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Ue: 90% di emissioni in meno entro il 2040. L’Italia frena ma resta in corsa

Ue: 90% di emissioni in meno entro il 2040. L’Italia frena ma resta in corsa

Dopo 24 ore di trattative, l’Ue trova l’accordo. L’Italia parla di buon compromesso, ma resta indietro sulla decarbonizzazione

È stata una notte lunga a Bruxelles.
Dopo oltre ventiquattro ore di negoziati serrati, i ministri dell’Ambiente dell’Unione europea hanno trovato un accordo per ridurre le emissioni del 90% – rispetto ai livelli del 1990-  entro il 2040.
Un obiettivo che suona come un impegno giuridico vincolante verso un’Europa più verde, ma anche più realista.
L’intesa è passata grazie al sì di 21 Paesi membri, che rappresentano l’81,9% della popolazione europea.
Slovacchia, Ungheria e Polonia hanno detto no, mentre Belgio e Bulgaria si sono astenute.
L’Italia, invece, ha appoggiato la linea comune, definendo il risultato “un buon compromesso”.

Tra eccezioni e margini

Dietro la formula del “90%” c’è una rete di eccezioni e margini pensati per rendere la transizione meno traumatica.
I Paesi potranno infatti  “scalare” fino al 5% delle emissioni grazie a progetti che tagliano la CO₂ in altre aree del mondo
Un ulteriore 5% potrà essere usato a livello nazionale, per coprire gli sforzi domestici.
La Commissione europea dovrà poi valutare, ogni due anni, se aggiustare la rotta o persino alzare l’asticella.
“Abbiamo dimostrato che l’Ue non discute se raggiungere gli obiettivi, ma come raggiungerli”, ha dichiarato la ministra svedese Romina Pourmokhtari.
Nel pacchetto c’è anche lo slittamento al 2028 dell’Ets 2, il nuovo sistema di scambio di quote di emissione che estenderà la “carbon tax” anche ai carburanti e al riscaldamento domestico.

Pichetto Fratin: “Equilibrio fra ambizione e realismo”

“Si è raggiunto un buon accordo – ha commentato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin  –. Sono state riconosciute le istanze che portavamo avanti con altri Paesi: dal rinvio di un anno dell’Ets 2, al riconoscimento dei biocarburanti, fino all’aumento dei crediti di carbonio internazionali dal 3 al 5%. Abbiamo trovato un equilibrio tra ambizione e realismo”.
Il ministro ha sottolineato il fatto che per la prima volta la normativa cita espressamente i biofuel e i biocarburanti, aprendo a un loro possibile ruolo nel futuro mix energetico europeo.

emissioni
Il ministro Pichetto Fratin

L’Italia: regina del riciclo, ma lenta sulla transizione

Mentre a Bruxelles si scrive la nuova roadmap del clima, in Italia il termometro della sostenibilità segna luci e ombre.
Il nuovo rapporto Circonomia 2025, curato da Duccio Bianchi dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e presentato a Ecomondo, racconta di un Paese che eccelle nel riciclo ma arranca nella decarbonizzazione.
L’Italia resta una potenza nell’economia circolare: riciclo dei rifiuti, uso di materie seconde e sistemi consortili come Cial (alluminio), Ricrea (acciaio) e Biorepack (bioplastiche) continuano a fare scuola in Europa.
Ma sul fronte energetico la corsa è rallentata: scivoliamo dal terzo al quinto posto nella classifica Ue, superati da Danimarca, Austria, Olanda e Svezia.

@Rapporto Circonomania

La quota di energia da rinnovabili, che nel 2014 era sopra la media europea, oggi è ben al di sotto.
Nel 2024 la quota di elettricità da solare e vento in Italia è stata del 21,9%, contro il 28,7% europeo.
E nel 2023 le emissioni di CO₂ delle nuove auto immatricolate nel nostro Paese sono addirittura aumentate.

Auto: gli italiani scelgono l’ibrido

Un altro termometro della sostenibilità è quello del mercato auto.
L’ultimo rapporto dell’Osservatorio Findomestic fotografa un Paese prudente, più attento al portafoglio che all’innovazione: due famiglie su tre non vogliono spendere più di 20.000 euro per un’auto nuova.
La marca conta sempre meno, ciò che si guarda maggiormente sono i consumi, l’efficienza e la libertà di movimento.
L’ibrido, infatti, conquista la fiducia del 45% degli automobilisti, mentre l’elettrico puro resta confinato al 6%.
Il problema è anche d’approccio: il 60% degli italiani non ha mai guidato un’auto elettrica. Ma oltre l’80% chi l’ha fatto si dice entusiasta di silenziosità e fluidità.

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