Dopo oltre 40 anni di inattività, dal 2026 sarà nuovamente operativo con una sala da 300 posti e una libreria-caffetteria
Le Festività natalizie di quest’anno portano un bel regalo sotto l’albero dei fiorentini. A inizio 2026 riaprirà infatti il Teatro Nazionale, dopo un impegnativo restauro durato quattro anni.
L’edificio, un tempo Teatro della Quarconia o Teatro del Giglio, si trova nel cuore della città, poco distante da Piazza della Signoria e da Palazzo Vecchio. E stato riportato al suo originario splendore grazie al progetto firmato dallo Studio Archea che ha restituito alla città un luogo simbolo della tradizione teatrale fiorentina e che oggi è pronto a diventare anche spazio di incontro e cultura contemporanea.

Un Teatro tutto nuovo dal cuore tecnologico
Il nuovo Teatro Nazionale dispone di 300 posti, limite imposto dalle normative di sicurezza, e di 50 palchi. Accanto alla sala teatrale trovano posto una libreria -caffetteria con sala jazz e, al quarto ordine dei palchi, una sala per eventi con tetto scorrevole e vista sui monumenti di Firenze. Il cuore della rinnovata sala storica è al passo con i tempi a partire dal grande ledwall automatizzato di sette metri per lato che per ragioni logistiche prenderà il posto delle tradizionali scenografie mentre l’impianto acustico Dolby atmosphere è il primo in Europa ad essere installato in un teatro di questo genere.
Merita attenzione anche il sistema di illuminazione a led.
A seconda delle esigenze la luce può essere modulata a piacimento e si può anche ottenere un effetto cielo stellato sulla platea.
L’edificio è attraversato da circa 100 km di cavi che consentono di avere in ogni palco un monitor per proiezioni in diretta.
L’intervento di restauro
I lavori, durati quattro anni, hanno riguardato il consolidamento strutturale e il recupero architettonico di un immobile vincolato e in condizioni di avanzato degrado. I solai e il tetto compromessi sono stati ricostruiti rispettando la geometria originaria. Particolare attenzione è stata dedicata al restauro di stucchi, dorature e capitelli, eseguito con materiali e metodi artigianali messi in atto da una cinquantina di aziende dell’eccellenza artigianale toscana. Chi vi entrerà prossimamente potrà godere di uno spazio che ritorna a brillare di luce propria evitando di trasformarsi, come un precedente progetto prevedeva, in un centro benessere con piscina. Al momento il rinato Teatro nazionale è aperto solo per eventi privati in attesa che arrivino le autorizzazioni per il pubblico spettacolo, previste per gennaio 2026.
Tra tradizione e innovazione
Ha una storia affascinante questo Teatro, con la sua platea a ferro di cavallo, cinque ordini di palchi e una scalinata neoclassica. All’inizio l’immobile era la “Casa dei monellini”, il primo riformatorio d’Europa.
Soltanto nel Settecento fu utilizzato per gli spettacoli in vernacolo e su quel paco, allora Teatro della Quarconia o del Giglio, debuttò la maschera di Stenterello che con il suo naso prominente, è il tipico personaggio fiorentino chiacchierone, pauroso e impulsivo, ma anche saggio, ingegnoso e pronto a schierarsi dalla parte del più debole, benché la tremarella gli metta spesso i bastoni tra le ruote.
Divenne Teatro Nazionale negli anni in cui Firenze fu capitale d’Italia con una capienza di 1.300 persone in piedi, oggi ridotte per ragioni di sicurezza. Funzionò anche come cinema fino agli Ottanta quando venne totalmente abbandonato e iniziò il suo declino. Dal prossimo anno, rimesso a nuovo e tecnologicamente attrezzato potrà guardare con ottimismo al futuro, riaffermando la propria identità come punto di incontro tra storia, arte e innovazione.
Silvia Bolognini





