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Qualche soldo in più e bollette meno care: come il 2026 potrebbe cambiare il bilancio familiare

Qualche soldo in più e bollette meno care: come il 2026 potrebbe cambiare il bilancio familiare

Ecco come riduzioni fiscali, bonus e interventi sul costo dell’energia il prossimo anno potrebbero dare un po’ di respiro a chi deve far quadrare i conti

Entro il 31 dicembre, il Parlamento dovrà approvare definitivamente la Legge di bilancio 2026.
Il testo è attualmente in discussione presso la Commissione Bilancio del Senato, che sta lavorando per applicare le correzioni proposte dai gruppi parlamentari e poi portare il documento al voto dell’aula, indicativamente a metà mese. Ma, in linea di massima, è già possibile individuare gli ambiti in cui le misure adottate con la Manovra potranno tradursi in concreti risparmi per i cittadini. Il tutto ricordando comunque che non c’è solo la Finanziaria.
Tra le ipotesi circolate nelle ultime ore, per esempio, la premier Giorgia Meloni starebbe pensando a un nuovo “Decreto energia”, in cui modificare le regole sugli oneri di sistema inseriti nelle bollette energetiche, consentendo la spalmatura su più anni.

Il Decreto energia e gli oneri di sistema nelle bollette

In questo contesto, secondo alcune indiscrezioni emerse nelle ultime ore, la premier Giorgia Meloni starebbe pensando, nell’ottica di un intervento strutturale sul caro-energia, di inserire la previsione del dimezzamento dei cosiddetti “oneri di sistema”. Si tratta della quota “fiscale” della bolletta, pari per una famiglia media a circa il 25%-30% del totale, non legata ai consumi, ma destinata a finanziare una serie di interventi, come gli incentivi alle rinnovabili o la manutenzione della rete elettrica. L’idea al vaglio sarebbe quella di poter spalmare questi costi su un periodo di più anni, gravando in tal modo in misura minore ogni mese sulle tasche degli utenti. La quantificazione esatta di quel che si potrebbe risparmiare qualora il Governo decida di portare fino in fondo questa idea dipenderà in ogni caso dall’esatta formulazione della norma, a partire dai destinatari, ma anche relativamente all’entità dello sconto effettivamente applicato.

I vantaggi economici per il cittadino nella manovra

Un intervento che invece sembra consolidato, riguarda la riduzione dal 35% al 33% dell’aliquota intermedia dell’Irpef applicabile ai redditi tra 28 mila e 50 mila euro, che si tradurrà in un aumento del reddito disponibile netto stimato tra i 210 e i 230 euro annui.
Se questa misura riguarda il cosiddetto “ceto medio”, per i nuclei familiari a basso reddito c’è invece il rifinanziamento anche per il 2026 e il 2027, con 500 milioni di euro l’anno, della carta “Dedicata a te”, che consente l’acquisto di beni alimentari di prima necessità.
Mentre è aperta la partita sul tema del taglio del cuneo fiscale, vi sono poi altre previsioni, come l’aumento da 8 a 10 euro dell’esenzione per i buoni pasto elettronici, ma anche l’introduzione di una tassazione sostitutiva del 5% sugli incrementi delle retribuzioni dei dipendenti privati con reddito fino a 28 mila euro legati ai rinnovi contrattuali sottoscritti nel 2025 e nel 2026. E la “flat tax” all’1% sui premi di produttività, fino a un massimo di 5 mila euro, erogati nel 2026 e nel 2027.

I bonus

Anche se in alcuni casi depotenziati, continua poi a essere prevista una serie di bonus edilizi, come il Superbonus, per il quale è confermata la detrazione al 50% delle spese sostenute nel biennio 2025/26, scendendo al 36% dal 2027. Anche per l’Ecobonus rimane applicabile alle spese del 2026 l’aliquota del 36%, elevabile al 50% per alcuni interventi specifici, con la riduzione dell’aliquota generale al 30% operativa solo dal 2027. Un’altra conferma fino al 31 dicembre 2026 riguarda la detrazione per le spese di recupero edilizio (il cosiddetto”bonus ristrutturazioni”), che sarà possibile al 50% (prima di tornare al 36% nel 2027) fino a un tetto di 96 mila euro per unità immobiliare. E vengono estesi al nuovo anno altri bonus collegati, come il “bonus mobili” e gli interventi su parti comuni dei condomini.
Tra i nuovi bonus, anche se in questo caso in ambito familiare, il “bonus lavoratrici madri”, che prevede un’integrazione del reddito per le donne con 2 o più figli.

Le misure per famiglie, pensionati e lavoratori

Restando in ambito familiare, la bozza della Manovra rende più favorevole il calcolo dell’Isee per i nuclei con figli, prevede un fondo per genitori separati o divorziati con figli a carico e rifinanzia i fondi per l’assistenza familiare (i cosiddetti “caregiver”), per i servizi educativi ai minori e per le donne vittime di violenza.
Quanto all’assegno di inclusione, con uno stanziamento di 380 milioni il beneficio è esteso fino a 18 mesi rinnovabili.
Sul fronte pensioni, quelle minime verranno incrementate dal prossimo anno di 20 euro mensili per chi si trova in condizioni disagiate ed è prorogata per tutto il 2026 la cosiddetta “Ape sociale”.
Ci sono anche incentivi alle assunzioni, con, insieme al rifinanziamento del fondo per l’occupazione, un primo stanziamento di 154 milioni per il 2026 a sostegno dell’occupazione giovanile, di quella nella Zes unica del Mezzogiorno e delle donne svantaggiate. In concreto, queste risorse verranno utilizzate per un esonero parziale dei contributi previdenziali per un massimo di 24 mesi in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato del rapporto di lavoro.

Alberto Minazzi

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