Mentre il Parlamento resta fermo, la sanità veneziana adotta un protocollo per gestire i casi di fine vita, fissando procedure, tempi e responsabilità
L’Ulss 3 Serenissima ha formalizzato un protocollo operativo per la gestione delle richieste di suicidio medicalmente assistito.
La delibera definisce con precisione ruoli e responsabilità, dai medici alla Commissione multidisciplinare fino al Comitato etico, assicurando percorsi più rapidi e trasparenti per i pazienti.
Si tratta di un passo concreto in un settore ancora privo di una legge nazionale, nonostante la storica apertura della Corte Costituzionale che si è espressa con una sentenza in merito già nel 2019.
I giudici supremi stabilirono allora che, in determinate condizioni (irreversibilità della patologia, presenza di sofferenze insopportabili del paziente, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale e capacità di prendere decisioni in modo libero e consapevole), i medici non sono punibili nel caso in cui aiutino una persona a togliersi la vita.
Da allora, il Parlamento non è ancora riuscito a tradurre tale pronunciamento in una legge, lasciando sostanzialmente un vuoto di regolamentazione in merito ai comportamenti da tenere in questi casi. Vuoto che, partendo proprio dai punti di riferimento normativi della sentenza e delle conseguenti note del Ministero della Salute e della Regione, solo alcune Aziende sanitarie hanno provato a colmare attraverso proprie delibere: cosa che, adesso, ha fatto anche l’Ulss 3 Serenissima.
Cosa cambia con la delibera
Nel motivare il provvedimento, accompagnato dalla pubblicazione delle linee guida inserite nell’“Istruzione operativa per la gestione delle richieste di suicidio medicalmente assistito, l’Azienda sanitaria veneziana chiarisce che “la delibera non introduce novità né azioni particolari da parte dell’Azienda sanitaria veneziana. Ha la finalità di codificare, in un apposito protocollo, lo spettro delle azioni che l’Ulss 3 Serenissima ha messo in campo per la gestione dei casi e delle richieste, definendo il percorso dal ricevimento all’espressione dei pareri fino all’eventuale accoglimento, con la finalità di mirare alla maggior tempestività nelle risposte e alla piena trasparenza dei percorsi”. Quanto ai vincoli rispetto alla tempistica, procede la nota dell’Ulss 3, “l’Azienda sanitaria recepirà quelli che saranno definiti dalle autorità competenti; nel frattempo, fissa le linee per la piena presa in carico, ottemperando con i propri servizi, i propri specialisti, la Commissione multidisciplinare, il Comitato etico, ai propri doveri nei confronti dei cittadini, nel quadro della legislazione vigente”.
Il contenuto del provvedimento
Il provvedimento si rivolge a tutti gli operatori sanitari che possono essere coinvolti nel percorso di Sma.
La Commissione multisciplinare, coordinata da un medico legale e composta da un anestesista-rianimatore, da un neurologo, da uno psichiatra, da un palliativista e da uno psicologo, ha il compito di verificare i requisiti per l’accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito e la legittimità della richiesta alla luce dei requisiti indicati nella sentenza della Corte Costituzionale. Il Comitato etico ha invece la competenza per esprimere il proprio parere alle strutture pubbliche del servizio sanitario regionale nei casi di gestione di problematiche attinenti al fine vita.
Le modalità operative per il suicidio medicalmente assistito nell’Ulss 3
Le linee guida dell’Istruzione operativa descrivono quindi nel dettaglio i vari passaggi relativi alle modalità da seguire una volta ricevuta la richiesta di accesso alla procedura di Sma, che deve essere fatta direttamente dall’interessato e inviata al direttore sanitario. Sarà proprio quest’ultimo ad attivare quanto prima il percorso aziendale per la gestione della richiesta, a partire dalla verifica delle condizioni e delle modalità di esecuzione da parte della Commissione e dalla pronuncia del parere etico da parte del Comitato. In caso di documentazione incompleta, sarà richiesta un’integrazione, potendo quindi passare al secondo step, che prevede l’effettuazione delle visite ritenute necessarie e la seguente elaborazione di una relazione della Commissione, il cui coordinatore, insieme al presidente del Comitato, valuteranno l’opportunità di un’audizione congiunta dei professionisti coinvolti. Il terzo e ultimo step è l’espressione del parere etico, obbligatorio ma non vincolante, da parte del Comitato. Questo verrà acquisito dalla Commissione, che predisporrà una relazione conclusiva da trasmettere al direttore sanitario, il quale, a sua volta, comunicherà tramite lettera l’esito della procedura al richiedente. Quest’ultimo potrà comunque in ogni caso e in qualunque momento annullare la richiesta. In caso di risposta positiva, si avvierà il percorso per l’attuazione della procedura, anch’essa passibile di sospensione o annullamento in qualunque momento.
Alberto Minazzi