Le statistiche Istat del 2024: a Nord-Est le somme destinate a consumi più elevate d’Italia (quasi il 38% in più rispetto al Sud)
Nel 2024, l’importo che le famiglie italiane hanno destinato mediamente alla spesa mensile per consumi è rimasto sostanzialmente immutato: 2.755 euro contro i 2.738 del 2023, come emerge dalle ultime stime appena pubblicate dall’Istat, per quanto la maggioranza delle famiglie spenda un importo inferiore al valore medio. E stabili, nel confronto rispetto all’anno precedente, sono anche le somme sborsate per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcoliche. Un dato, questo, che però non deve trarre in inganno.
I consumi alimentari degli italiani
In un anno, infatti, si è registrato un marcato aumento dei prezzi al consumo, il cui indice è variato del +2,5%, riducendo di conseguenza il potere d’acquisto delle famiglie.
Si spiega così anche perché, con sostanziale stabilità percentuale rispetto al 2023, circa un terzo delle famiglie (il 31,1%) ha dichiarato di aver provato nel corso dell’anno a limitare la quantità e/o la qualità del cibo acquistato.
Come valori assoluti, ad aumentare significativamente sono in particolare, sottolinea l’Istituto di statistica, le spese destinate a oli e grassi che, con un incremento del +11,7%, raggiungono i 18 euro mensili. In salita anche le somme spese per la frutta, inclusa quella a guscio, che toccano i 45 euro al mese facendo segnare un +2,7% rispetto al 2023.
Se la media nazionale di consumi per “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” nel 2024 è stata pari al 19,3% della spesa, a livello regionale la quota più elevata si registra in Calabria (28,2%), mentre il valore percentualmente più basso è risultato il 14,6% del Trentino-Alto Adige. E, a livello di macro-aree, è marcata la differenza tra Sud (25,4% della spesa totale) e Nord-Est (17,4%).
Le due velocità dell’Italia dei consumi
In generale, per il secondo anno consecutivo, la spesa è di molto superiore al livello pre-Covid, visto che nel 2019 i consumi mensili delle famiglie erano stati pari a 2.561 euro. Anche in questo caso, le cifre devono però essere approfondite, visto che all’aumento del +7,6% in 5 anni della somma destinata mensilmente ai consumi corrisponde un’inflazione calcolata nello stesso periodo al +18,5% con l’Indice armonizzato. Vanno evidenziati, inoltre, altri dati. In primis, la spesa media mensile delle famiglie composte soltanto da italiani continua a essere superiore di quasi un terzo (+31,8%) rispetto a quella delle famiglie con stranieri. Vi sono poi altre riflessioni di carattere territoriale: a Nord-Est, dove i consumi sono più alti (3.032 euro), si è speso il 37,9% in più del Sud (2.199). In particolare, le regioni con la spesa media mensile più elevata si confermano Trentino-Alto Adige (3.584 euro) e Lombardia (3.162 euro), mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 2.075 e 2.000 euro mensili. E i residenti nei Comuni centro di area metropolitana con 2.999 euro mensili spendono circa il 12% in più di quanto (2.638 euro) fanno le famiglie che vivono in realtà fino a 50 mila abitanti.
I consumi non alimentari
Quanto alla spesa non alimentare, che rappresenta l’80,7% del totale, la forbice varia dai 3.032 euro mensili del Nord-Est e i 2.199 del Sud, per una media nazionale di 2.222 euro. In un contesto di sostanziale stabilità, tra le divisioni di spesa non alimentare aumenta soprattutto quella relativa a Servizi di ristorazione e di alloggio (+4,1%, 162 euro mensili), in particolare al Centro (+7,2%), anche se il livello più elevato continua a essere quello del Nord-est (209 euro mensili, 6,9% del totale) e, tra le Regioni, della Lombardia (7,5% contro il 5,9 nazionale). A Nord-Est cresce anche la spesa per l’Istruzione (+16,9%, toccando i 21 euro al mese) e si conferma il primo posto della quota destinata ai Trasporti (11,5% della spesa totale, contro una media nazionale del 10,8%) e a Ricreazione, sport e cultura (4,4% a fronte del 3,8% italiano).
In calo, -2,3% sull’intero territorio, risultano invece le spese per Informazione e comunicazione. Infine, per la divisione “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” primo è il Trentino-Alto Adige con il 42% della spesa contro il 35,7% a livello Italia.
Alberto Minazzi