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Ponte Stretto: stop dei giudici, ma il Governo non molla

Ponte Stretto: stop dei giudici, ma il Governo non molla
@Strettodimessina

Convocato d’urgenza un Consiglio dei Ministro dopo il no della Corte dei conti al visto di legittimità per la delibera del Cipess sull’opera

La Corte dei Conti non ha ammesso “al visto e alla conseguente registrazione” della delibera del Cipess il Ponte dello Stretto di Messina. La cui realizzazione rischia di bloccarsi ancora una volta dopo i tanti rinvii registrati nel corso dei decenni che stavolta sembravano lasciati alle spalle in seguito alle decisioni sul tema prese dal Governo.
L’Esecutivo, che è stato convocato d’urgenza questa mattina a Palazzo Chigi subito dopo il pronunciamento dei giudici contabili, sembra però intenzionato a non fare retromarcia e a far valere fino in fondo le proprie ragioni.

“Attendiamo le motivazioni”

Palazzo Chigi, al termine del vertice ha chiarito che il Governo attenderà la pubblicazione delle motivazioni della delibera della Corte dei Conti prima di replicare alle osservazioni sul Ponte sullo Stretto.
“Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti – si legge nella nota – il Governo provvederà a rispondere puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Rimane fermo l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera“.
La Corte dei Conti ha precisato invece che la Sezione di controllo si è pronunciata solo su profili giuridici della delibera Cipess relativa al Piano economico-finanziario del ponte, senza valutazioni sull’opportunità o sul merito dell’opera.
“Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica – si legge nella nota – e le sentenze e deliberazioni della Corte non sono sottratte alla critica, che però deve avvenire nel rispetto del lavoro dei magistrati”.

Il pronunciamento della Corte dei Conti

Il “no” al visto di legittimità è stato deciso nella Camera di consiglio del 29 ottobre dalla Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti. E anche se, precisa il comunicato ufficiale, “le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note con apposita deliberazione entro 30 giorni”, l’organo di giustizia contabile ha comunque già emesso un’ulteriore nota per precisare alcuni aspetti.
Il punto cruciale è legato al fatto che, si sottolinea, la Sezione si è espressa “su profili strettamente giuridici”.

La reazione del Governo

“La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess riguardante il Ponte sullo Stretto – ha dichiarato invece la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una nota pubblicata sul sito istituzionale del Governo – è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico i Ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”. Parole dure, insomma, che sono state rafforzate dalle conclusioni: “La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”.

La riunione d’urgenza a Palazzo Chigi

Di qui la necessità, per l’Esecutivo, di convocare già nella serata di mercoledì una riunione d’urgenza per la mattinata odierna, giovedì 30 ottobre, del Consiglio dei Ministri. Un vertice al quale, insieme a Giorgia Meloni e al ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha preso parte anche l’altro vicepremier, Antonio Tajani, sia pure solo in videocollegamento dall’Africa, dove è impegnato in una missione istituzionale nel suo ruolo di ministro degli Esteri.
“La decisione della Corte dei conti – scrive Salvini in un post su “X” – è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”. “In attesa delle motivazioni – aggiunge il ministro – chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da Sud a Nord”. Di qui, il proclama finale: “Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.

Alberto Minazzi

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