefania), la cui vittoria avrebbe una fortissima valenza politica a causa della guerra (che ha portato all’esclusione della compagine russa).

 

Eurovision Song Contest: unire le nazioni

L’Eurovision Song Contest è nata con l’intento di unire le nazioni europee in una competizione canora che avvicinasse popoli e culture diverse.
Per questo motivo le canzoni partecipanti, chiaramente pop, presentano spesso divertenti risvolti e sonorità folkloristiche, nonché lingue altrimenti inesplorate nell’ascolto di massa.
Il processo di avvicinamento alla gran finale prevede, nei mesi precedenti, numerosi concerti con i partecipanti all’edizione.
Tra questi, anche le neonate ‘edizioni da casa’, causa Covid, dove i cantanti portano il loro singolo o una cover storica della competizione. Se la maggior parte degli artisti è sconosciuta ai più, grazie all’Eurovision grandi band sono passate alla ribalta globale, come gli ABBA o i nostri Måneskin.
Curiosa la partecipazione, dal 2015, dell’Australia, per celebrare i sessant’anni dell’evento.

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Gli ABBA, la famosissima band svedese che vinse l’ESC nel 1974

Il toto-vincitori

Il toto-vincitori, tra gli appassionati, nel frattempo è già iniziato.
Al di là dei cantanti favoriti per la vittoria finale, i Paesi sui quali più sembra per ora concentrata l’attenzione sono la Grecia di Amanda Georgiadi Tenfjord e la sua Die together e la Polonia di Ochman, con River, la Georgia dei Circus Mircus con Lock me, la Lettonia con il gruppo Citi Zēni e la loro Eat Your Salad e la Moldavia con la sua pazza ballata dei due gruppi Zdob și Zdub & Frații Advahov con Trenulețul.

Damiano Martin

 

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