Il mammifero è stato avvistato tra Punta Sabbioni e il Lido di Venezia. L’esperto del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue: “La specie sta ritornando a essere più presente in Adriatico Nord Occidentale”
Mentre il delfino Mimmo è ormai di casa in Bacino San Marco, un’altra sorprendente presenza è stata segnalata nella giornata di domenica 14 dicembre tra Punta Sabbioni e il Lido di Venezia.
In quelle acque nuotava infatti una Foca Monaca, un avvistamento raro, simile a quello avvenuto solo una decina di giorni fa vicino alla spiaggia di Ravenna.
“Sicuramente meraviglia trovarsi davanti una Foca Monaca, ma non è poi così sorprendente, considerato che non più tardi di qualche anno fa vi sono state segnalazioni della sua presenza in Laguna e lungo le coste del Veneto – spiega Mauro Bon, responsabile Ricerca e Divulgazione Scientifica del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia. In questi ultimi anni, si sta verificando un leggero incremento della specie pur se rimane a rischio estinzione”.

Una specie in via di estinzione
“La Foca Monaca è tra le specie di mammiferi più minacciati al mondo – prosegue Mauro Bon -. Basti pensare che il WWF stima ne restino in natura meno di 700 esemplari. Un tempo era comune in tutto il Mediterraneo poi, per interazioni con la pesca e l’uomo, tra catture accidentali e uccisioni è andata via via sparendo.
In Italia fino allo scorso secolo sembrava estinta, vi erano solo poche segnalazioni di avvistamenti in Sardegna.
Ultimamente però ci sono segnali di ripresa. Addirittura in Puglia, nel 2020, è stata accertata la presenza di un giovane esemplare ed è un segnale significativo perché fa pensare che possa trovare nuove aree di riproduzione. La foca avvistata tra Punta Sabbioni e il Lido di Venezia è probabilmente proveniente dalle coste dalmate”.

Tra il 2014 e il 2018 nella Laguna di Venezia il mammifero ha fatto la sua comparsa vicino a Poveglia, a sud della bocca di porto del Lido e alla foce del Brenta, vicino a Chioggia e Isola Verde. “L’ipotesi è che questi esemplari siano arrivati da noi seguendo le risorse ittiche – precisa Mauro Bon – e che provengano da nuclei più stabili in Croazia e Istria in cerca di cibo in quanto le nostre coste sono più ricche dei pesci dei quali si nutrono”.
Caratteristiche e curiosità della foca monaca
L’indole della foca monaca è tranquilla e giocosa. Quando è a terra si muove lentamente e in modo impacciato perché come per tutte le foche, la conformazione del bacino non le consente di alzare il ventre da terra.
Per contro, in mare diventa agile e veloce, specialmente quando caccia le prede a 10, 20 metri di profondità, ma può arrivare anche a 100 e restare in apnea per diversi minuti.
Si nutre di pesci come anguille, sardine, triglie, piccoli tonni, seppie come anche aragoste e polpi, tra il suo cibo preferito, alimentandosi sia di giorno, sia di notte.
E’ facilmente riconoscibile dalla sua colorazione brunastra uniforme, con una grossa macchia bianca irregolare sul ventre. Il nome si deve proprio al colore che ricorda la tunica di un monaco, mentre il nome scientifico Monachus monachus è associato alla sua indole solitaria e riservata che spesso la porta a nascondersi in grotte marine.

Avvistamenti in crescita: la Foca Monaca in Italia
“Va osservato – conclude Mauro Bon – che in questi ultimi anni questo mammifero sta recuperando la confidenza che aveva un tempo quando era solito farsi vedere nei porti. Tuttavia è sempre opportuno evitare l’interazione diretta e piuttosto nel caso di avvistamento segnalare immediatamente la sua presenza alle autorità competenti come la Guardia Costiera”.
Oggi la principale area di presenza della foca monaca è nel Mar Egeo e Mediterraneo orientale. Vive anche lungo le coste della Mauritania, isole Canarie, Mar Nero e in Italia, soprattutto nell’Arcipelago Toscano (Capraia, Pianosa, Giglio); in zone del Sud Italia, Golfo di Napoli e Cilento; Sicilia e Sardegna orientale. Segnalazioni recenti sono quelle in Salento, lungo la costa adriatica, a Ravenna e a Venezia.
Foca Monaca: vita e curiosità
La Foca Monaca ha un corpo cilindrico, la testa tonda, il muso schiacciato e due lunghi baffi.
La sua lunghezza va da 80 cm alla nascita e può arrivare da adulta fino a 240.
E’ molto intelligente e ha sviluppato un perfetto meccanismo per sopravvivere in acqua che le consente di capire esattamente quando è il momento di risalire. La sua vita media è di 30-35 anni per i maschi e 20-25 per le femmine.
I piccoli nascono neri e mutano la pelliccia solo dopo diverse settimane. La gestazione della Foca Monaca dura undici mesi e partorisce un unico cucciolo, al massimo due, in prossimità di coste sabbiose e rocciose. I neonati vengono allattati per 16-17 settimane e solo dopo lo svezzamento fanno il primo ingresso in acqua.
Nel Mediterraneo la Foca Monaca è stata oggetto di costante ostilità da parte dell’uomo, in particolare dei pescatori che in passato vedevano in lei un competitore. Un tempo veniva cacciata anche per la sua pelliccia e per il grasso trasformato in olio. Questo ha favorito l’attuale comportamento estremamente schivo e diffidente della specie.
Silvia Bolognini



