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Scuola al via dall’8 settembre: per le famiglie un rientro sempre più caro

Scuola al via dall’8 settembre: per le famiglie un rientro sempre più caro

Con il ritorno in classe, la spesa per i testi scolastici sfiora i 1.250 euro alle superiori e pesa sempre di più sui bilanci domestici. L’Antitrust indaga su rincari e mancanza di concorrenza nel settore

Dall’8 al 16 settembre, a seconda delle regioni, milioni di studenti italiani torneranno tra i banchi.
Ma insieme all’odore dei quaderni nuovi e alla corsa per scegliere lo zaino, per le famiglie arriva anche il conto più salato dell’anno: quello dei libri di testo.
Per la Costituzione, la scuola è un diritto e un obbligo fino ai 16 anni; per molti genitori, però, il rientro in classe è anche un salasso che si fa più pesante stagione dopo stagione.
Quest’anno, secondo le stime dell’Antitrust, la spesa media sfiora i 580 euro per le scuole medie (dai 150 agli oltre 550 secondo l’Associazione nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori Adoc, a seconda della classe cui è iscritto l’alunno) e arriva a 1.250 euro alle superiori, senza contare dizionari e materiali specifici per alcuni indirizzi.
Un impegno che, per il ciclo completo, può superare i 2.500 euro a studente, mentre il giro d’affari dell’editoria scolastica tocca quota 800 milioni.

Il sempre crescente costo dei libri scolastici

I libri scolastici aumentano sempre più. Sul tema del costo dei libri di testo, Adoc ha elaborato una tabella articolata in base alle 8 diverse classi che compongono il ciclo di scuole superiori, quantificando in 662,61 euro la spesa complessiva per il triennio delle medie e in 1.862,12 quella da sostenere nei 5 anni di superiori, per un totale di 2.524,73 euro.

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Chi è iscritto nell’anno 2025/26 alla prima media, prosegue l’analisi dell’Associazione, si stima spenderà 487,53 euro, compresi i 132,30 per il kit scolastico comprendente astucci e diari, e a chi inizierà la prima superiore ne serviranno circa 685. Il tutto al netto del materiale tecnico specifico per alcuni indirizzi dei dizionari, a partire da quelli di latino e greco, il cui prezzo varia rispettivamente tra 75 e 100 euro e tra 100 e 133 euro.

Adoc: detrazione fiscale per i libri come per i farmaci

“Il carovita – ha così dichiarato la presidente di Adoc Nazionale, Anna Rea – non deve mettere a rischio il diritto allo studio”. “Ogni anno – prosegue Rea – con l’avvicinarsi della riapertura delle scuole migliaia di famiglie si trovano di fronte a un’autentica stangata. I prezzi dei libri di testo continuano a crescere, mettendo a dura prova i bilanci familiari, soprattutto quelli delle fasce meno abbienti”. Bonus e agevolazioni messi a disposizione da Stato, Regioni e Comuni, pur importanti, non sono ritenuti sufficienti da Adoc. Che, dunque, ha lanciato alcune proposte concrete per affrontare quella che ha definito una vera e propria “emergenza”. Tra le richieste, la prima riguarda la possibilità di paragonare la spesa per i libri di testo a quelle sanitarie, prevedendo la possibilità di una detrazione fiscale del 19%.
In parallelo, si incoraggiano le iniziative di condivisione e riutilizzo dei libri di testo e si auspicano la crescita della diffusione dei materiali didattici digitali e di biblioteche solidali.

Le criticità del sistema

Sugli stessi rincari, l’Antitrust ha aperto un’inchiesta evidenziando nella sua relazione preliminare le criticità del settore dell’editoria scolastica.
Il mercato pecca innanzitutto di concorrenza, con una quota dell’80% occupata da soli 4 gruppi, frenando così i possibili meccanismi virtuosi per calmierare i prezzi. C’è poi il fatto che i libri siano scelti dai docenti, che non li pagano, senza margini di discrezionalità per le famiglie, con cambiamenti dei testi adottati nel passaggio da un ciclo all’altro calcolati al 35% alle scuole medie e al 40% alle superiori. Gli insegnanti, ancora, continuano a preferire i libri cartacei, più costosi di quelli digitali che, in sostanza, come denuncia il Codacons sono stati destinati a un flop. E concretamente inefficaci, aggiunge l’Antitrust, si sono rivelati anche i tetti di spesa imposti dal Ministero.

Il problema delle “nuove edizioni”

L’Antitrust ha evidenziato anche il problema delle nuove edizioni, che riguardano ogni anno il 10% dei volumi scolastici riducendo la possibilità di riutilizzo di un libro di testo.
E ha puntato il dito contro l’articolo 25 del codice di autoregolamentazione del settore editoriale educativo promosso dall’Associazione Italiana Editori.
“Il suo generico riferimento alle modifiche di “contenuti” che possono legittimare la pubblicazione di una nuova edizione – spiega l’Autorità – lascia grandi margini di discrezionalità agli editori”.
La definizione di “nuova edizione”, in altri termini, risulta vago e difficilmente verificabile, con l’interpretazione del requisito richiesto del 20% di variazione che è nei fatti estremamente soggettivo. L’edizione di un libro può infatti considerarsi “nuova” anche quando a variare non è la sostanza del testo, ma solo la sua elaborazione grafica.

Verso il nuovo anno scolastico: ecco le date

Il tema dei libri di testo dovrà insomma essere rivisto, anche se ciò non potrà logicamente avvenire in vista del sempre più vicino anno scolastico 2025/26. Secondo il calendario delle date deciso da ogni Regione, il via ufficiale avverrà anche quest’anno dalla Provincia autonoma di Bolzano, i cui studenti torneranno sui banchi lunedì 8 settembre, seguiti mercoledì 10 da quelli di Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta e Trento.
Nella maggior parte delle regioni, la data scelta è quella di lunedì 15, mentre gli ultimi a finire le vacanze, martedì 16, saranno i ragazzi di Calabria e Puglia.
Un lungo cammino che si chiuderà, anche in questo caso con differenze regionali, tra il 6 e il 16 giugno 2026, intervallato in particolare da vacanze di Natale (il via tra il 22 e il 24 dicembre, con fine il 6 gennaio), di Pasqua (nella maggior parte dei casi tra il 2 e il 7 aprile) e festività nazionali: 1 novembre, 8 dicembre, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. A seconda dei calendari scolastici regionali, infine, sono stati fissati ponti o altre sospensioni delle lezioni, come, per esempio, quelle per il Carnevale, a febbraio, in Campania, Lombardia, Piemonte, Veneto e Valle d’Aosta.

Alberto Minazzi

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