Le previsioni di iLMeteo.it: il 2025 si chiuderà con temperature anche 8 gradi sotto le medie. Ma la parentesi sarà brevissima. E l’Enea prevede: sempre più caldo di qui al 2100
Il “regalo” del Capodanno è il freddo, fin qui grande assente della stagione autunno-inverno 2025. E ci attende un freddo tutt’altro che banale: secondo l’ultimo bollettino di iLMeteo.it, il cambio di rotta sarà davvero repentino, con temperature attese nelle prossime ore in Italia fino a 7-8 gradi sotto le medie climatologiche del periodo. Il clima, insomma, si conferma sempre più estremo. A confermarlo c’è anche uno studio sugli impatti dei cambiamenti attesi di qui al 2100, in questo caso con una proiezione relativa alla condizione esattamente agli antipodi rispetto a quella che stiamo vivendo in queste ore: il caldo.
Temperature in picchiata: fino a 15 gradi in meno in poche ore
Per far precipitare il termometro, spiegano i meteorologi, sarà sufficiente che l’irruzione artica proveniente dalla Russia e diretta verso l’Europa Sud-Orientale sfiori appena il nostro Paese. La massa di aria fredda che sta raggiungendo i Balcani, l’area carpatica danubiana, la Grecia, la Turchia e il Mar Nero, illustra il responsabile media de iLMeteo.it, Lorenzo Tedici, determinerà un vero e proprio crollo delle temperature anche da noi, in particolare in montagna e sulla fascia del Medio Adriatico.

In poche ore, la colonnina del mercurio potrà scendere anche di 13-15 gradi, rendendo un ricordo i valori piuttosto miti per il periodo registrati nelle ultime giornate, quando in alcuni casi si sono superate di 6-7 gradi le medie stagionali.
Un brindisi ghiacciato
Tra il pomeriggio e la serata di oggi, 30 dicembre, sono attese così nevicate fino a quote collinari tra Basse Marche, Abruzzo e Molise, con locali piovaschi al Sud. È invece annunciato tempo stabile e bello, salvo nebbie sulla Pianura Padana orientale, nelle regioni settentrionali.

Alla mezzanotte del 31 dicembre, si arriverà quindi dopo una giornata più asciutta e soleggiata, ma decisamente più fredda, con al momento del brindisi temperature attorno allo zero. O anche sotto: per esempio a Firenze e Perugia, oltre che nelle grandi città del Nord. Non si salveranno nemmeno Roma, Napoli e in generale tutto il Centro-Sud, Sicilia e Sardegna escluse, dove però potrà piovere.
Col 2026, il ritorno a temperature più miti
Già a partire dal pomeriggio del 1° gennaio e in particolare nel secondo giorno del nuovo anno, continua però il bollettino di iLMeteo.it, l’ondata di gelo è destinata a finire. I venti sono infatti destinati a ruotare a ostro e libeccio, con un nuovo afflusso di aria più mite e umida da sud che si tradurrà nel ritorno a un tepore anomalo, accompagnato però da tante piogge sparse. Queste precipitazioni si presenteranno, localmente già dalla seconda metà di Capodanno, a partire dall’intero versante tirrenico, con anche quale piovasco in Sicilia, per poi estendersi alle regioni settentrionali, dove torneranno anche locali nebbie notturne. E la tendenza è dunque al peggioramento.
Verso un futuro sempre più rovente ed estremo
La breve parentesi di un inverno come siamo abituati a conoscerlo potrebbe però essere destinata a diventare sempre più un ricordo in un futuro non così prossimo, ma nemmeno troppo lontano. I cambiamenti climatici, infatti, stanno ridisegnando il quadro delle temperature anche in Italia. E l’Enea, in uno studio, ha provato a prevedere come sarà il clima nel nostro Paese e quali eventi estremi dobbiamo attenderci negli anni che ci porteranno al 2100. Il quadro generale parla di un aumento del caldo, particolarmente preoccupante per quanto riguarda le aree montuose, dove le temperature potranno crescere, nello scenario più critico, fino a 4,5 gradi in più in estate e 3,5 in autunno.
Precipitazioni tra diminuzioni delle medie e aumento dell’intensità
In tutto il bacino del Mediterraneo, poi, diminuiranno le precipitazioni medie, con un clima più secco in particolare d’estate, anche se la loro intensità potrebbe aumentare in inverno sulle Alpi Occidentali italiane e in primavera su tutto l’arco alpino. Inoltre si registrerà un marcato incremento della frequenza degli eventi estremi con temporali intensi e alluvioni improvvise, specie in autunno nelle zone alpine e subalpine del Nord Italia.

I risultati sono stati ottenuti attraverso l’utilizzo di proiezioni climatiche regionali ad altissima risoluzione, realizzando così simulazioni con 3 scenari socioeconomici e climatici di riferimento, sia per quantificare le variazioni già in atto, relativamente al periodo tra il 1980 e il 2014, sia per il futuro tra il 2015 e la fine del secolo.
Alberto Minazzi



