I dati Ecdc: dall’inizio della stagione, nel nostro Paese l’82% dei casi continentali. Salgono intanto a 12 i decessi nel Lazio
La cronaca continua purtroppo ad aggiornare continuamente i numeri. Con il decesso nelle ultime ore di una donna di 87 anni di Cassino, che va ad aggiungersi alla morte di un 84enne di Latina il 10 agosto, sono salite a 12 le vittime di West Nile in Lazio, dove sono stati certificati anche 8 nuovi casi di infezione. Con 182 conferme diagnostiche da inizio anno (160 nella Asl di Latina), è proprio questa regione del Centro a confermarsi, anche nel nuovo bollettino pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, la più colpita dal virus. Trascinando così l’Italia, come hanno evidenziato gli ultimi dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), alla non certo invidiabile leadership incontrastata per contagi con questo virus in Europa.
West Nile: il record italiano certificato dall’Ecdc
Dall’inizio della stagione, riporta l’Ecdc, i casi confermati di infezione da West Nile nel nostro Paese sono stati 274. E, se si considera che, negli 8 Stati dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo da cui sono arrivate segnalazioni di contagi, il totale ammonta a 335 persone contagiate, quasi l’82% del totale arriva proprio dall’Italia, dove il Centro europeo segnala anche 19 decessi. Ma non solo. Secondo gli esperti, la diffusione del virus è prevista in ulteriore aumento nelle prossime settimane, con la possibile diffusione verso nuove zone (basti pensare che proprio nelle province di Latina e Frosinone fino a quest’anno non si erano registrati casi), e un picco atteso tra fine agosto e settembre. Il 2025, prosegue l’analisi dell’Ecdc, è in ogni caso già l’anno in cui, nell’ultimo triennio, si è registrato in Europa il maggior numero di casi di West Nile.
Zanzare: un’insidia da prevenire
Dopo l’Italia, a essere maggiormente colpita è la Grecia (35 contagiati confermati), mentre si fermano sotto la doppia cifra Serbia (9), Francia (7), Romania (6), Ungheria (2), Bulgaria e Spagna (entrambe con un solo caso). La raccomandazione da parte dell’Ecdc alla popolazione, con particolare riguardo a bambini, anziani e persone fragili, è dunque quella di proteggersi dalle punture di zanzara in tutti i modi: dall’utilizzo di indumenti coprenti, all’uso dei repellenti, all’installazione delle zanzariere. Anche perché, si ricorda, non esistono al momento vaccini per l’uomo contro West Nile. Nel contempo, le autorità sanitarie hanno realizzato nuove linee guida per rafforzare sorveglianza e controllo dei vettori.
Chikungunya e la crescita delle malattie trasmesse dalle zanzare
Non c’è infatti solo West Nile: tutte le arbovirosi risultano in crescita, potendo parlare a tutti gli effetti di una vera e propria emergenza sanitaria. E non solo nel mondo in generale (dove si calcolano 700 milioni di infezioni e 1 milione di morti ogni anno per malattie trasmesse da vettori come le zanzare), ma in particolare nel nostro continente. “L’Europa – avverte Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’Ecdc – sta entrando in una nuova fase, in cui la trasmissione delle malattie trasmesse dalle zanzare diventa la normalità“. A far segnare quest’anno un nuovo record è stata anche chikungunya, per la quale, se non altro, sono in fase di sviluppo nuove immunizzazioni. I focolai europei di questo virus, nel 2025, sono finora 27, con la Francia in questo caso prima per numero di casi (111; in Italia sono solo 7, soprattutto nelle regioni del Sud e del Sud-Est), senza però al momento alcun decesso.
Il primato della dengue
Secondo l’Oms, sono 5,6 miliardi le persone che vivono oggi in zone a rischio-chikungunya. La malattia trasmessa dalle zanzare più diffusa al mondo resta però, in ogni caso, la dengue. Come riporta una nota del World Mosquito Program pubblicata in occasione della giornata mondiale del 20 agosto, nel 2024 sono state registrate oltre 14 milioni di infezioni e quasi 12 mila decessi legati alla dengue, mentre nel 2025 i casi segnalati sono già 3,6 milioni, con oltre 1.900 decessi in 94 Paesi, a partire dalle isole del Pacifico: in questa zona del mondo, in diversi casi, sono stati dichiarati focolai.
Alberto Minazzi