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Internet sicuro: una app verificherà l'età degli utenti

Internet sicuro: una app verificherà l'età degli utenti

Anche l’Italia tra i 5 Paesi scelti dall’Unione Europea per la prima sperimentazione del prototipo pensato soprattutto per la protezione dei minori da abusi

“Le piattaforme non hanno più scuse per continuare a mettere in atto pratiche che mettono a rischio i bambini”. Bastano queste poche parole di Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva dell’Unione Europea per la Sovranità tecnologica e la sicurezza, per capire quanto sia sempre più fondamentale riuscire a garantire la protezione dei minori dai rischi di dipendenza, abusi ed esposizione a contenuti dannosi a cui si espongono navigando su internet. In tal senso, la Commissione Europea ha elaborato e ora ha presentato ufficialmente le linee guida previste all’interno della legge europea sui servizi digitali. Ma non solo: l’organo esecutivo dell’Ue ha infatti lanciato nell’occasione anche un’app che consentirà di verificare online l’età degli utenti. E la fase-pilota del progetto coinvolgerà anche l’Italia tra i 5 Paesi chiamati a testare il prototipo sviluppato da Bruxelles.

La app verifica-età

Insieme al nostro Paese, per questa prima fase di adozione del prototipo sono state scelte dalla Commissione anche Francia, Spagna, Grecia e Danimarca, ovvero alcune delle Nazioni che maggiormente stanno spingendo l’Europa nel senso di una riflessione sulla necessità di fissare nel continente una sorta di “età digitale”. Non appena l’app per la verifica dell’età sarà concretamente disponibile a livello nazionale, gli utenti di internet di questi Stati dovranno attivarla per consentire alle piattaforme online di ricevere direttamente la prova della loro maggiore età. Entro la fine del 2026, il prototipo o l’app nazionale personalizzata pubblicata sugli app store dovranno quindi essere integrati nei portafogli digitali nazionali. Si tratta di un sistema che garantisce la privacy, non richiedendo l’introduzione di dati personali e basandosi, come spiega Bruxelles, sulla separazione dei processi di rilascio e presentazione, oltre che sulla non previsione della comunicazione al fornitore della prova relativamente ai servizi in cui l’app viene utilizzata. Lo strumento tecnico utilizzato, aggiunge la Commissione, potrebbe essere esteso dai singoli Stati, fin dall’inizio o in una fase successiva, anche ad altre situazioni a cui si collegano limitazioni per età, come l’acquisto di alcolici.

Le altre strategie europee di protezione dei minori in rete

Nel frattempo, l’Unione Europea ha in programma il lancio di test approfonditi sulle piattaforme online, compresi i siti che propongono contenuti espressamente per adulti, indicando nel contempo ai gestori delle stesse piattaforme alcune strategie attraverso cui limitare la visibilità degli account dei più giovani sui social network, ai fini della loro protezione da possibili abusi. Per esempio, si suggerisce l’introduzione del divieto di scaricare o copiare con screenshot i contenuti pubblicati dagli utenti minorenni per impedire la “diffusione indesiderata di contenuti sessualizzati o intimi”. Un altro suggerimento è l’impostazione predefinita degli account dei minori come “privati” e dunque accessibili ai soli utenti inseriti nelle loro liste di “amici”, per prevenire i contatti indesiderati da parte di estranei. Le nuove linee guida appena presentate si occupano anche di tematiche come il cyberbullismo e i contenuti dannosi, che molte volte vengono proposti dagli stessi algoritmi di raccomandazione delle piattaforme. Ma anche del design delle piattaforme che crea dipendenza negli utenti, visto che la Commissione ritiene che gli “streaks” (cioè le funzionalità di alcune piattaforme social che premiano la pubblicazione di contenuti consecutivi) ma anche le semplici spunte di lettura dei messaggi inneschino comportamenti di dipendenza, a cui i minori sono particolarmente vulnerabili.

Alberto Minazzi

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