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Veneto al voto: alle urne in autunno

Veneto al voto: alle urne in autunno
Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto

Il parere del Consiglio di Stato richiesto dalla Regione esclude definitivamente la possibilità di un rinvio alla primavera 2026

Gli elettori veneti saranno chiamati a rinnovare il Consiglio regionale nell’autunno 2025, in una data che non potrà superare il 23 novembre. È questa, in sostanza, l’indicazione che è arrivata dal Consiglio di Stato in risposta alla nota inviata dal presidente uscente della Regione, Luca Zaia, lo scorso 1° aprile. Ribadendo il principio secondo cui una norma regionale “non può che cedere di fronte alla norma statale”, il parere dei giudici amministrativi, che è stato pubblicato in un documento di 14 cartelle nella giornata di giovedì 8 maggio, ha dunque definitivamente escluso lo slittamento del voto alla primavera 2026.

 

Slittamento del 2020 e disallineamento legislativo: il nodo giuridico

La richiesta di chiarimento avanzata dall’Amministrazione veneta si collegava alla difformità tra le previsioni legislative regionali e la situazione che si è venuta a creare a causa dello stato di emergenza dovuto alla pandemia.
Nel 2020, infatti, le condizioni sanitarie provocarono lo slittamento della consultazione elettorale dalla primavera alle date del 20 e 21 settembre, con una proroga degli organismi allora in carica e l’avvio della nuova legislatura spostato in avanti. Questo provocò un disallineamento con la norma elettorale veneta, che prevede per lo svolgimento delle elezioni una finestra compresa tra il 15 maggio e il 15 giugno.

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La legge nazionale, però, prevede che il mandato degli amministratori locali duri 5 anni, con la convocazione del corpo elettorale entro 60 giorni dalla scadenza del periodo, a meno che il Governo o il Parlamento decidano uno slittamento sulla base di fondati motivi, come fu appunto 5 anni fa il Covid 19.

Al voto entro il 23 novembre

Una discrasia che, nella riunione del 16 aprile, adesso il Consiglio di Stato ha risolto, affermando che la data di svolgimento delle elezioni regionali “deve in ogni caso risultare conforme alla durata degli organi elettivi stabilita dalla legge statale”. I 60 giorni dalla conclusione della legislatura previsti dalle regole statali, dunque, scadranno esattamente il 20 novembre ed è prevista la domenica compresa nei 6 giorni seguenti come data limite per la consultazione elettorale.

Stop al terzo mandato per Zaia, che annuncia la scadenza

“Ringrazio il Consiglio di Stato – ha commentato il presidente Zaia – per aver fornito un chiarimento puntuale e autorevole sulla finestra elettorale delle prossime elezioni regionali del Veneto. Il voto dovrà avvenire non oltre domenica 23 novembre 2025, come indica il Consiglio. Verrà quindi indicata, entro i termini temporali previsti dalla legge, la data delle elezioni”.

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Il presidente della regione Veneto Luca Zaia

“La Regione del Veneto – ha aggiunto al riguardo il governatore – è già al lavoro, con spirito di servizio e responsabilità, per garantire che i cittadini possano esercitare il loro diritto democratico in un contesto di piena efficienza, preparazione e ordine istituzionale. L’obiettivo è quello di assicurare a tutti i veneti un processo elettorale trasparente, partecipato, ben organizzato e all’altezza dell’importanza che questo appuntamento rappresenta per la vita democratica della nostra comunità”.

Corsa contro il tempo per le alleanze

Dal punto di vista politico, intanto, si riducono i tempi per le intese tra gli schieramenti, fermo restando che il centrodestra non potrà ricandidare ancora una volta Zaia come presidente. L’eventualità di un terzo mandato (per l’esponente leghista sarebbe il quarto consecutivo, avendo già ricoperto la carica per una legislatura prima dell’entrata in vigore degli attuali limiti applicati alle Regioni ordinarie) è stata infatti definitivamente bocciata dal pronunciamento della Corte Costituzionale che, con riferimento specifico alla legge della Campania in materia, lo scorso 9 aprile ne ha espressamente escluso la possibilità.

Alberto Minazzi

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