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Estetisti e parrucchieri: la riforma del beauty

Estetisti e parrucchieri: la riforma del beauty

Nuove qualifiche, esami obbligatori e regole più severe: il mondo del beauty cambia volto e professionalità

Il mondo della bellezza ha cambiato pelle.
Parrucchieri, estetisti, onicotecnici (si occupano del trattamento e della ricostruzione delle unghie) e make-up artist (gli specialisti di ciglia e sopracciglia) stanno ridefinendo il concetto di estetica. E il settore si prepara a un passo decisivo: in arrivo, c’è una riforma che prevede l’introduzione di nuove qualifiche, esami di abilitazione e regole più stringenti, segnando una vera rivoluzione per chi lavora nel comparto del beauty.
Che gode di ottima salute, con ben 42 mila imprese italiane attive, alle quali si aggiungono oltre 100 mila barbieri e che per numero di addetti è diventato secondo solo a quello dell’edilizia.
I dati di Infocamere risalgono al 2023. E sono in difetto, perché nel corso degli ultimi due anni queste nuove figure professionali sono aumentate ulteriormente ponendosi nei saloni di bellezza al fianco delle estetiste ma oggi senza il riconoscimento di una specifica qualifica.

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Le attività estetiche nel 2025

In primo luogo, prevede una proposta di legge presentata questo mese alla Camera, si rende necessario ridefinire i limiti di quella che è da considerarsi “attività estetica”.
Tra le nuove prestazioni che vengono sempre più richieste figurano infatti la dermopigmentazione, utilizzata per esempio per il trucco permanente o la copertura di cicatrici, oppure i trattamenti-benessere effettuati su corpo e capelli attraverso l’utilizzo di apparecchi elettromeccanici, comprese le moderne tecniche di epilazione, per le quali è richiesta la capacità di essere in grado di usare adeguatamente alcuni strumenti elettronici specifici.
Lo stesso vale, guardano alle figure professionali, per il ricorso ai make-up artists, agli esperti di extension e laminazione, ma anche agli specialisti in estetica oncologica, che offrono un supporto estetico ai pazienti ancora in trattamento o alla fine dell’effettuazione di terapie oncologiche o ematologiche.
Per diventare specialisti in estetica, dunque, saranno richieste competenze in nuove materie come cosmetologica e chimica, fisiologia e anatomia dell’apparato locomotore e circolatorio, apparecchi elettromeccanici per uso estetico e marketing di base.

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La formazione e l’accesso alla professione

Qualora la legge venisse approvata, non sarebbero però solo i professionisti che svolgono una delle nuove attività, ma anche i “classici” estetisti e parrucchieri, a ricadere all’interno delle figure per le quali opereranno le novità previste in materia di requisiti richiesti per l’esercizio del mestiere. Non sarebbe infatti più sufficiente la qualifica professionale: si introdurrebbe invece la previsione, a completamento di un corso di formazione specifico per la tipologia di attività futura, del superamento di un vero e proprio esame di abilitazione professionale. Il testo del disegno di legge prevede, al riguardo, che l’adempimento degli obblighi formativi per l’accesso all’esame sarà ritenuto valido attraverso la frequenza di corsi biennali o triennali la cui organizzazione sarà affidata alle Regioni. In alternativa, è però ammesso anche lo svolgimento di attività qualificata a tempo pieno per 1 anno presso un’impresa di estetista, ma anche il lavoro per 3 anni come dipendente, collaboratore familiare, socio lavoratore o titolare presso un’impresa oppure per 1 anno al termine di un contratto di apprendistato.

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Le nuove sanzioni per i trasgressori

La bozza del disegno di legge introduce anche, per i proprietari di saloni di parrucchiere e di imprese estetiche, la possibilità di siglare, con i professionisti qualificati del settore, contratti di affitto di una o più cabine all’interno dei propri locali. Ma il testo prevede anche una stretta a livello di sanzioni, per colpire soprattutto chi esercita in forma abusiva.
La sanzione amministrativa per i trasgressori salirebbe infatti dagli attuali 500-2 mila euro a una forbice tra 5 mila e 50 mila euro e la pena aggiuntiva della sospensione dell’attività da 1 a 2 anni, non escludendo anche risvolti penali per gli eventuali dati arrecati ai clienti.
In caso di assenza di uno o più requisiti obbligatori per la qualifica professionale, invece, le multe lieviterebbero dai 250-5 mila euro odierni a 3 mila-10 mila euro.

Alberto Minazzi

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Tag:  Lavoro