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Il mondo in bilico, tra guerre, petrolio, nucleare e G7

Il mondo in bilico, tra guerre, petrolio, nucleare e G7

Si chiude oggi (ma senza Trump) il vertice canadese delle principali forze geopolitiche del Globo, anche se restano molte le tensioni e le questioni ancora aperte, a partire dal conflitto Israele-Iran

La situazione globale degli equilibri internazionali sta attraversando una fase estremamente delicata, tra conflitti nuovi (come quello legato all’attacco di Israele all’Iran) e vecchi che non si sono ancora avviati verso una reale soluzione (a partire dalla guerra tra Russia e Ucraina e quella che vede coinvolto ancora Israele, in questo caso con Hamas e la Palestina).
E c’è anche il rischio che il fermento possa allargarsi ad altri angoli del pianeta. In tal senso, spaventa la solidarietà all’Iran espressa pubblicamente dal Pakistan, una delle potenze nucleari dell’Asia.
Così i Grandi della Terra, come ha confermato il non facile vertice del G7 che si chiude oggi in Canada, stanno indubbiamente faticando non poco alla ricerca dei nuovi equilibri.
Servono infatti strategie per evitare una serie di ricadute a cascata che coinvolgerebbero anche Paesi non direttamente coinvolti nelle schermaglie belliche. In primis, attraverso le questioni economiche, tra cui occupano un posto di rilievo i rifornimenti energetici, a partire dal petrolio. Il cui costo aumenta sempre più.

G7

La ripartenza del prezzo del petrolio e il nodo-Hormuz

Riguardo a questo tema specifico, i segnali arrivati dai mercati proprio in seguito all’escalation bellica in corso in Iran sono inequivocabili. Nelle contrattazioni asiatiche, la quotazione “Light” del petrolio ha raggiunto i 72,54 dollari al barile, con una crescita del +1,07% e il prezzo “Brent” è arrivato a 73,87 dollari, registrando un incremento del +0,87%.
Ancor prima degli esiti delle ultime contrattazioni sul fronte economico, non a caso, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, invitando telefonicamente al dialogo per una possibile mediazione il collega iraniano Abbas Araghchi, insieme alle preoccupazioni in merito alla sicurezza dei nostri connazionali presenti nella regione e ai rischi relativi alla possibile proliferazione nucleare si è soffermato proprio sulle rotte utilizzate per il trasporto del greggio.

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“Per noi è importante che rimanga aperto lo stretto di Hormuz, fondamentale snodo per il commercio internazionale”, ha spiegato Tajani in un post su “X”. Per questa via d’acqua di 33 km, dove lavorano anche diversi italiani imbarcati sulle petroliere, passa infatti il 30% del petrolio mondiale e un eventuale blocco andrebbe ad aggiungersi alle riduzioni di due terzi dei traffici già in atto a Bab el-Mandeb, il braccio di mare che unisce Oceano Indiano e Mar Rosso attualmente sotto il controllo degli Houthi. In tal caso, secondo gli esperti, il prezzo della benzina, già in crescita, potrebbe schizzare verso l’alto con nuovi picchi.

Verso la chiusura del G7 in Canada

Nelle ultime ore, proprio le vicende tra Israele e Iran sono state intanto al centro della piccata precisazione del presidente Usa, Donald Trump, al presidente francese, Emmanuel Macron, dopo aver lasciato in anticipo il 51° vertice del G7, che si chiuderà oggi, 17 giugno 2025, dopo la 2 giorni di lavori a Kananaskis, in Canada.
L’inquilino della Casa Bianca ha infatti sottolineato, sul social network Truth, che il suo rientro a Washington “non ha nulla a che fare con un cessate il fuoco” tra i due Paesi mediorientali. Trump, che ha convocato il Consiglio di sicurezza statunitense nella Situation Room forse proprio per riprendere i colloqui diretti con l’Iran, ha comunque firmato il documento di chiusura in cui i 7 leader dei principali Stati del mondo sollecitano, oltre alla tregua a Gaza, anche una de-escalation sull’ultimo fronte di guerra e in tutto il Medio Oriente. La firma del presidente americano è arrivata, dopo l’iniziale rifiuto, grazie alle mediazioni degli altri Grandi, compresa la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, che ha incontrato personalmente Trump, e a un aggiustamento del linguaggio della bozza.

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Nel documento del G7, a quanto emerso dalle anticipazioni pubblicate principalmente dall’agenzia Reuters, che ha visionato la bozza, si ribadisce l’impegno dei big “per la pace e la stabilità” nell’area e il “sostegno alla sicurezza di Israele”. Con il rientro anticipato in patria del presidente Usa, intanto, è saltato il nuovo bilaterale inizialmente previsto con il presidente ucraino Volodimir Zelensky, atteso in Canada per partecipare al vertice nella giornata conclusiva.

Alberto Minazzi

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Tag:  G7, guerra, petrolio