Il risultato di uno studio: sfogarsi a voce alta durante uno sforzo può migliorare forza fisica e resistenza. Ma anche aiutarci quando “ci blocchiamo” da soli
“In molte situazioni, le persone si trattengono, consapevolmente o inconsapevolmente, dall’usare tutta la loro forza”. La considerazione di Richard Stephens, professore della Keele University, evidenzia un dato di fatto indubbiamente condivisibile. Lo psicologo britannico ha dunque provato a capire quale può essere la soluzione che ci può aiutare a superare questi limiti. E lo studio condotto dal team internazionale da lui coordinato, i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista “American Psychologist”, ha identificato una chiave inattesa: le parolacce.
“Imprecare – spiega infatti Stephens – è un modo facilmente disponibile per aiutarsi a sentirsi concentrati, sicuri e meno distratti e a “darsi da fare” un po’ di più”.
Perché le parolacce ci aiutano durante lo sforzo fisico
Le conclusioni alle quali sono arrivati gli studiosi, che hanno notato un aumento di forza fisica e resistenza in chi, durante lo sforzo, si sfoga con una parolaccia, partono da una precisazione: imprecare non agisce direttamente sui muscoli, bensì sulla mente. A tal riguardo, l’effetto derivante dalla pronuncia di una parolaccia mentre si compie un esercizio fisico sembra essere quello di aiutarci a non trattenerci, attraverso la riduzione del troppo pensare ad altro, del controllo e dell’autocensura e, di conseguenza, di farci entrare più facilmente nel compito. E sono principalmente tre i meccanismi che conducono a questo effetto, chiamato “disinibizione di stato”, ovvero uno stato psicologico in cui siamo meno propensi a frenare il nostro comportamento. Sfogandoci attraverso la parolaccia aumentiamo cioè il “flusso” psicologico, ovvero lo stato in cui siamo immersi piacevolmente e con concentrazione in ciò che facciamo, smettendo di divagare con la mente su altri temi. Ma aumenta anche la fiducia in noi stessi, convincendoci che “possiamo farcela”, fosse anche solo per quel momento. Inoltre, la distrazione da pensieri inutili si traduce in meno paura, meno autocritica e meno “non ce la faccio”.

I risultati dei test
Già precedenti ricerche avevano evidenziato che quando le persone imprecano ottengono risultati migliori in diverse sfide fisiche, come il riuscire a trattenere più a lungo possibile una mano immersa nell’acqua ghiacciata. Per capire i meccanismi psicologici alla base di tutto ciò, è stato così condotto un esperimento in 2 fasi, in cui i 182 partecipanti sono stati invitati a effettuare flessioni su una sedia, ovvero a sollevare corpo e gambe facendo forza sulle sole braccia appoggiate sui braccioli. A una parte di loro è stato quindi chiesto di pronunciare ogni 2 secondi una parola neutra, mentre ai restanti di dire una parolaccia. Ebbene: questi secondi sono riusciti a resistere molto più a lungo e a sostenere meglio il peso del corpo. Inoltre, dai questionari proposti alla fine dell’esercizio, per valutare potenziali mediatori correlati alla disinibizione di stato, in chi ha imprecato durante la realizzazione è stato riscontrato anche uno stato mentale e un coinvolgimento più positivo nell’esperienza, in linea con i risultati emersi da un precedente studio. “Questi risultati – conclude lo studio – suggeriscono che imprecare promuove stati psicologici che favoriscono la massimizzazione dello sforzo e il superamento di vincoli interni”.
Parolacce: un possibile aiuto anche per situazioni non fisiche
I risultati raggiunti hanno dunque confermato l’idea che imprecare possa indurre nelle persone uno stato d’animo disinibito. “Imprecando – rimarca Stephens – ci liberiamo dalle costrizioni sociali e ci permettiamo di impegnarci di più in diverse situazioni. E questi risultati aiutano a spiegare perché imprecare è così comune”. Gli effetti prodotti dalla parolaccia, precisa l’abstract dello studio, “hanno potenziali implicazioni per le prestazioni atletiche, la riabilitazione e i contesti che richiedono coraggio o assertività”. Per questo, gli autori sottolineano che lo sport non è l’unico contesto in cui ci blocchiamo da soli. Basta pensare a quando dobbiamo parlare in pubblico, avere un approccio romantico, chiedere un aumento, superare un momento di paura o imbarazzo o, in generale, affrontare una situazione difficile. Di qui l’intenzione, in futuro, di verificare se lo stimolo derivante dalle parolacce funzioni anche in questi contesti in cui il successo dipende spesso dal superamento dell’esitazione. Se cioè imprecare, in certi momenti, aiuti a dare il massimo attraverso un piccolo scossone psicologico, facendoci sentire più liberi, concentrati e sicuri. Lasciare andare il controllo mentale, quando ci servono coraggio, forza o decisione, potrebbe in tal modo mettere a nostra disposizione uno strumento universale semplice, gratuito e immediato, privo di calorie o di farmaci: le parolacce.
Alberto Minazzi



